WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
Sant'Elia
03/01/1993
h.14.30
CAGLIARI - TORINO 0-0
Cagliari
: Ielpo, Napoli, Festa, Bisoli, Firicano, Pusceddu, Cappioli (al 90' Sanna), Herrera, Francescoli, Matteoli, Tejera (al 63' Criniti). A disposizione: Di Bitonto, Villa, Pancaro. All.: Mazzone.
Torino: Marchegiani, Bruno (all'86' Sottil), Sergio, Fortunato, Cois, Fusi, Mussi, Casagrande, Aguilera (al 70' Silenzi), Scifo, Venturin. A disposizione: Di Fusco, Zago, Poggi. All.: Mondonico.
Arbitro: Fabricatore di Roma.
Reti: -
Spettatori: 19.367 di cui 12.959 abbonati per una quota partita di 335.801.815 lire e 6.193 paganti per un incasso di 146.235.000 lire.
Note: Ammoniti D.Fortunato, Bisoli, Francescoli e Criniti.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 4 gennaio 1993]
L'ultima volta che si vide la neve a Cagliari era il gennaio dell'85. E mai, a memoria di sardo, era caduta di domenica. Ieri il buon Dio ha riparato a questa imperdonabile lacuna atmosferica, mandando fin dall'alba uno strato di fiocchi ora umidicci, ora polverosi, comunque bastevole a mandare in tilt molti servizi. Tranne il calcio, naturalmente. Nell'emergenza si sono bloccate le strade e si sono cancellati i voli. Però alle 14,33, con un ritardo di appena tre minuti sull'ora canonica, il Cagliari e il Toro sono scesi in campo senza pagare con il rinvio l'esito della bufera. Certo, per giocare sull'erba imbiancata sarebbero servite le catene da neve. O gli scarpini a trazione integrale. Ma non si può aver tutto dalla vita e alle due squadre è andata bene anche così: pazienza se non si è potuto vedere il gioco, il calendario è salvo e la classifica pure perché, viste le condizioni del terreno, il risultato più probabile era un pareggio senza offese. Lo 0-0 stava bene a tutti. E così è stato, con nessuna vera palla-gol e con una trama affidata quasi completamente ai rilanci lunghi e centrali, che (tranne nel caso di Bruno, i cui piedi miravano sempre alle tribune) finivano per riproporre il contrattacco.. Il Toro fa dunque un altro passetto in classifica. Cagliari, negli ultimi due anni, era stata più benevola. Però non era mai successo ai granata di incontrare al S. Elia una squadra più in forma e ben costruita di questa. Francescoli ed Herrera ne sono i perni indispensabili, soprattutto il primo, un vecchio pallino dell'Avvocato, ha fatto vedere come gli anni vissuti in Europa lo abbiamo maturato. Non stava bene, Francescoli, e poteva non reggersi in piedi su quel terreno per fondisti svedesi: invece ha giocato d'intelligenza e Bruno contro di lui ha rimediato la magra figura dell'energumeno un po' bolso, che gli è propria nelle giornate in cui si sente a disagio. C'è da dire che Mazzone, nonostante la neve, non ha rinunciato al terzo e più giovane degli uruguagi, Tejera, ed è stata la sua unica concessione al divertissement. Questo ragazzino passeriforme si fa notare per la chioma lunga e bionda alla Caniggia e per l'intenzione di cesellare ogni giocata come un fregio barocco. Mai una bella piattonata, che pure sarebbe servita su un campo del genere, sempre una carezza d'esterno a cercare il pantano. Così Tejera ha fatto capire che possiede dei numeri, un giorno li potrà mostrare. Ieri invece è stato un bel problema in meno per il Toro, che l'ha affidato a Cois e buonanotte. Tuttavia i granata, che son signori, non potevano accettare il regalo senza contraccambiare: Aguilera è stato il loro involontario cadeau, e bisognerà capire prima o poi le ragioni per cui uno straordinario animale da calcio non solo non segni, ma neppure faccia gioco. Che sia imbrocchito? E perché. Che Spinelli abbia venduto a Borsano il fratello gramo? Si stenta a crederlo, pensando all'Aguilera dei primi mesi granata. Il Pato è oggi il vero mistero del Toro, che per il resto funziona senza squilli ma con praticità operaia, lasciando agli avversari poche occasioni. La difesa regge, sempre più solitaria in testa alla classifica delle meno battute. E' l'attacco che non va. Quel temino sudamericano dello scambio stretto per entrare in area è diventato ormai così evidente, che basta un Napoli, un Firicano o un Bisoli per capirne la trama e spazzar via. Ieri poi, sul campacelo davvero infame, Aguilera e Casagrande non sarebbero mai potuti sgusciar via.