WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
Delle Alpi
22/12/1996
h.14.30
TORINO - CASTELSANGRO 1-0 (1-0)
Torino
: Casazza, Longo, Cevoli, Maltagliati, Martelli, Sommese (al 75' Fiorin), Cristallini, Scarchilli, Rocco (al 70' Cravero), Ferrante, Florijancic (al 62' Cammarata). A disposizione: Santarelli, Nunziata, Lombardini, Ipoua. All.: Sandreani.
Castelsangro: De Juliis, Martino, Fusco, D'Angelo, Cei, Prete, Bonomi (al 78' Bonomi), Alberti, Michelini, Galli, Pistella (al 53' Cristiano). A disposizione: Lotti, Altamura, Terrera, Rimedio, Di Fabio. All.: Jaconi.
Arbitro: Preschern di Mestre.
Reti: Ferrante 22'.
Spettatori: 11.856 di cui 8.146 abbonati e 3.710 paganti per un incasso di 59.090.000 lire.
Note: Ammoniti Ferrante, Longo, Bonomi e Cevoli, Espulso al 21' Michelini per doppia ammonizione.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 23 dicembre 1996]
Tre punti d'oro e una valanga di fischi. Così il Toro ha chiuso il suo anno più nero mentre la Maratona invitava il Castel di Sangro sotto la curva per applaudire, sportivamente, la squadra del paesino abruzzese che, in dieci per oltre un'ora, aveva messo in difficoltà i granata sino all'ultimo istante. La contestazione, con cori e striscioni, obiettivo il solito Calieri, si è estesa ben presto anche alla squadra con un'intensità mai raggiunta nel corso della stagione. I giocatori sono stati prima invitati a tirare fuori gli attributi, poi mandati a lavorare e, infine, sonoramente fischiati mentre le azioni degli avversari venivano accompagnate con degli «ole». Un brutto Toro, mentalmente bloccato anche sull' 1 -0. Al Castel di Sangro è bastato mantenere invariata la sua organizzazione difensiva (Cei libero e rapidi contropiede di Pistella e Galli) per mandare in affanno i granata. Casazza non ha dovuto effettuare interventi decisivi, ma ha corso dei rischi su un paio di incertezze, una di Maltagliati e l'altra di Longo, non sfruttate al meglio dal Castel di Sangro. Sandreani sapeva che la partita, per il clima ai tensione che l'aveva preceduta, nascondeva più insidie sotto l'aspetto psicologico che tecnico. I granata, giovani e meno giovani, vanno in stato confusionale non appena il pubblico disapprova. Una crisi d'identità che si ripercuote sul loro rendimento e fa sbagliare le giocate più elementari. Il tecnico granata, inoltre, conosceva il temperamento battagliero degli avversari, la loro voglia di mettersi in vetrina per dimostrare di essere più forti della sfortuna che li ha colpiti. Per questo Sandreani aveva chiesto il risultato nudo e crudo, tre punti buoni per muovere la classifica e riportarsi vicino alla zona-promozione. Il tutto in attesa del match con la Reggina del 5 gennaio, dal quale il tecnico cerca il rilancio definitivo. Ma ci vorrà un Toro ben diverso da quello balbettante di ieri che ha vinto con un colletto di rapina di Ferrante, in mischia sotto porta, dava il colpo di grazia al pallone, calciato dalla bandierina da Florijancic e corretto di testa da Rocco. Correva il 23' e da due minuti il Castel di Sangro giocava in inferiorità numerica per l'espulsione di Michelini, ammonito due volte. Non era mai successo che il Toro riuscisse a portarsi in vantaggio nel primo tempo, ma il gol non sbloccava la squadra che ruminava un calcio prevedibile, povero di fantasia. Neppure con un uomo in più la manovra acquistava incisività. Con Scarchilli in giornata di scarsa vena e con Cristallini poco ispirato, non bastavano gli sforzi di Rocco e di Sommese per alimentare le punte. Galvanizzato dal gol, Ferrante provava a concedere il bis ma i suoi tiri non erano altrettanto fortunati: incocciavano i guantoni di De Juliis (35') o finivano a lato (40'). E solo una volta Florijancic aveva uno spunto all'altezza dei suoi mezzi ma trovava De Juliis piazzato. Anche nella ripresa, il Toro non affondava i colpi. Una volée di Sommese dalla lunetta era respinta sulla linea da Alberti. Nient'altro di importante nelle offensive toriniste, neppure con Cammarata al posto dell'evanescente Florijancic. Venivano fuori i limiti di un Toro spersonalizzato, troppo sensibile agli umori del pubblico e incapace di reagire e trasformare i fischi in applausi. Gli unici toccavano a Cravero, quando Sandreani decideva di mandarlo in campo al posto dell'esausto Rocco, protagonista di un debutto generoso anche se non sempre confortato da precisione. E la curva cantava vogliamo undici Cravero. L'ex capitano dava vita ad un paio di scambi di classe, esibendosi persino in un affondo, con un fendente che sfiorava il palo al 45'. Poi calavano le tenebre sul Toro e su una partita da dimenticare.