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Delle Alpi
18/02/1996
h.15.00
TORINO - INTER 0-1 (0-1)
Torino
: Caniato, Falcone, Bacci, Cristallini, Maltagliati, Cravero, Bernardini (al 73' Dionigi), Angloma, Rizzitelli, Milanese, Karic (al 78' Bernardi). A disposizione: Biato, Sogliano, Minaudo. All.: Scoglio.
Inter: Pagliuca, Festa, Pistone, Fresi, Paganin, Bergomi, Zanetti, Ince, Ganz (all'89' Dell'Anno), Carbone (al 78' Bianchi), Branca (all'83' Fontolan). A disposizione: Landucci, Centofanti. All.: Hodgson.
Arbitro: Braschi di Prato.
Reti: Branca 15'.
Spettatori: 24.914 di cui 13.723 abbonati e 11.191 paganti per un incasso di 374.690.000 lire.
Note: Ammoniti Cristallini, Rizzitelli e Festa.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 19 febbraio 1996]
I santi in paradiso non servono, vecchia storia. Servono in terra e, possibilmente, nei piedi. Branca non sbaglia, Rizzitela sì. Stessa azione (più o meno), stessa soluzione (pallonetto comodo comodo). Il succo di Torino-Inter è tutto qui, il resto si perde nel tepore del primo sole, nell'angoscia degli uni, nell'affanno degli altri. Il Toro non meritava di perdere, così come l'Inter di vincere, ma questa volta l'arbitro non c'entra, la morale è di una semplicità disarmante: se Rizzitelli - l'uomo simbolo, non un trascurabile gregario - si mangia due gol, quello descritto e un altro non meno ghiotto; se la traversa assorbe una memorabile legnata di Cristallini; se Karic s'impappina sul più bello; e se Pagliuca salva il risultato su Cravero e Dionigi, non resta che battersi il petto e mandar giù l'ennesimo rospo. Nessun allenatore può fare miracoli, neppure Scoglio. Specialmente in assenza dell'unico dispensatore di fantasia, Pelé. Un vuoto che pesa molto più della latitanza di Roberto Carlos e Berti. In trasferta, l'Inter non vinceva dal 7 maggio dell'anno scorso (3-1 a Napoli). Il Toro le porta bene, visto che da quattro partite fa regolarmente il pieno. Certo, quella di passaggio al Delle Alpi è una delle più sgangherate Inter della storia. Per un tempo, gioca alla pari: poi, però, si sfarina, imbarcando calci d'angolo (10 a 0) e rischiando l'osso del collo. Roy Hodgson si iscrive a un corso accelerato di italianismo, prova ne sia il cinico catenaccione sbandierato nella ripresa. Per carità, le ruggini di Firenze non vanno assolutamente trascurate, ci mancherebbe, l'importante è che poi non ci vengano a {tarlare di dolce stil novo. Sotto 'incalzare del Toro, Hodgson toghe prima Carbone, quindi Branca e infine Ganz. Allegria. L'avesse fatto Bianchi o il Trap, sai lo sdegno. Il Toro sconta un mercato equivoco e il tradimento del suo capitano. Cravero non lesina sortite, puntualmente coperto da Bacci, Maltagliati e Falcone si scambiano Branca e Ganz, limitando i danni ma non i brividi (Falcone, soprattutto). Sulle fasce, Bernardini si scorna con la coppia Carbone-Pistone, e Milanese macina Zanetti (salvo proporre ingovernabili parabole). A centro campo, il duello fra Cristallini e Ince è esplosivo, mentre Angioma non solo prende per il bavero l'imbranatissimo Fresi, ma, spesso, si aggiunge in attacco a Rizzitelli e Karic, U cui ondeggiamento da sinistra a destra non solleva che uno sterile polverone. La partita è ruvida nei tackles e modesta, molto modesta, nei contenuti. Un'uscita gialappesca di Pagliuca e un esilarante liscio di Pistone tracciano il solco. Segna, Branca, al culmine di un sostanziale equilibrio. Costretto a sbilanciarsi, il Toro riesce a sfondare sul centro-destra della difesa interista, là dove Bergomi e Festa palesano allarmanti distonie. Per i nostri gusti, Scoglio sacrifica troppo Bacci, anche perché l'Inter non esce quasi mai di casa. Paganin svetta nei grappoli, Rizzitelli grazia Pagliuca, Cristallini non ha fortuna. L'Inter rincula sempre più, sino ad attestarsi al limite della propria area. I granata ci mettono il cuore. Non basta. Il professore ricorre a Dionigi e Bernardi (fuori Bernardini e Karic). Non basta nemmeno questo. Chi sbaglia, paga: e, per la cronaca, sbaglia anche Cravero: almeno lui, però, con il concorso del portiere. Il secondo tempo dell'Inter è inguardabile. Branca e Ganz isolati, Carbone vacuo, Fresi imbambolato. Non ci fosse Ince, ne vedremmo delle belle. Il Toro carica a testa bassa, crea mischie, spaventa i rivali, rischia qualcosina in contropiede, ma i santi non hanno memoria né anima. E così tutto comincia e tutto finisce nel segno di Branca e Rizzitelli, i punti estremi, e opposti, di una classifica sempre più avvilente.