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Delle Alpi
09/04/1995
h.16.00
JUVENTUS - TORINO 1-2 (1-2)
Juventus
: Peruzzi, Ferrara, Torricelli (al 56' Marocchi), Carrera (al 71' Di Livio), Kohler, Paulo Sousa, Deschamps, Conte, Del Piero, R.Baggio, Ravanelli. A disposizione: Rampulla, Porrini, Grabbi. All.: Lippi.
Torino: Pastine, Angloma, Pessotto, Falcone (all'81' Lorenzini), Pellegrini, Maltagliati, Sogliano, Scienza, Rizzitelli, Abedì Pelé, Cristallini. A disposizione: Simoni, Sinigaglia, Bernardini, Osio. All.: Sonetti.
Arbitro: Cesari di Genova.
Reti: Rizzitelli 6', 34' (T), Aut.Maltagliati 23' (J).
Spettatori: 43.791, tutti paganti, non erano validi gli abbonamenti.
Note: Ammoniti Deschamps, Scienza, Kohler e Ferrara. Espulsi Paulo Sousa e Sogliano.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 10 aprile 1995]
Il risultato non dice tutto, è un misericordioso sudario che copre le piaghe della Juve capolista. Il Toro avrebbe meritato di vincere di goleada, altro che per uno scarto così striminzito. Due derby, due vittorie. E quel demonio di Rizzitelli, quattro reti fra andata e ritorno. Nostra Signora della Creatina accenda un cero al Milan, che passa a Parma e le permette di conservare i nove punti di margine. Non c'è partita. Una squadra contro un branco, fiammeggianti moschettieri - Angloma, Rizzi, Pelé, Pessotto - contro campioni trafitti dai primi caldi (forse) e per questo così bolsi, così molli da agevolare in tutto e per tutto la marcia dei granata. L'assenza di un trascinatore come Vialli pesa più della presenza del Codino. Né il frettoloso recupero di Ravanelli contribuisce a rendere affilato il tridente di riserva. Sempre all'ultimo momento, al Toro viene a mancare Silenzi (caviglia ko), ma nessuno se ne accorge. Sonetti azzecca tutto, Lippi quasi niente. Quel Ferrara parcheggiato sulla destra, come un'auto abbandonata, senza punti (e punte, soprattutto) di riferimento, scompagina le geometrie della Juve e fortifica il pressing del Toro, che carica sempre a ragion venduta. Se poi anche Sousa sbaglia partita e si fa espellere (al 19' della ripresa), tanto vale mettersi il cuore in pace e sciogliere inni, strameritati, al fosforo e al tremendismo dei torinisti. Madama ha gambe di piombo e riflessi di marmo. Basta una timida pressione di Pelé per mandare in tilt Carrera, il cui goffo rilancio viene addomesticato da Scienza a beneficio di Rizzitelli, lesto a buggerare Peruzzi. Naturalmente, Rizzi non era solo, ma solissimo. Le vampate del Toro abbagliano. Pellegrini è l'estremo baluardo davanti a un Pastine che gli avversari chiamano in causa assai di rado. Maltagliati si dedica a un Ravanelli che sta in piedi per scommessa. Falcone non molla mai Del Piero e Sogliano si arrampica su Baggio. Sulle fasce, Angloma domina a destra, là dove Torricelli è un giunco alla mercé di un uragano, e forse proprio per questo almeno all'inizio - Lippi gli affianca Sousa, pedinato da Scienza, strappandolo dal centro de! Ring. Un altro errore. A sinistra, Pessotto fa quello che vuole con un Ferrara palesemente fuori posizione. Pelé è una pantera in agguato perenne. Porta a spasso Deschamps, punta dritto verso Peruzzi, sradica palloni su palloni, stimola Rizzitelli, che Kohler e Carrera pedinano con censurabile sussiego. Conte, il più lucido degli juventini, è costretto a sdoppiarsi, fra Cristallini e Pelé, quando il fantasista s'imbosca nel suo settore. La Juve avanza con la leggerezza di un Tir. Il Toro ne ostruisce l'asfalto con poderosi tronchi d'albero. Il Grigione, il Codino e il Talentino tentano invano di aprirsi dei varchi. E' soltanto su punizione che i senza Vialli arrivano a stuzzicare Pastine. E non a caso, proprio su punizione, battuta da Baggio e pizzicata da Maltagliati, pareggiano. L'autogol produce sul Toro l'effetto che può suscitare una fastidiosa mosca. Tempo undici minuti scarsi, e rieccolo in vantaggio. Torricelli perde palla sulla tre quarti, Pelé sguinzaglia Angloma che irride Sousa con un tunnel alla Sivori e pesca Rizzitelli a centro area, fra Kohler e Ferrara, in versione statuine del presepe. Rizzi incorna di giustezza nell'angolo. La ripresa è una sterile processione della Juve, alla quale, specialmente nel finale, gli assatanati "cugini" oppongono furenti contropiede. Baggio gira al largo, idem Del Piero. Per battersi, Ravanelli si batte: ma le munizioni? Il Toro rincula e riparte, agevolato dalla cacciata del portoghese. Non concede che qualche mischia. Il filtro dei centrocampisti è assiduo, Falcone, Maltagliati e Sogliano possono vivere di rendita. Lippi avvicenda Torricelli con Marocchi e troppo tardi - al 26', addirittura - toglie un difensore (Carrera) e propone un tornarne (Di Livio). Sarà il Borussia, sarà il calo di tensione dovuto alle liete notizie che rimbalzano da Parma, sta di fatto che la Juve disputa un secondo tempo disastroso, senza costruire lo straccio di un'occasione. Pelé, Rizzitelli e Angloma la graziano a ripetizione. La staffetta tra Falcone (crampi) e Lorenzini, l'espulsione di Sogliano non cambiano di una virgola la sostanza e la morale del derby. Vince l'unica squadra in campo. Vince il Toro famelico e italianista di Sonetti. Il risultato è una bugia. Non è stata una partita, è stata una lezione.