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Delle Alpi
13/12/1992
h.14.30
TORINO - ROMA 0-0
Torino
: Marchegiani, Mussi, Cois, Fortunato, Sottil, Fusi, Sordo (al 6' Zago, al 79' Poggi), Venturin, Aguilera, Scifo, Silenzi. A disposizione: Di Fusco, Saralegui, Della Morte. All.: Mondonico.
Roma: Cervone, Garzya, Rossi D., Piacentini, Benedetti, Comi, Mihajlovic (al 55' Salsano), Häßler (all'83' Muzzi), Caniggia, Giannini, Rizzitelli. A disposizione: Fimiani, Tempestilli, Carnevale. All.: Pezzotti e Boskov.
Arbitro: Nicchi di Arezzo.
Reti: -
Spettatori: 21.419 di cui 16.798 abbonati per una quota di 488.886.000 lire e 4.621 paganti per un incasso di 127.862.000 lire.
Note: Ammoniti Caniggia, Rizzitelli, Scifo e D.Rossi.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 14 dicembre 1992]
Gli inguaribili pessimisti vedranno nel secondo pareggio interno del Torino un altro bicchiere mezzo vuoto. Ma se si pensa alle angosce che avrà provato Mondonico nel mettere insieme undici nomi credibili, il punto di ieri contro la Roma non è da buttare: rientra nella dimensione di una squadra che di fronte alle squalifiche e agli infortuni può soltanto arrotolarsi le maniche e sperare che basti. Infatti siamo ormai al lancio dei ragazzini, che, per fortuna del Mondo, son bravi e pronti subito. Lo si è visto con Sottil, mandato, in assenza di marcatori, sulle piste di Rizzitelli. Ma il secondo posto dei granata rimane un miracolo di bravura più che un'esibizione di potenza. Ed è la dimostrazione di quanto sia pazzo un torneo che permette al Toro di non scivolare indietro benché abbia fatto due punti nelle ultime quattro partite, cioè con un meno 5 in media inglese. Ieri la Roma aveva sicuramente in campo più personaggi e più talento per vincere. Soltanto che zio Vuja non deve essersene accorto. E ringrazi che alla fine una conclusione di Silenzi e una di Poggi non hanno trovato lo specchio della porta, per una punizione che sarebbe stata troppo severa e che non avrebbe fermato la sommossa anti-Borsano. Ormai è chiaro che i risultati non interessano a chi contesta il presidente per salvare il Toro dagli sfasci del futuro, con poca considerazione dei pericoli nel presente. E ci si interroga sui limiti della resistenza umana alla quale i giocatori granata sembrano meglio allenati dei lettori di «Cuore»: d'accordo, lo stipendio continua a correre, e bene, ma non deve essere facile reggere alla pressione del campionato, sapendo che la società cammina in equilibrio su un filo, con un padrone che di giorno in giorno si fa più piccolo e più cupo. La Roma, che qualche problemino analogo lo ha vissuto, e che ancora fatica a tirarsene fuori, non ha approfittato di una situazione che sul finire del primo tempo sembrava premiarla. All'inizio era stato il Toro a sfiorare il gol, con un gran tiro di Venturin dopo tre minuti. Poi i giallorossi avevano preso confidenza. Zio Vuja aveva dichiarato la propria intenzione di portare via un pareggio, ma gli uomini in campo devono aver constatato le difficoltà che Mondonico aveva mascherato con l'organizzazione tattica che raramente lo abbandona. Anche l'infortunio a Sordo, dopo 8 minuti, aveva privato i granata di un riferimento sicuro sulla fascia destra, alla quale Zago si adattava con i limiti atletici che lo frenano. Così, senza esagerare, si è vista una Roma più offensiva. Dalla destra, Haessler ha scodellato in area tre palloni bassi e tagliati. In due casi vi si è avventato Rizzitelli, con soluzioni da brivido; in uno, il più semplice, ci ha pensato il fenomenale Caniggia, che, dal giorno in cui uccellò Zenga ai Mondiali, incespica sulle palle-gol assai più di quanto non riesca a colpirle. Proprio i limiti degli attaccanti hanno affondato le ambizioni romaniste, che il tempo ha reso meno travolgenti. Nella ripresa è calato Haessler, è uscito per infortunio Mihajlovic, lo stantuffo di sinistra, e se si eccettua un possibile rigore per un atterramento di Zago su Rossi e una conclusione sbagliata da Caniggia (partito in sospetto fuorigioco), la difesa granata ha corso meno rischi. Anzi il Toro ha trovato coraggio e ritmo per impadronirsi del centrocampo. Fortunato è cresciuto, Venturin non ha perso vigore e anche Cois ha approfittato dei cedimenti di Haessler. I granata hanno macinato più palloni, l'impressione di una Roma in affanno è diventata evidente. E Boskov aveva detto che non chiedeva più di un punto.