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Renato Curi
02/04/2000
h.15.00
PERUGIA - TORINO 1-0 (1-0)
Perugia
: Mazzantini, Ripa, Calori, Materazzi, Esposito, Tedesco, Olive, Milanese (al 58' Hilario), Aleinitchev (al 91' Melli), Rapajic (al 66' Bisoli), Amoruso. A disposizione: Sterchele, Rivalta, Campolo, Cappioli. All: Mazzone.
Torino: Bucci, Bonomi, Ficcadenti (al 73' Pecchia), Maltagliati, Tricarico (al 46' Scarlato), Galante, Brambilla, Diawara (al 63' Ivic), Coco, Sommese, Silenzi. A disposizione: Nista, Grandoni, Escalona, Jurcic. All: Mondonico.
Arbitro: De Santis di Tivoli.
Reti: Amoruso 22'.
Spettatori: 10.243 di cui 7.625 abbonati e 2.618 paganti.
Note: Ammoniti Brambilla, Diawara, Esposito, Aleinitchev, Maltagliati e Scarlato. Calci d'angolo 7-2 per il Torino, recupero 3' pt, 4' st.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 3 aprile 2000]
Ci sono modi e modi di salutare, ma questo del Toro - una fuga subdola, senza neanche avvisare - è proprio il peggiore: i granata stanno completando senza far rumore la loro breve passeggiata in serie A, ci erano appena tornati ed è già ora d'andarsene, come se restare all' altezza della propria tradizione fosse un disturbo insostenibile per questa squadra ormai vuota, frullata, desolante. Contro il Perugia di ieri (criticatissimo da Gaucci) avrebbe vinto l'ottanta per cento delle formazioni del campionato. Il diciannove per cento avrebbe pareggiato. Il Toro ha perso, ovviamente. Il bello è che tutto è accaduto senza che nulla sia successo, se si pensa che - a parte il gol di Amoruso - il primo tiro in porta è arrivato dopo ottantuno minuti (Esposito) e il secondo dopo ottantacinque (Scarlato), numeri che rappresentano fedelmente una partita povera come uno straccio vecchio. Alla fine Mondonico (il presidente Vidulich nega che la posizione del tecnico sia a rischio: "La colpa è di tutti" ma in settimana potrebbero esserci novità) ha raccontato di crederci ancora, in fondo il Perugia non ha mai tirato in porta. Alla fine Gaucci, megafono in doppio mento del silenzio stampa umbro, ha fatto molti complimenti al Toro e molti appunti ai suoi, un buon modo per sbrindellare la panchina di Mazzone senza nemmeno mai citarlo. Ma quelle parole, dell' uno e dell' altro, era pensieri sospesi sul vuoto di questo pomeriggio, che al Perugia almeno serve per scappare definitivamente dalla zona retrocessione (adesso lontana nove punti, ma per i sogni Uefa non si può sempre sperare negli aiuti del cielo) mentre al Toro dovrebbe servire quantomeno per dare un' occhiata a una realtà tragica, probabilmente definitiva. I granata hanno quattro punti di distacco dal Bari, il rivale più vicino (vicino?), ma soprattutto non hanno argomenti per recuperare il distacco, se non riescono nemmeno a rimediare un gol con questo Perugia di carta velina. Mazzone e Mondonico hanno giocato alla trincea, sperando in qualche imboscata improvvisa. E' andata bene a sor Carletto, che ha costruito tutto il suo godimento sull'azione del 22': punizione di Rapaic e testa in area di Amoruso, dimenticato da Tricarico. Uno a zero, troppa grazia. Il Toro ha reagito, certamente. Ha sfruttato gli sprazzi di Diawara (sua la cosa migliore, una percussione al 28' non capita da nessuno) e qualche ideuzza di Sommese, ma senza Ferrante, Mendez e Lentini i granata non hanno mai nemmeno annusato l' aria del gol, limitandosi a ricacciare palloni puntualmente respinti dai perticoni della difesa umbra, nella quale Calori è stato il più bravo di tutti. Il tecnico ha cambiato a ricambiato uomini e posizioni, ma se pensava di produrre elettricità ha invece creato soltanto confusione. Quando Diawara s'è arreso ai crampi, la storia è finita. Il Perugia, rintanato in area come un cucciolo spaventato, ha battuto il primo corner dopo 66 minuti e ha prodotto il primo contropiede dopo 81', ma Bucci ha fermato Esposito. Al Toro è mancato l' attimo, ma chi mai l' ha cercato, quell' attimo, con un minimo di vitalità? Le mischie davanti a Mazzantini non hanno fatto primavera, il primo tiro in porta di Scarlato (botta da fuori al 40' st, bravo Mazzantini) è stato soltanto un sussulto estemporaneo. Come la seria A.