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Benelli
29/04/2001
h.15.00
RAVENNA - TORINO 1-2 (1-0)
Ravenna
: Bodart, Dall'Igna, Cristante, Serao, Tentoni, Casanova, Chomakov, Pellizzaro, Dal Moro (all'81' Mela), Vakouftis (all'89' Pregnolato), Rigoni (al 26' Tacchi). A disposizione: Dondoli, Pergolizzi, Nodari, Ricci. All.: Di Chiara.
Torino: Bucci, Cudini, Galante, Delli Carri, Semioli (al 77' Diawara), Brambilla, De Ascentis (al 58' Artistico), Castellini, Maspero; Calaiò (al 92' Tricarico), Schwoch. A disposizione: Pastine, Garzya, Mandelli, Colombo. All.: Camolese.
Arbitro: Dondarini di Finale Emilia.
Reti: Chomakov 45' (R), Calaiò 68' (T), Maspero 92' (T).
Spettatori: 4.340, di cui 1.889 abbonati e 2.451 paganti.
Note: Ammoniti Delli Carri, Dal Moro e Tacchi.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 30 aprile 2001]
Giancarlo Camolese dice che la strada verso la A è ancora lunga, che restano ancora 5 partite e che saranno 5 battaglie, come quella di ieri a Ravenna. Prudenza comprensibile, paura di rovinare in extremis un capolavoro costruito con sei mesi di vittorie. La nostra sensazione, però, è un'altra: il bolide rasoterra di estemo sinistro scagliato da 20 metri da Ricky Maspero che al 91' ha fruttato il 3° successo esterno consecutivo (impresa che mancava dai tempi del Grande Torino) ha tutta l'aria di un gol-promozione. Perché quando si vince così, in rimonta, nel recupero, con il primo sole della stagione che ti taglia la gambe, con tanti uomini in affanno e contro un rivale modesto ma ben coperto e con un portiere in vena di prodezze, è segno che il destino ti è amico. Era fondamentale portare a casa 3 punti da Ravenna, per approfittare degli scontri che ieri hanno lanciato Piacenza e Chievo e bocciato Venezia (momentaneamente?) e Cosenza (definitivamente?). Il Toro ha compiuto la missione all'ultimo assalto ma ha ancora dato l'impressione di essere in debito di energie, di attraversare un più, che comprensibile periodo di flessione dopo la lunghissima rincorsa che l'ha portato dal quartultimo posto ad un soffio dalla A. Anche ieri il cuore del centrocampo (Brambilla e De Ascentis) ha confermato di aver perso il passo e la lucidità dei bei tempi; ieri più che mai Schwoch è parso impalpabile. Buon per il Toro che a funzionare ci sono stati i giovani, le forze fresche lanciate da Camolese. Calaiò, impiegato dal 1' al posto di Colombo, è stato di gran lunga il migliore in campo: ha segnato un gol, ne ha sfiorati almeno altri due e ha sempre cercato con profitto il dialogo con i compagni. Semioli, al debutto da titolare al posto di capitan Asta, è stato vivacissimo per un tempo, poi è calato vistosamente ma è stato ben rimpiazzato dal redivivo Diawara. Il 18° della stagione (16° per Camolese) è stato sicuramente il successo più sofferto del Toro. E dire che le premesse per cavarsela con maggior scioltezza c'erano tutte: in pratica, si giocava a Torino con quasi duemila tifosi granata in curva e i pochi giallorossi romagnoli muti e rassegnati. L'avversario, poi, era sulla carta il migliore possibile: società da poco dichiarata fallita, squadra abbandonata dal pubblico e con all'attivo 7 punti nel ritorno, giocatori senza stipendio da ottobre. Invece, come aveva avvisato in settimana Camolese riesumando il fantasma di Castel di Sangro '98, fino al 91' è stato un lunghissimo incubo al sole. Con il Toro capace di creare 4 palle-gol tra il 21' e il 42' (tre paratone di Bodart, un'incornata di poco fuori di Calaiò) e con il Ravenna ad arrangiarsi con quel che aveva (poco) e a provarci soltanto da lontano: sulla bomba di Pellizzaro al 28' Bucci ci metteva i pugni; sulla terribile punizione del bulgaro Chomakov da 30 metri al 45' la barriera si apriva e la beffa era confezionata. Chi dal Toro si aspettava il solito avvio ruggente di ripresa, rimaneva deluso. Sulle fasce Semioli e Castellini non si vedevano più, il Ravenna non correva pericoli e la Maratona itinerante si spazientiva: "Per tornare in A bisogna vincere", "Tirate fuori le palle". L'unico a prenderli in parola era Emanuele Calaiò. Nemmeno un minuto dopo il brivido corso da Bucci su tiro ravvicinato di Tacchi, al 24' il 19enne palermitano stoppava di petto un invito di Maspero, in girata al volo colpiva la traversa e sul rimbalzo depositava nella porta sguarnita. Sempre lui, al 38', colpiva da vicino a botta sicura su Bodart, ancora prontissimo. Poi, al 46', la prodezza di Maspero che può valere la promozione e la sua corsa scatenata, maglietta in mano, dall'altra parte del campo, per festeggiare sotto la curva granata. Vittoria d'oro, rocambolesca, non di rapina, comunque. Per il Ravenna, ammirevole, è il virtuale addio alla B. Per il Toro significa arrivare alla sosta del campionato con almeno 3 punti sulla quinta (sempre che stasera la Samp vinca a Siena) e poter provare a chiudere il conto alla ripresa, giovedì 10 maggio, in casa contro un Cagliari di nuovo in crisi.