WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
Marassi
07/03/1993
h.14.30
SAMPDORIA - TORINO 0-1 (0-0)
Sampdoria
: Pagliuca, Sacchetti (al 74' Bertarelli), Lanna, Walker, Vierchowood, Invernizzi, Lombardo, Jugovic, Buso, Chiesa (all'87' Zanini), Serena. A disposizione: Nuciari, Bucchioni, Corini. All.: Santarini e Eriksson.
Torino: Marchegiani, Bruno, Sergio, Fortunato, Cois, Fusi, Mussi, Venturin, Aguilera (all'87' Zago), Scifo, Poggi (al 74' Sottil). A disposizione: Di Fusco, Saralegui, Della Morte. All.: Mondonico.
Arbitro: Rodomonti di Teramo.
Reti: Poggi 72'.
Spettatori: 28.398 di cui 23.876 abbonati per una quota partita di 499.154.199 e 4.522 paganti per un incasso di 122.525.000 lire.
Note: Ammoniri Fortunato D., Vierchowod, Venturin e Lanna.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 8 marzo 1993]
Può segnare il più pallido (Poggi) di un blocco che lotta e soprattutto ragiona, ma il Toro è squadra ed ogni avversario deve fare i conti con l'intelligenza tattica di Mondonico e l'adesione dei giocatori ai consigli del tecnico. La chiave del successo di Marassi è questa, il teorico Eriksson perde la testa quando gli manca la fantasia di quello splendido anarchico che è Mancini, bloccato dalla febbre. Il Torino può anche dover sopperire all'assenza del miglior marcatore, Arnioni, ma ha ricambi che sanno entrare nella parte senza troppi problemi. E' il caso di Cois, il quale ha sofferto contro Lombardo (il più efficace della Sampdoria) ma non gli ha concesso un metro, se non (35') su fallo dell'avversario il cui tiro - anticipato dal fischio pronto dell'ottimo arbitro Rodomonti - ha battuto invano Marchegiani. E' stata l'unica, ma viziata, conclusione vincente della Sampdoria che lucida non è stata, neppure nel forcing finale nel quale ha messo solo dell'orgoglio, e durante il quale i granata potevano comodamente raddoppiare se Sergio non avesse offuscato una splendida prestazione facendosi scioccamente anticipare da Pagliuca in uscita. La vittoria il Toro l'ha meritata prima di segnare il gol decisivo al 72', affrontando subito a viso aperto un avversario convinto di trovare un antagonista votato alla difensiva. In un avvio tambureggiante, disputato a ritmi altissimi, la squadra di Mondonico ha invece accettato la battaglia a viso aperto, difendendo e rispondendo con assoluta tranquillità, e andando per prima vicino al gol con Scifo, autore di un avvio di gara molto autoritario prima di porsi al servizio della squadra con molta umiltà. La sorpresa, diciamo la «finta» iniziale del Mondo è stata la posizione avanzata di Fortunato. Il regista arretrato, nella prima mezz'ora di gioco si è mosso alle spalle di Aguilera e Poggi mentre Mussi (a destra) e Sergio (a sinistra) supportavano la manovra con buona autorità. Un Toro d'attacco, quindi, e pronto a chiudersi con il ripiegamento di tutti, escluso Aguilera. Se si pensa che durante il vano forcing della Sampdoria (una volta in svantaggio) Fortunato ha agito da libero consentendo a Fusi di fare da frangiflutti davanti alla difesa, si ha la misura della duttilità di questa squadra granata nella quale sembra quasi che i ruoli degli uomini non contino, tanto prevale l'adattamento di ognuno alla situazione, all'avversario. La Sampdoria ha lottato, anche spinto, Lanna ha spesso la- sciato Vierchowod a guardia di Aguilera per spingersi in avanti sino a provocare (83') il rischio maggiore per il freddo Marchegiani, ma ai liguri sono mancate chiaramente le invenzioni di Mancini. Vedovi del fantasista, i blucerchiati hanno giocato con forza e grinta (anche troppa, in avvio quattro interventi intimidatori mentre il Toro cercava di fare calcio) ma seguendo sempre percorsi lungo i quali le trappole granata erano vincenti nei duelli diretti. La marcatura decisa ma controllata di Bruno su Buso è stata una delle chiavi della partita. Il terzo posto, da solo, del Toro in classifica ha queste spiegazioni, e altre offerte dal rendimento di tutta una stagione nella quale poche volte gli uomini di Mondonico hanno rinunciato alle loro possibilità. Nove punti in cinque partite è l'ultimo slam della squadra granata. Assente Casagrande, influenzato, il giovane Poggi ha dimostrato freddezza, se non molta combattività. Un pallonetto alto di poco in apertura di ripresa, quindi la botta vincente. Per un attaccante sono qualità importanti, anche se il Toro ha bisogno di avere in campo dieci uomini che lottano, rientrano e partono. Ci è riuscito talvolta persino Aguilera, che la Genova rossoblu ricorda non proprio come un cuor di leone in trasferta.