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Tardini
02/10/1994
h.15.00
PARMA - TORINO 2-0 (0-0)
Parma
: Bucci (all'83' Galli), Mussi (al 72' Castellini), Di Chiara (al 52' Crippa), Minotti, Apolloni, Fernando Couto, Brolin, Baggio, Sensini, Zola, Branca. A disposizione: Pin, Lemme. All.: Scala.
Torino: Pastine, Angloma, Caricola (al 60' Tosto), Falcone, Torrisi, Maltagliati, Rizzitelli, Scienza, Silenzi, Abedì Pelé, Pessotto. A disposizione: Simoni, Cristallini, Sinigaglia, Luiso. All.: Sonetti.
Arbitro: Pellegrino di Messina.
Reti: Zola 57', Branca 83'.
Spettatori: 23.409 di cui 19.542 abbonati e 3.867 paganti per un incasso di 133.845.000 lire.
Note: Ammoniti Caricola, Apolloni e Branca, calci d'angolo 3-2 per il Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 3 ottobre 1994]
Ad essere severi, se il Parma che ha battuto il Torino è il primo della classe, siamo capitati evidentemente nel campionato dei somari, dove può vincere chi gioca male. Il Parma infatti ha giocato male. Spulciando le note di cronaca non ritroviamo una sua palla gol che sia stata nitida, oltre alla rete di Zola, frutto della tenacia di Mussi e della tecnica del sardo-mignon. E se ci interroghiamo sulle impressioni dobbiamo chiederci dove sia finita la squadra spettacolare e vibrante che ammirammo gli anni scorsi: in questo avvio di stagione la strada dell'utilitarismo è diventata più larga della via Emilia, il miracolo di Scala si è uniformato alle realtà che i guru del bel gioco disprezzavano. Persino il possesso di palla, l'unità con la quale pare che si misuri il calcio moderno, è diventato un optional. Pim-pum-pam. Ritmo basso, poco pressing, lanci lunghi a cercare le punte, la fantasia di Zola più dell'organizzazione in attacco, una buona difesa. Forse ò proprio per questo che il Parma oggi è in testa. La vittoria sul Toro è pesante, come tutte quelle che piovono oltre i meriti. Fino al rigore che Pellegrino ha concesso a Zola con troppa larghezza o troppa ingenuità, ignorando anche un fallo precedente su Rizzitelli, i granata erano apparsi perfettamente alla pari con i primi in classifica. Avevano subito un gol, quello di Zola, all'11' della ripresa, che avrebbero potuto evitare stroncando con più mestiere la fuga di Mussi. Ma immediatamente avevano reagito. E nel primo tempo - Sacchi dixit - la partita era stata soprattutto del Toro. Confessiamo che si era preparati a tutt'altro match. Le indicazioni sui granata erano negative, nonostante le due vittorie consecutive con la gestione di Rampanti e di Vieri. Squadra leggera, acerba, grezza. Invece Sonetti, alla sua prima uscita in panchina (si fa per dire, l'abbiamo visto sempre in piedi appoggiato alla tettoia), ha messo insieme una formazione corta che ha avuto in Angloma l'uomo capace di ergersi una spanna sopra a tutti. Il francese ha fornito la spinta, schiantando Di Chiara, uscito all'inizio della ripresa con una gamba fuori uso. Forse è stata una distorsione cromatica (come i biondi, anche i neri si notano di più), ma lui e Pelò sembravano ovunque. L'ex stella del Marsiglia giocava dietro a Rizzitelli e Silenzi, recuperava molti palloni, da centrocampista puro. Il suo limite è che da tanto prodigarsi alla fine non si strizza un tiro in porta o un assist importante. Da un giocatore con la sua tecnica ci si attende qualcosa in più della fatica di cucire il gioco. Con la difesa a cinque, Maltagliati e Falcone bravi a scambiarsi Zola e Branca come nella zona, il Toro ha retto bene il morbido urto parmigiano. Anzi ha preso l'iniziativa, con un pressing discreto e scambi ravvicinatissimi: Silenzi, poveraccio, doveva sobbarcarsi anche la fatica di rientrare e controllare i balzi di Couto, nelle occasioni in cui il portoghese avanzava. Ne veniva che il Pennellone granata stava spesso lontano dalla porta, castrato nei propri compiti di punta. Qualcosa di più giungeva dal gran muoversi di Rizzitelli. Nell'economia dell'attacco invertire i ruoli tra i due sarebbe una mossa intelligente, perché l'ex romanista è più tecnico e Silenzi è forte quando sta in area. Ma sono appunti per il futuro. Nel presente è piaciuta l'aggressività, se non il modo di arrivare in porta. Pessotto e poi Scienza (sottotono) erano quelli che impegnavano Bucci da lontano. Nel Parma non c'era il solito peso a centrocampo, né la brillantezza nel passo. La rinuncia ad Asprilla, seppure l'Asprilla attuale, privava gli emiliani dell'uomo capace di saltare i difensori e scardinare gli equilibri. Branca, l'eroe dell'Olimpico contro la Lazio, era un'anima persa alla ricerca di improbabili palloni. I riflessi? Appannati. Eppure, e qui sta la qualità delle squadre importanti, dal suo nulla il Parma traeva il gol di Zola. Poi il rigore per un'ipotesi di contatto di Angloma con il sardo-mignon che volava a terra con una graziosa piroetta. Furbo Zola, poi onesto ad ammettere la furbata: tuttavia una comoda onestà. Le azioni principali. 3'. Da Pelé ad Angloma, che di tacco serve Rizzitelli. Fuori di poco. 14'. Primo tiro del Parma, di Fernado Couto. Pastine si arrangia. 32'. Tiro di Baggio dalla distanza, la palla ha un effetto strano che per poco non sorprende Pastine. Il portiere blocca. 35'. Bella azione del Toro con tiro di Angloma che sfiora Silenzi e picchia sul palo, ma Rizzitelli era in fuorigioco. 43'. Incursione di Angloma a destra che da posizione angolata impegna Bucci. 10' st. Difficile parata di Bucci su un bel tiro di Pessotto. 11'. Mussi recupera palla e affonda l'azione saltando un paio di granata, accentrandosi. Il terzino serve Zola, che si libera di Torrisi e segna: 1-0. 13'. Conclusione impegnativa di Scienza da 25 metri. Bucci non viene sorpreso. 22'. Cross di Brolin, la difesa del Toro respinge fuori area e Crippa dal limite impegna Pastine in una parata bassa. 38'. Zola entra in contatto con Angloma, l'impressione è che sia il parmigiano a cercare il contatto. Rigore realizzato da Branca: 2-0.