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Delle Alpi
02/10/2000
h.20.45
TORINO - SAMPDORIA 1-0 (1-0)
Torino
: Bucci; Mandelli, M.Bonomi, Cudini, Mendez, Venturin, De Ascentis, Mora, Sommese (all'86', Brambilla), Ferrante (al 79' Asta), Schwoch (al 13' Pinga). A disposizione: Pastine, Citterio, Lopez, Tricarico. All.: Simoni.
Sampdoria: Sereni, Sakic, Grandoni, Conte, Manighetti (al 72' Polonia), Vasari, Ficini (al 46' Dionigi), Marcolin, C.Bonomi (al 72' Zivkovic), Flachi, Jovicic. A disposizione: Casazza, Stendardo, Matzuzzi, Sgrò. All.: Cagni.
Arbitro: Racalbuto di Gallarate.
Reti: Ferrante 21'.
Spettatori: 15.188 di cui 10.254 abbonati (dato definitivo) e 4.934 paganti per un incasso di 133.470.000 lire.
Note: Ammoniti Vasari, Cudini, De Ascentis, Manighetti e Conte.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 2 ottobre 2000]
Avevano cominciato, quelli del Toro, con i soliti venti minuti di noia, ma stavolta c'era stato pure qualche timido palpito: è stato il segnale che forse qualcosa poteva cambiare. Soprattutto, Simoni ha impostato un centrocampo più quadrato, anche se De Ascentis ha fatto parecchio fatica a entrare in gara, almeno fino a quando non è gli stato cambiato il ruolo. La Sampdoria ha tenuto in mano il filo del gioco, ma senza cambi di ritmo, e in quel momento il destino ha deciso che era arrivato il momento di dare una mano al Toro, che già dopo meno di un quarto d' ora aveva perso Schwoch per una ferita sotto il ginocchio: la circostanza ha però consentito a Simoni di registrare la squadra, ridisegnandola sulla base di una specie di 4-5-1 (o di 3-4-3, a seconda delle circostanze) decisamente più adatto allo sviluppo della partita: Mendez è andato a fare il terzino destro su Claudio Bonomi (ma dopo poco minuti, Simoni ha spedito in quella zona De Ascentis, con risultati migliori), Sommese e Pinga si sono messi a far da pendolo fra il centrocampo e l'attacco, togliendo ai difensori della Samp punti di riferimento. La mossa ha funzionato, perché al 21' Pinga ha liberato Mora sulla sinistra: il terzino ha sbucciato il cross (perdendo pure la scarpa) ma Ferrante ha capito una traiettoria con un attimo d' anticipo e il suo sinistro è schizzato sul corpo di Conte e quindi in gol. Che fosse una serata di buona sorte, s'è visto pure al 31', quando la Sampdoria ha finalmente trovato una buona combinazione: sul cross di Manighetti, Jovicic ha colpito di sinistro, prendendo però in pieno in palo. Sono stati, questi, gli unici tiri in porta di tutto il primo tempo, perché il Toro ha badato principalmente a controllare la situazione evitando i rischi, mentre i blucerchiati passeggiavano distrattamente senza accorgersi della situazione. Nella ripresa Cagni ha inserito la terza punta, Dionigi (su cui è passato Cudini, con Mendez prima e De Ascentis poi su Flachi), e soprattutto ha chiesto un po' di convinzione in più. Così il Toro ha passato un quarto d' ora terribile, con la Samp che s' è riversata nell' area granata scatenando mischioni giganteschi nel quale Bucci s'è salvato con i pugni e con i rimpalli. Un po' di fiato l' ha restituito un colpo di testa di Ferrante al 15', oltre a un paio di volate di Mendez e Sommese, e infatti il forcing della Samp ha perduto forza, intensità: di fatto, i genovesi non hanno mai creato occasioni veramente pericolose, insidiando il Toro rannicchiato nella propria soltanto con punizioni e cross finiti regolarmente a vuoto. I granata hanno avvertito la possibilità della vittoria scacciacrisi, buttando in campo il massimo della generosità, mentre Venturin ha gestito con sublime intelligenza i pochi palloni che la squadra è riuscita in qualche modo a riciclare. Al 33' la Sampdoria è rimasta in dieci per l'infortunio di Zivkovic, a quel punto il successo storico era ormai a un passo: Simoni ha preso tutte le cautele del caso, eliminando Ferrante e Sommese, e affidandosi ad Asta e Brambilla: la spinta dei doriani s' è inflaccidita, l'orgoglio dei granata s'è moltiplicato, Cudini non ha concesso a Dionigi nemmeno un colpo di testa, pur essendo molto più basso di lui, Bonomi ha spazzato lo spazzabile, la gente ha finalmente scoperto di poter cantare per qualcosa di bello.