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Adriatico
27/09/1992
h.15.00
PESCARA - TORINO 2-2 (0-2)
Pescara
: Savorani, Sivebaek (al 46' Palladini), Nobile, Dicara, Righetti, Mendy, Ferretti, Allegri, Borgonovo, Sliskovic (al 59' Bivi), Massara. A disposizione: Marchioro, Alfieri, Compagno. All.: Galeone.
Torino: Marchegiani, Bruno, Sergio, Mussi (al 79' Cois), Annoni, Fusi, Sordo, Casagrande, Aguilera (al 72' Aloisi), Scifo, Venturin. A disposizione: Di Fusco, Zago, Silenzi. All.: Mondonico.
Arbitro: Cesari di Genova.
Reti: Scifo 14' (T), Aguilera 39' (T), Borgonovo 88', 91' (P).
Spettatori: 17.822 di cui 12.364 abbonati e 5.458 paganti.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 28 settembre 1992]
Mondonico in piedi quasi subito, disperato per l'eccessiva ''eleganza'' dei suoi, Galeone soltanto nell'ultimo quarto d'ora quando la rimonta pescarese maturava, sulla spinta di una pressione continua, metà per meriti propri e il resto nella testa, più che nei piedi, dell'avversario. I quattro gol nella porta del Milan non avevano evidentemente avvertito a sufficienza i difensori granata. E' vero, in quell'occasione due volte Baresi aveva dato una mano, ma qualcosa di loro gli attaccanti del Pescara avevano messo in quella partita che se non ha fatto epoca ha perlomeno riempito una giornata di campionato. La velocità di Massara (ex Filadelfia) era nota, eppure già nel primo quarto d'ora - in largo anticipo sulla rumba finale - il ragazzo era riuscito a inguaiare Arnioni. Bruno dal canto suo deve aver considerato Borgonovo definitivamente addormentato, ma la punta dalle cento promesse non mantenute stavolta è stato di parola. Aveva garantito il gol nella settimana di vigilia. Solo Mondonico, che pesa i giocatori (piedi e carattere) uno per uno sa cosa accade a questo Toro al quale manca delle varie qualità che una squadra esprime durante un match, quella più importante, la concretezza. Ieri comunque, in 39 minuti di bel calcio peraltro condito da leziosismi difficili da giustificare, Scifo e Aguilera avevano messo in banca un conto importante. Ma andando avanti la partita, i reparti si sono ripiegati su se stessi inguaiando prima Fusi e alla fine anche Marchegiani, peraltro autore di una buonissima prestazione. Considerato che lo stesso Fusi, Scifo, Aguilera, Casagrande e Bruno e anche Marchegiani arrivato alle esperienze azzurre, hanno alle spalle test ad alto livello, lo «scioglimento» della squadra nella ripresa sino alla resa finale deve nascondere qualche incompatibilità (non di spogliatoio, ma di campo) fra gli ingranaggi più importanti. Non è accettabile che solo un onesto e combattivo centrocampista in più (Palladini, che ha sostituito Sivebaek detto Gruviera) abbia potuto consentire al Pescara di schiacciare il Torino nella sua metà campo. In realtà lo stesso Scifo ha risposto troppo spesso al forcing avversario con palleggi eleganti, arabeschi di fronte alle mazzolate dei rivali. Non si trovano altre spiegazioni per un capovolgimento di situazione così clamoroso e inatteso. E, attenti, obbligando Fusi a un provvidenziale salvataggio sulla linea, il Pescara aveva già dimostrato di meritare di andare in gol. Ha poi acciuffato il pareggio in extremis e in modo rocambolesco con la doppietta di Borgonovo allo scadere (89') e in recupero (93'), ma il merito degli uomini di Galeone nella ripresa è stato pari alla fragilità dimostrata nel primo tempo sotto i colpi di un Toro ancora convinto delle sue capacità. Al tirar delle somme, ovvero nel terribile (o basta dire patetico?) quarto d'ora finale la battaglia ovviamente impari nella zona larga del centrocampo, l'hanno sostenuta meglio Venturin e Sordo. Se Scifo parla di professionalità, noi non dimentichiamo muscoli e voglia di lottare sino all'ultimo. Venturin e Scifo sono andati a battersi in campo aperto dove la superiorità dell'avversario era schiacciante. Peccato che, alla luce delle ultime regole di mercato, non si usi più parlare di ''attaccamento alla maglia''. Forse sarebbe troppo facile. Ma non si trovano elementi convincenti per spiegare questo Toro non alla prima volta contraddittorio nella stessa partita.