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Delle Alpi
14/05/1995
h.16.00
TORINO - CREMONESE 1-1 (0-0)
Torino
: Simoni, Angloma, Pessotto, Falcone, Pellegrini, Maltagliati, Rizzitelli, Scienza (al 59' Bernardini), Osio (al 70' Lorenzini), Abedì Pelé, Cristallini. A disposizione: Piazza, Sogliano, Sinigaglia. All.: Sonetti.
Cremonese: Turci, Garzya, Milanese, De Agostini (al 78' Ferraroni), Dall'Igna, verdelli, Chiesa, Giandebiaggi, Florijancic (al 58' Cristiani), Nicolini, Tentoni. A disposizione: Razzetti, Gualco, Pirri. All.: Simoni.
Arbitro: Cardona di Milano.
Reti: Chiesa 66' (C), Rizzitelli 74' rig. (T).
Spettatori: 16.264 di cui 13.970 abbonati e 2.294 paganti per un incasso di 69.820.000 lire.
Note: Ammoniti Cristiani e Nicolini.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 15 maggio 1995]
Europa, addio. Il pari, confezionato da Chiesa (22' del st) e da Rizzi-gol (7' dopo, su rigore) serve solo ai lombardi in chiave salvezza. L'ultima chance granata se ne va dunque contro la Cremonese. E i rimpianti sono pochi per un Toro che si sveglia quando è tardi. Ci spieghiamo: per poco più di un'ora, fino al gol rocambolesco messo a segno da Chiesa, i granata non dimostrano di ascoltare le quotidiane lamentele (giustissime) di Sonetti, che pretende una squadra frizzante, reattiva, non appagata. E un cuore-Toro. Parole e speranze inutili. I torinisti si muovono al ralenti, hanno poche idee e confuse. I baldi giovanotti ammirati per 2/3 di stagione sembrano avere la pancia piena. Oppure sono stanchi. La recita è dunque modesta. D'accordo, la Cremonese usa armi ultraconvenzionali, marcatura a uomo che prevede consegne precise: seguire l'avversario anche se va negli spogliatoi a far pipì. Perciò la partita somiglia a un'esibizione di ping pong: difficile vedere palloni rasoterra e più di tre passaggi consecutivi. La marcature stretta crea difficoltà a Pelè, che pure per tre volte va a cercarsi gloria in area (una sola otterrà il riconoscimento del penalty). Ed è logico che le difese godano più degli attacchi, Maltagliati e Angloma soprattutto nel Toro, e Milanese, Verdelli e Dall'Igna nel gruppo lombardo. Simoni è bravo anche ad alzare argini efficaci nei settori laterali, a destra con Chiesa (solo dal 7' del st, quando esce Florjancic, farà la seconda punta) che limita le potenzialità di Pessotto, e a sinistra con il potente Milanese, pronto a evitare le scorribande di Angloma. Ma le rivelazioni toriniste, da Pessotto a Falcone, da Scienza a Cristallini, sembrano copertoni logori invece che le ruote rapidissime ammirate fino a un mese fa. Dunque ecco di nuovo un Toro più addormentato che scatenato. Scherzi da imborghesimento? Sonetti sa. La storia di ieri è comunque questa: la squadra granata va a singhiozzo, quasi tutti a corrente alterna. Angioma è il più continuo con Maltagliati, Rizzitelli comincia benissimo (palo con colpo di testa), poi si perde in dribbling e raffinatezze insistite, e comunque si ritrova negli ultimi 20'. Osio ci mette la buona volontà, ma non basta, perchè sbaglia un gol (tuffo di Turci in uscita) e non costruisce nulla di decisivo. La gara fila in pieno equilibrio. Il risultato pare protetto da questa situazione generale. E, soprattutto, da Turci. Se infatti il Toro ha un Angloma in più (stupenda la sua colombella al 32'), la Cremonese ha in porta un acrobata sempre pronto: dopo un paio di sfarfallii in cerca di improbabili palloni, mette in fila una serie di ottimi interventi atletici. Non sarà altrettanto efficace Simoni. Per fortuna, davanti a lui Maltagliati spazzola tutto, come quei macchinari che di buon mattino puliscono le strade. In mezzo al campo si nota più la presenza di Giandebiaggi e Nicolini che dei centrocampisti del Toro. Florjancic, quasi nullo, viene rimandato negli spogliatoi (7' st). Chiesa, allora, fa la punta con Tentoni. E la Cremonese incide di più anche se le squadre paiono, tutto sommato, appagate. Però succede l'inimmaginabile: è il 22', un caos enorme si crea nell'area granata, e quando Simoni (che differenza tra lui e Turci!) non risolve il rebus, Falcone non interviene per non disturbare il collega e a Chiesa non resta che infilare un pallone deviato, in maniera ininfluente, da Maltagliati. Arriva il cambio di rotta, anzi di marcia. Il Toro si sveglia, agguanta l'avversario. Ci riesce con Rizzi-gol. E poi, quando il tabellone annuncia che Inter, Fiorentina e Cagliari perdono, si scuote di più. Ma accarezza solo, con Rizzitelli (palla fuori di poco), Pessotto (idem) e Angloma (altro sontuoso balzo di Turci) il successo. Perché svegliarsi tardi, dunque? Morale: Europa come una chimera.