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Mirabello
20/03/1994
h.15.00
REGGIANA - TORINO 1-0 (1-0)
Reggiana
: Taffarel, Torrisi, Zanutta, Accardi, Sgarbossa, De Agostini, Esposito, Scienza, Morello, Mateut (al 72' Sartor), Lantignotti. A disposizione: Sardini, Mozzini, Faglioni, De Giuseppe. All.: Marchioro.
Torino: Galli, Mussi (al 46' Poggi), Sergio, Cois, Gregucci, Fusi, Sesia, Fortunato, Silenzi, Francescoli, Jarni (al 72' Sinigaglia). A disposizione: Pastine, Sottil, Delli Carri. All.: Mondonico.
Arbitro: Beschin di Legnago.
Reti: Esposito 2'.
Spettatori: 12.743 di cui 10.252 abbonati e 2.491 paganti.
Note: Ammoniti Scienza, Sergio e Fusi.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 21 marzo 1994]
Le solite numerose, si dovrebbe dire croniche, assenze, la consueta voglia di fare, per fortuna, ma tanta stanchezza e qualche cervello mandato in tilt dalla ormai drammatica telenovela societaria. E concentrazione a livello zero in avvio di partita (minuto primo e quarantasette secondi) quando Morello di testa ed Esposito di piede hanno palleggiato comodamente davanti a Galli prima di batterlo. A seguire, ottantotto minuti e più di ammucchiata foltissima degli uomini di Marchioro in ''difesa-speranza'' (di salvezza). Un copione già letto mille volte quando i tornei vanno verso l'epilogo. E nel copione ci stanno anche i contropiede (due soli, ma pericolosi) che il Toro ha patito nel lunghissimo periodo della sua vana ma soprattutto poco lucida pressione. Mondonico aveva tentato, per necessità, la carta di Jarni più avanzato, quasi ala sinistra, lasciando più arretrato sulle fasce Sergio dietro il croato, e Mussi dall'altra parte. Ma proprio il più lucido, Mussi, è rimasto in campo solo quarantacinque minuti. Un ''avviso di contrattura'' ha consigliato la sostituzione. Al suo posto Poggi, per aumentare la potenza offensiva, ma non ci sono dubbi che senza l'acciacco di Mussi in spogliatoio sarebbe rimasto qualche altro. Fra Jarni e Sergio c'era solo l'imbarazzo della scelta. Flebile nella spinta sulle fasce, il Toro di Silenzi, Poggi e Fortunato è andato a "morire" nel folto della retroguardia emiliana, toccata anche dalla grazia in una giornata in cui il più affannoso dei rilanci finiva sui piedi di Scienza e di Morello, cui sarebbe toccato di organizzare e condurre le risposte, almeno per far prendere fiato. In questa situazione, la miglior punta granata è stato Gregucci, arrivato magari troppo tardi al top della forma (che sia l'amicizia con Calleri a caricarlo?), ma adesso vero dominatore in difesa e pronto ad inserirsi in avanti sui calci piazzati. Mateut e la malasorte hanno negato il pareggio (che sarebbe stato legittimo, sia chiaro) allo stopper granata. Qualcosa ha bloccato anche Silenzi, iellato in una splendida girata al volo appena fuori misura e poi colpevole in una sciagurata deviazione di testa. La presenza di Sacchi non è stata un talismano per il bomber granata. Una squadra, il Toro, che non ha neppure uomini validi nel tiro dalla distanza. E ieri, assente Carbone, non aveva neppure un uomo dallo scatto breve da usare fra le linee della barricata avversaria. Niente da fare così per ottanta minuti buoni giocati in avanti, senza gli elementi adeguati e la freschezza necessaria. E' rimasta la voglia di premere e di correre, e questo è già un miracolo nella situazione attuale del gruppo granata, con molti giocatori che trascorrono le ore tra allenamenti e partite per discutere con i loro procuratori e pensare al futuro. Non ci si attacchi, adesso, alla solita storia del quanto guadagnano i calciatori, torinisti compresi. Se i padroni del pallone hanno negli anni provocato i disastri attuali (non solo nel club granata, ma intanto pagano Toro e Napoli), non si può chiedere adesso a chi è nella mischia di vergognarsi, o di autoridursi lo stipendio. Che pensino al loro domani è legittimo, che ancora si battano è confortante. La Reggiana ha colto il massimo con il minimo sforzo offensivo. La truppa di Marchioro ha rinunciato alle sue caratteristiche di gioco, tornando di qualche decina di anni indietro nella storia del calcio. ''Resterete in serie A'' gridavano ai fans reggiani le sparute ma rumorose truppe del tifo granata. Sul campo, Esposito e il Toro hanno fatto il resto.