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Delle Alpi
13/06/1999
h.16.30
TORINO - REGGINA 1-2 (0-1)
Torino
: Pastine (al 35' Sorrentino), Bonomi, Fattori, Maltagliati, Sassarini, Sommese, Tricarico (al 56' Scienza), Scarchilli (al 70' Brambilla), Sanna, Ferrante, Artistico. A disposizione: Cudini, Comotto, Asta, Minotti. All.: Mondonico.
Reggina: Orlandoni, Di Sole, Ziliani (al 76' Cirillo), Giacchetta, Martino, Firmani, Poli, Cozza (al 78' Briano), Sussi, Artico (al 57' Pinciarelli), Possanzini. A disposizione: Belardi, Napolitano, Campo, Tomic. All.: Bolchi.
Arbitro: Bettin di Padova.
Reti: Cozza 28' rig (R), Ferrante 62' (T), Martino 65' (R).
Spettatori: 50.646, di cui 10.713 abbonati e 39.933 paganti (1.161.670.000 lire) per un incasso complessivo di lire 1.386.824.000 lire.
Note: Pomeriggio caldo, terreno in buone condizioni. Angoli 8-5 per la Reggina, ammoniti Sussi e Martino. Antidoping per Minotti, Artistico, Poli e Ziliani. Gli ultimi 20' si sono disputati con migliaia di tifosi al bordo del campo che hanno costretto l'arbitro Bettin a fischiare la fine della partita al 42' del secondo tempo.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 14 giugno 1999]
Un trionfo, per due. Memorabile. Toro in A dopo tre stagioni e Reggina in paradiso, per la prima volta nei suoi 85 anni di storia. Hanno vinto i calabresi, secondo copione, su un Toro ancora sotto gli effetti della sbornia promozione conquistata una settimana fa. Una ciliegina sulla torta granata il gol-record di Ferrante, che ha eguagliato Fanello a quota 26, o lo ha superato di una lunghezza secondo le raccomandazioni della Fifa di assegnare al tiratore anche le autoreti da lui provocate. Che incontro è stato? Non c'era, da parte del Toro, la voglia di far male in uno stadio che non era così gremito dalla finale di andata di Coppa Uefa con l'Ajax, sette anni fa. Oltre 50 mila spettatori, diecimila reggini. Affluenza e incasso record stagionale. Granata e amaranto i colori fusi insieme, con le tifoserie gemellate e i giocatori del Toro che facevano passerella prima del via, sfilando lungo la pista con i capelli del colore delle maglie e, sulla nuca, una A bianca. In campo anche lo showman Chiambretti. Con la maglia del Toro n. 40, simulava un calcio di rigore e raccoglieva l'ovazione della Maratona dalla quale veniva srotolata un'enorme striscione ritagliato come una maglia con il n. 12. Giusto. E si iniziava con qualche minuto di ritardo. Inevitabile. Dalla formazione annunciata in un primo tempo, spariva il nome di Lentini che, nel riscaldamento, accusava i postumi del malanno muscolare. Al suo posto Artistico. Una gran parata di Pastine (8') negava il gol a Possanzini, un ex primavera del Toro, liberato al tiro da Artico, ex juventino originario di Venaria. Poco' dopo, ancora Possanzini centrava l'esterno della rete e all'11' Pastine, di piede, sventava in corner, su Artico. Insisteva la Reggina, motivatissima a differenza di un Toro ormai scarico. Sfortunate due insidiosissime conclusioni di Martino e Firmani. Poi Bettin ravvisava gli estremi del rigore per un contrasto di Sanna su Cozza. Lo stesso Cozza, altro ex torinista, trasformava. Pastine, dolorante ad una spalla, chiedeva il cambio dando la possibilità a Sorrentino di debuttare in serie B. E Sorrentino si metteva subito in evidenza deviando in corner un destro ravvicinato di Possanzini. Emozioni di una partita a senso unico per la fazione calabrese. Ferrante reclamava un rigore per un sospetto intervento di Sussi, ma Bettin gli fischiava una punizione contro. Il bomber andava a bersaglio al 18' della ripresa. Su corner di Sommese, Ferrante colpiva di testa imprimendo al pallone una traiettoria arcuata che scavalcava il portiere e un difensore, infilandosi sotto la traversa. Incontenibile la gioia di Ferrante che alzava le braccia al cielo in segno di ringraziamento. Momento di panico per la Reggina che metteva le cose a posto riportandosi in vantaggio al 21' con una caparbia azione di Martino che, con un diagonale, infilava Sanna e Sorrentino. Era il gol che proiettava in A la Reggina su un campo tabù, sino a ieri. Dopo i bronzi di Riace, Reggio Calabria ha anche una squadra di calcio come fiore all'occhiello. Dopo il gol il match non aveva più storia. C'era solo più voglia di far festa, con i tifosi che scavalcavano la rete di recinzione. I poliziotti diventavano dei guardalinee aggiunti e, mano a mano che la folla aumentava, diminuiva il campo per destinazione. Bettin, all'ultima partita della carriera, fischiava la fine con circa tre minuti d'anticipo (per lui era il 90', come ha puntualizzato, e dunque tutto regolare) poiché era ormai impossibile continuare con più di cinquemila persone ai bordi del campo in attesa di stringere in un abbraccio-morsa le due squadre accomunate da un pomeriggio di gloria.