WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
Delle Alpi
06/09/1992
h.16.00
TORINO - ANCONA 4-1 (3-0)
Torino
: Marchegiani, Mussi, Sergio, Fortunato, Annoni, Fusi, Sordo (all'80' Aloisi), Casagrande, Aguilera (al 75' Silenzi), Scifo, Venturin. A disposizione: Di Fusco, Cois, Zago. All.: Mondonico.
Ancona: Nista, Fontana, Lorenzini, Pecoraro, Ruggeri, Bruniera, Zarate (al 58' Caccia), Gadda (al 46' Vecchiola), Agostini, Detari, Ermini. A disposizione: Micillo, Sogliano, Centofanti. All.: Guerini.
Arbitro: Nicchi di Arezzo.
Reti: Casagrande 31', 37' (T), Aut.Gadda 40' (T), Detari 60' rig. (A), Scifo 70' (T).
Spettatori: 23.600 di cui 16.255 abbonati (dato parziale, la campagna abbonamenti è ancora in corso) e 7.345 paganti per un incasso di 202.952.000 lire.
Note: Espulso Casagrande al 59' per fallo di mano sulla linea di porta, ammonito Ruggeri. Esame antidoping per Marchegiani, Mussi, Pecoraro, Bruniera.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 7 settembre 1992]
Si gonfia quattro volte la rete di Nista, ed è festa granata dopo alcuni campionati dall'avvio grigio. Ma rimbombano tre volte anche i pali della porta di Marchegiani. E' bene che Mondonico richiami all'ordine una difesa troppo confidenziale, e cerchi rimedi nel settore sinistro dove Sergio nella spinta vale Policano (è certamente più ''pulito'' e preciso del Rambo passato ai Napoli), ma in copertura è meno attento del predecessore, che pure marcava per necessità. Raffaele Sergio è uno splendido interprete del calcio spettacolo. Ha propiziato un gol e mezzo, ha sulla coscienza uno dei pali colpiti dagli avversari e alcuni rischi dei compagni di retroguardia. Ieri i conti sono tornati, ma non è detto che debba sempre andar bene.. Quella zona granata va presidiata meglio. Per non togliere nulla all'efficacia dell'ex laziale in fase di propulsione, sarà bene trovargli un supporto. Meglio toccare subito i punti deboli, in una giornata in cui sarebbe troppo facile scivolare negli elogi ad un Toro che ha fatto comunque vedere le sue qualità di organizzazione, e la notevole applicazione dei singoli. Diciamo pure lo spirito di sacrificio. Non che il ricordo di tutti i partenti sia stato cancellato in novanta minuti, ma il ''vi vogliamo così'' della curva Maratona è almeno il sicuro segno di un feeling ritrovato. Mai i tifosi sono stati contro i giocatori, ma ieri di colpo hanno rivisto la squadra, ricordandosi di Borsano solo a partita conclusa. Alla vigilia, a chi gli ricordava di aver visto in Coppa Italia un Toro troppo lento, Mondonico con garbo replicava: ''Non è questione di movimenti, la rapidità del gioco dipende da quella del pallone''. E ieri la palla è viaggiata rapida, come il tecnico pretende. Fortunato, il play-filtro del centrocampo, ha sbagliato la misura di un solo passaggio, e capitan Fusi non ha dovuto dannarsi troppo: due o tre chiusure delle sue, perfette, e pochi rischi perché i pali di Marchegiani hanno tremato per tiri da lunga o media distanza. Scifo, soprattutto, ha dimostrato di saper rinunciare al dribbling, alla palla portata sino all'esasperazione, con il tocco di prima intenzione. Un cambio di atteggiamento che ha giovato alla squadra. L'Ancona può lamentarsi della sfortuna nelle conclusioni (o della tradizione contraria: è il terzo 1-4 sul campo granata, in tre anni), ma dovrà cercare in casa i punti salvezza. Ha fatto le cose più belle premendo in massa, non ha uomini da contropiede. Il fantasioso Zarate è un lusso che potrebbe costar caro. Detari è un campione dal piede buonissimo ma deve far tutto da solo. Casagrande e Aguilera, gli attaccanti granata (di un Toro che va al tiro anche con Sordo e Scifo, le alternativa contano) non solo sono in due, ma sono parsi di una efficacia micidiale. Del brasiliano, di testa, i primi due gol e l'acrobatico salvataggio (di mano) sul colpo di testa di Caccia, che ha provocato il penalty realizzato da Detari e gli è costato l'espulsione che ha lasciato il Toro in dieci nell'ultimo quarto d'ora. Le nuove regole sono impietose. Aguilera ha fallito una conclusione per lui facile, ma due assist-gol sono suoi (per la prima rete di Casagrande e per la bomba di Sordo deviata da Gadda), sua la rampa di lancio del contropiede perfezionato da Sergio-Scifo. Schemi, impegno ed entusiasmo in campo. Adesso fiducia in se stesso. E' quanto il Torino chiedeva in questa prima partita di campionato che doveva dirgli quanto poteva contare su una formazione profondamente ritoccata. I sedicimila abbonamenti cominciano a meritare un ritocco.