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Bentegodi
11/01/1998
h.14.30
CHIEVO - TORINO 0-2 (0-1)
Chievo
: Borghetto, Chiecchi, D'Angelo, D'Anna, Guerra (al 59' Lanna), Zauri, Zanchetta (al 66' Rinino), Melosi, Cinetti (al 50' Marazzina), Melis, Cerbone. A disposizione: Gianello, Lombardini, Cossato, Scardoni. All.: Baldini.
Torino: Pastine, Bonomi M., Fattori, Maltagliati, Tricarico, Nunziata, Brambilla (al 90' Ficcadenti), Sommese (al 46' Asta), Ferrante, Foglia (all'80' Carparelli). A disposizione: Biato, Cravero, Sandor, Citterio. All.: Reja.
Arbitro: Nucini di Bergamo.
Reti: Foglia 45', Ferrante 76'.
Spettatori: 4.420 di cui 1.933 abbonati e 2.487 paganti.
Note: Ammoniti Borghetto, D'Anna, Cinetti, Guerra, Nunziata e Brambilla.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 12 gennaio 1998]
Ottenendo il secondo successo in trasferta dall'inizio della stagione, 2-0 a Verona contro il Chievo, il Torino ha fatto un bel passo in avanti nella corsa verso la serie A. I granata hanno guadagnato due punti sulla seconda e la terza in classifica, Venezia e Cagliari, che hanno pareggiato il confronto diretto per 2-2 (l'imprendibile Salernitana aveva vinto sabato nell'anticipo con la Reggina), ma soprattutto hanno consolidato il quarto e ultimo posto utile per salire in A. Infatti il Verona, che era alla pari con il Toro, ha perso a Lucca e ora è staccato di tre punti. Sale a quattro lunghezze il margine su un'altra pericolosa concorrente, il Perugia, raggiunto in casa allo scadere dell'incontro dal Pescara. E proprio l'anticipo di sabato prossimo sarà Torino-Perugia. I granata privi di Lentini hanno giocato con praticità, segnando un gol per tempo. E' stato Foglia (nella foto) proprio allo scadere della prima frazione a girare in rete con rapidità un bel suggerimento di Sommese. Vantaggio meritato, dopo molte azioni pericolose mancate di poco. Nella ripresa si alternavano attimi di rilassamento a giocate autoritarie. Ma questa volta il Torino non cadeva nella trappola e non si faceva raggiungere, come in passato. Ferrante si faceva perdonare un errore dal dischetto per fallo del portiere avversario proprio su di lui, segnando due minuti dopo con una prodezza. Era il gol che chiudeva la partita. Dopo il match il presidente Vidulich non ha escluso per la prossima settimana movimenti di mercato. Un giorno discuteremo sull'importanza, anche dal punto di vista psicologico, di questo successo torinista. Per ora accontentiamoci di prendere atto dei 3 punti incamerati, con assoluta legittimità, qui a Verona contro il Chievo. I cazzotti del ko vengono sferrati da Foglia, sinistro volpino su suggerimento di Sommese al 46' del pt, e da Ferrante, piccolo grande capolavoro eseguito con destrezza, giravolta e rapidità di rapace d'area al 32' del st, due minuti dopo aver sbagliato un penalty. Tutto regolare, il punteggio è classico, almeno quanto netta appare la superiorità dei granata rispetto ai veneti. Dunque, Toro 4° in classifica, ma da solo. Reja è un tecnico che in panchina sposa la praticità, l'utilitarismo, e che alla vigilia non smette mai di sollecitare i suoi ragazzi con frasi stimolanti, come ''se siamo bravi e furbi, dimostriamolo, le parole servono a poco''. Detto e fatto. I ragazzi lo accontentano, a cominciare dai ventenni in carriera Sommese (autore di un assist) e Foglia (firmatario del primo gol e suggeritore del secondo), per finire a Ferrante, abbonato alle sigle d'autore, a Tricarico sempre più necessario nell'economia globale, a Nunziata, utile quanto è umile. Ciò senza dimenticare che il successo appartiene al collettivo, all'orchestra. Il Chievo viaggia a sprazzi, lampi che si perdono in una nebulosa di idee, in una preoccupante sterilità offensiva, e si limita ad esibire individualità come Zauri, Zanchetta, Meiosi e Marazzina. Di fronte, il Toro è una miniera di iniziative, di variazioni sui temi e, dettaglio alquanto inedito, una volta in vantaggio sa gestire il risultato, cosa che non gli riuscì a Monza e Reggio Calabria. C'è infatti una parte del match in cui il Toro non sa opporre che forza fisica al premere disperato e caotico del Chievo, disagio che dura più o meno una ventina di minuti, dall'inserimento di Marazzina (6' del st). Ma Reja, che ha occhi per vedere e labbra per parlare, già all'inizio del 2° tempo toglie Sommese (bravo quando il tecnico lo chiama a sinistra per tamponare le fregole di Zauri) e inserisce Asta a destra, più incline allo schema di contenimento. A questo punto Tricarico va sul versante opposto, prima su Zauri e poi su Marazzina, il quale sembra una bottiglia di spumante che però non ubriaca. Dunque, la vittoria granata porta le stimmate della praticità, dell'astuzia, della maturità. Tutte virtù germogliate nella gestione Reia. Ma attenzione, saremmo falsi testimoni se non denunciassimo anche ingenuità che vanno eliminate, pause, troppe e troppo vistose, rilassamenti che devono essere attivi e mai passivi in una squadra che punta alla serie A. Il 1° tempo, se si eccettua l'occasione (17') di Cerbone che davanti a Pastine cicca il pallone e una sua rovesciata (36'), il match lo conducono e lo rendono vivo i torinisti. Ed è una sinfonia di opportunità: 7', Ferrante dribbla Borghetto che però gli toglie subito il pallone; 9', Foglia obbliga il portiere alla parata; 12', ancora Foglia con tiro-cross su cui Ferrante s'inceppa da ottimo sito; 21', Tricarico rimette al centro per Ferrante che anticipa Borghetto, ma la palla fila via sul fondo; 28' Sommese taglia tutta la difesa, il suo diagonale è difficile per la deviazione di Foglia, che al 46' è pronto al boccone servito sul piatto da Sommese con azione che semina Zauri per strada. La ripresa comincia con qualche sofferenza, il Toro stenta a riprendere in mano il bandolo di una matassa che è più un groviglio che un filo logico. Al 7' Foglia alza troppo un cross di Asta, al 12' Pastine para sicuro su Zanchetta, poi entra in scena Brambilla dopo un 1° tempo scialbo: serve prima Tricarico (18' para Borghetto) e poi (30') Ferrante, il quale è abbattuto dal portiere. Rigore e il bomber lo sbaglia. Ma si rifà poco dopo, come già spiegato. Il match si spegne con il proiettile-piazzato di Pusceddu, deviato da Borghetto.