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San Siro
02/02/2002
h.20.30
INTER - TORINO 0-0
Inter
: Toldo, Zanetti J., Cordoba, Materazzi, Gresko, Conceiçao, Di Biagio (al 67' Seedorf), Zanetti C., Guly (al 41' Emre), Vieri, Kallon (al 76' Ventola). A disposizione: Fontana, Sorondo, Vivas, Farinos. All.: Cuper.
Torino: Bucci, Delli Carri, Fattori, Galante, Comotto, Asta, Vergassola, Scarchilli (al 67' Maspero), Castellini, Ferrante (al 68' Franco), Lucarelli. A disposizione: Sorrentino, Garzya, Brambilla, Cauet, De Ascentis. All. Camolese.
Arbitro: Treossi di Forlì.
Reti: -
Spettatori: 56.197 di cui 43.496 abbonati e 12.701 paganti.
Note: Ammoniti Di Biagio, Delli Carri, Castellini, Franco, Cordoba, Conceiçao, Comotto e Vergassola; angoli 14-2 per l'Inter, in tribuna Trapattoni.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 3 febbraio 2002]
Non è mancata, nel pareggio che il Toro ha strappato all'Inter, l'immagine di Bucci in campo con la testa fasciata come uno dei naufraghi della Medusa, l'icona di un'impresa che non definiamo epica ma certamente è stata coraggiosa, una prova di gambe e di cervello per il primo tempo e poi tutta di cuore per reggere agli attacchi dell'Inter che si erano fatti assedio. Non è questo il punticino che cambia il campionato dei granata, semmai c'è la nuova coscienza dei propri mezzi che non sono siderali ma sufficienti a stare nel mucchio di centro classifica. L'Inter invece ha sprecato ancora, dopo Venezia. Cuper mediti. Il dettaglio che non abbia segnato nella serata di luna storta di Vieri è la migliore risposta a chi sostiene che non si è arrampicata fin lassù per l'esclusivo merito di quel dinamitardo: si vede tanta modestia in certi piedi nerazzurri, perché calpestino sicuri la strada verso lo scudetto. Il primo tempo del Toro è stato brillante, al punto da non convincerci se se siano stati i granata a salire al livello dei secondi in classifica oppure l'Inter a scendere al piano di chi ancora non si sente sicuro della salvezza. Certamente si è visto un Toro che vorrebbe dar ragione alle profezie ottimistiche di Cimminelli: più pronto dell'Inter ad azzannare palloni a centrocampo e a ripartire con la lucidità che gli deriva dalla posizione di classifica più tranquilla. Non dovevano dimostrare niente i granata, la loro scioltezza era lo specchio di un animo leggero. Camolese bloccava le fasce, con Castellini e Comotto arretrati e il centrocampo che rinculava quand'era necessario, nei primi minuti di comprensibile prudenza. Persino Scarchilli, che è un principe del tocco, almeno per questa compagnia, si sacrificava a dare e prendere botte, a recuperare palloni e inseguire Di Biagio. Con questa squadra corta ma non rinunciataria il Toro prendeva quota dopo il primo strangughone, non era ancora passato un minuto, per il colpo di testa di Materazzi, sul cross dall'angolo, alto di mezzo metro. Sarebbe stato questo il miglior schema dell'Inter che sui corner e sulle punizioni ha i saltatori da prestare al basket. Ma il gioco? Se Cuper vincerà lo scudetto insistendo sull'asse sinistro Gresko-Guly, lo vedremo presto camminare sulle acque dei Navigli, che nulla gli sarà impossibile. Con quei due a sinistra e Conceicao che per brio sembra un'Asta minore, i nerazzurri stagnavano nella speranza che il solito Bobone ne inventasse una delle sue. Non gli riuscivano. Può succedere anche a lui. La marcatura di Delli Carri e Galante era più attenta che feroce e in tutto il primo tempo si vedeva Vieri sbracciarsi perchè i compagni gli dessero più assistenza, mentre era lui a fornirla a Kallon, all'11'. L'africano colpiva bene la pennellata dalla sinistra ma Bucci metteva in angolo. Il Toro non sporcava i guanti di Toldo eppure l'occasione più preziosa era sua, al 6', e un medico dovrebbe spiegare cosa passa per la testa di un attaccante che potrebbe spingere la palla in porta e invece cerca di buttarla in qualche angolo irraggiungibile. Sul cross perfetto di Asta, una palla tesa, a rientrare, come se ne vedono ormai poche in Italia, Lucarelli invece di battere con la fronte, spizzicava, mettendo fuori. Forse sarebbe stato un gol troppo ordinario per lui. L'episodio modificava il match perchè l'Inter, si sarebbe ancora di più innervosita, nell'inseguimento. Gli anticipi del Toro la ferivano, una grande apertura di Lucarelli lanciava Asta: il pie veloce (che poco dopo rischiava la caviglia su un'entrataccia di Materazzi) stava giocando la partita dei suoi sogni da bambino e non aveva la prontezza, o il coraggio, di tirare prima che Gresko recuperasse in scivolata. Qualcosa cambiava nel finale, quando Cuper si decideva a sostituire Guly con il turco Emre che ha un altro passo e si vedeva. L'Inter quasi dilagava nella ripresa, che il Toro, salvo un fuga di Asta, con Ferrante anticipato da Toldo, giocava frenato. La spinta dei due Zanetti e poi di Seedorf portava avanti l'azione Entrava Franco per Ferrante, per sfruttare il contropiede ma le palle gol erano tutte nerazzurre. E, per fortuna del Toro, insieme al coraggio di Bucci, colpito alla testa da Kallon, si confermava la serata infelice del Bobone.