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Delle Alpi
18/09/1994
h.16.00
TORINO - PADOVA 2-0 (0-0)
Torino
: Pastine, Falcone, Sogliano (all'86' Maltagliati), Scienza, Torrisi, Pessotto, Angloma, Cristallini, Silenzi (al 79' Luiso), Abedì Pelé, Bonetti. A disposizione: Simoni, Sinigaglia, Petrachi. All.: Rampanti.
Padova: Bonaiuti, Balleri, Gabrieli, Coppola, Rosa, Lalas, Perrone (al 65' Pellizzaro), Zoratto (all'86' Nunziata), Galderisi, Longhi, Maniero. A disposizione: Dal Bianco, Zatatrin, Fontana. All.: Stacchini e Sandreani.
Arbitro: Bolognino di Milano.
Reti: Scienza 62', 72'.
Spettatori: 18.690 di cui 13.948 abbonati e 4.742 paganti per un incasso di 148.950.000 lire.
Note: Ammoniti Bonetti, Pessotto, Scienza, Lalas e Balleri, calci d'angolo 5-5.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 19 settembre 1994]
Pozzo di Scienza. La battuta viene perfino troppo facile. E non è un caso che sia stato proprio il ragazzo più sorprendente dell'inizio stagionale dei granata a confezionare un paio di gol di estrema bellezza (16' e 26' del secondo tempo). Il che, ed era davvero facile prevederlo, comporta conseguenze ed effetti miracolosi per l'ambiente dopo i grigiori di due partite pericolosamente sterili: ingrassare la classifica, ridare la giusta pressione al sangue dei tifosi e tranquillità a un ambiente (giocatori compresi, questo è ovvio) che rischiava di farsi saltare i nervi e di entrare in uno stato ansioso cronico. Con la partita di ieri, il Toro non si è certo trasformato: i miracoli li fanno i santi; non è diventato una macchina che macina gioco e gol nè, tantomeno, un gruppo di fenomeni. Però ha dimostrato, pure a se stesso, che con la concentrazione e la grinta si possono ottenere buoni risultati e affrontare dieci duri mesi con estrema dignità. E pensare che i sintomi (primo tempo) erano tutt'altro che promettenti: si notava tanta, troppa paura (anche nel Padova, per la verità), dunque le iniziative erano frenate, gli esterni (Angloma e Bonetti) erano obbligati a convergere risultando per nulla utili in verticale, Pelé flottava (bene, bisogna ammetterlo) troppo indietro rispetto a Silenzi nonostante sabato abbia confessato di prediligere una zona operativa più avanzata e nonostante Rampanti avesse rinunciato a Rizzitelli. E a Pennellone pervenivano, ahinoi, messaggi difficili da interpretare o da trasformare in azione offensiva di un certo peso. Il Padova non faceva di meglio con Galderisi e Maniero (che ha però colpito una traversa) ed era logico che i portieri vivessero mezzo pomeriggio di assoluto riposo. La difesa granata non commetteva errori (finalmente, tutto merito della concentrazione), ma in mezzo al campo si notavano stranezze inattese: Pessotto entrava di rado in partita, Cristallini sbagliava tanti palloni e Scienza avvertiva fin troppo il peso di grosse responsabilità mostrando molte sbavature (si faceva ammonire e rischiava perfino la seconda ammonizione, un giocatore corretto come lui!). Nel secondo parziale la musica era diversa, Rampanti aveva sicuramente strigliato i ragazzi. Ed erano più precisi i suggerimenti di Cristallini, e più potente e verticale diventava l'azione di Pessotto (suo l'assist nel primo gol). Scienza non ribadiva le ingenuità precedenti e, come spieghiamo nella cronaca, regalava ai tifosi un paio di prodezze che avrà già collocato fra i suoi ricordi più belli. Scienza è stato il finalizzatore di un lavoro ai fianchi svolto da tutti: da Silenzi, sì anche da lui, da Angloma e Bonetti, da Cristallini e soprattutto Pessotto, e da quel funambolo di Abedì Pelé, il quale entra, giorno dopo giorno, sempre più nel cuore del popolo torinista. La difesa? Benone. Il Padova era organizzato bene nel primo tempo con Gabrieli (settore sinistro), con Lalas e Rosa, però il tandem centrale non poteva più mettere pezze quando nel secondo tempo il centrocampo (Zoratto, Coppola e Perrone, poi Pellizzaro) era infilato dalla fanteria leggera granata. E una volta trovata la chiave di lettura di una partita che poteva restare ermetica come una cassaforte di cui non si conosce la combinazione, per i granata tutto filava liscio. Ed era festa sugli spalti.