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Delle Alpi
20/02/1994
h.15.00
TORINO - JUVENTUS 1-1 (0-0)
Torino
: Galli, Annoni, Jarni, Mussi, Gregucci, Fusi, Sesia (al 55' Poggi), D.Fortunato, Silenzi, Francescoli, Venturin. A disposizione: Pastine, Cois, Sertgio, Sesia. All.: Mondonico.
Juventus: Peruzzi, Porrini, A.Fortunato, Marocchi (all'85' Galia), Kohler, Torricelli, Di Livio, Conte, Ravanelli, R.Baggio, Möller. A disposizione: Rampulla, Carrera, Notari, Francesconi. All.: Trapattoni.
Arbitro: Nicchi di Arezzo.
Reti: R.Baggio 54' (J), D.Fortunato 64' (T).
Spettatori: 42.677, tutti paganti, per un incasso di 1.291.770.000 lire. Non erano validi gli abbonamenti.
Note: Ammoniti Gregucci e D.Fortunato, epsulso Möller.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 21 febbraio 1994]
Ci chiediamo spesso come possa reggere il Trap ai rigori dell'inverno armato di una semplice giacchetta. Ieri però la nostra curiosità, come dire?, ambientale è stata superata dall'ammirazione per la compostezza con cui il tecnico quasi ex juventino si è visto sfilare davanti Moeller senza cedere alla tentazione di mettergli le mani addosso. Si era al 34' di un derby che sarebbe finito in una parità dai molti padri e piuttosto logica: gol di Baggio, replica abbastanza rapida e certamente spettacolare del torinista Fortunato sempre nella ripresa. Ma a quel punto si stava sullo 0-0 e l'espulsione di Moeller per una litania di stupide proteste infliggeva il primo colpo alla Juve che fin lì aveva tenuto il campo con più voracità del Torino. Attorno a quell'episodio ne sono vorticati altri, ma abbiamo la sensazione che senza essere costretti a giostrare con un uomo in meno i bianconeri si sarebbero appropriati di un match che i granata hanno affrontato con una prudenza persino imbarazzante per chi ne ha esaltato spesso il carattere. Cosa è successo al Toro? Forse, per una volta, ha pesato negativamente il tatticismo di Mondonico, il suo procedere con l'animo di chi avanza tra le sabbie mobili. Neppure con un uomo in più i granata hanno ribaltato il possesso del gioco. Hanno tenuto le posizioni, finché il gol di Baggio su una punizione filtrata attraverso la barriera (ma il Codino ci aveva già provato poco prima, colpendo il palo esterno), non ha sciolto le remore e il Mondo ha spedito in campo Poggi, al posto di un centrocampista. Una mossa che si poteva anticipare e che avrebbe costretto più a lungo la difesa juventina agli affanni mostrati nell'ultimo quarto d'ora. Ma è probabile che abbia pesato lo stress di una situazione societaria troppo sospesa perché non intossichi chi la affronta ogni giorno. Certo la Juve è sembrata più viva. E probabilmente ha un paio di episodi sui quali può recriminare più degli avversari. L'atterramento di Moeller in area dopo una decina di minuti. E il fatto che ad inizio di ripresa Gregucci abbia atterrato Ravanelli lanciato in porta (toccatonon toccato? Chi lo sa, sta di fatto che l'arbitro ha fischiato il fallo) senza che scattasse l'espulsione. Due casi avvenuti sullo 0-0. Con Kohler su Silenzi e Porrini a seguire le tracce depistanti di Francescoli, la Signora si è cautelata discretamente alle spalle e ha cercato fin dai primi minuti di imporre il proprio modo di giocare, senza esporsi troppo al contropiede. Tiri in porta pochi, anche per l'attenzione della difesa granata attorno a un buon Baggio (bravo Annoni) e a sinistra, dove Jarni frenava la vena di Di Livio, contrattaccandolo. Tuttavia era una Juve con attributi taurini, cosa che francamente ci ha stupiti: che si ripeta davvero l'esperienza di quattro anni fa, quando di fronte all'epurazione di Zoff, la squadra seppe ricompattarsi? Dicevamo di una Juve giocaiola, con buone manovre e del Toro contropiedista con un paio di occasioni per sfondare. Quindi l'espulsione di Moeller. Neppure fantasioso nel gratificare Nicchi dell'epiteto di mafioso. Sembrava avesse appena letto una copertina di Stern o Der Spiegel. In due anni il tedesco di plastica non ha imparato che in italiano quelli come Nicchi si definiscono incapaci. Comunque anche con un uomo in meno la Juve ha tenuto botta, anzi ha fatto meglio, e andata in gol, sfiorandone un altro, cullando l'illusione dell'impresa, che un forcing appena accennato dal Toro ha castrato in fretta. Senza controllare più il gioco, i bianconeri si sono esposti ai rischi di chi subisce, fino al gol di Fortunato e a un paio di stranguglioni, l'ultimo sulla rete annullata per un fallo di mano di Silenzi, cui l'ebbrezza del capocannoniere (ma ora lo ha scavalcato Baggio) ha fatto perdere il senso della misura: quei gol li permettevano soltanto a Maradona.