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Delle Alpi
24/02/2002
h.20.30
TORINO - JUVENTUS 2-2 (0-1)
Torino
: Bucci, Delli Carri, Fattori, Galante, Comotto,Asta (al 46' De Ascentis), Vergassola, Scarchilli (al 62' Maspero), Mezzano, Ferrante (al 74' Cauet), Lucarelli. A disposizione: Sorrentino, Martinelli, Brambilla, Rossi. All. Camolese.
Juventus: Buffon, Ferrara, Thuram, Iuliano, Zambrotta (al 64' Tacchinardi), Conte, Davids (al 76' Maresca), Pessotto (al 76' Zenoni), Nedved, Trezeguet, Del Piero. A disposizione: Carini, Birindelli, Montero, Zalayeta. All. Lippi.
Arbitro: Paparesta di Bari.
Reti: Trezeguet 9' (J), Ferrante 64' (T), Cauet 80' (T), Maresca 89' (J).
Spettatori: 38.640 paganti, la partita era fuori abbonamento, per un incasso di 1.067.392 €.
Note: Ammoniti Comotto, De Ascentis, Ferrara, Zambrotta e Vergassola per gioco scorretto, Lucarelli per proteste. Calci d'angolo 8-4 per la Juventus, recupero 3' pt, 4' st.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 25 febbraio 2002]
Alla fine del derby che si è riscaldato soltanto negli ultimi venti minuti, la Juve ha perso la testa della classifica ed è già molto che, con il primato, non abbia perso anche il match con il Toro che a un minuto dalla fine, quando Maresca ha azzeccato di testa una parabola assassina per il suo primo gol in serie A, vinceva. Un altro pareggio (2-2) ancora rocambolesco, segnato dalla rete di Trezeguet in avvio e dalla rimonta torinista nella ripresa, ma un risultato che lascia rimpianti. I granata, con più esperienza, avrebbero contenuto meglio il forcing finale degli avversari ma ci solletica soprattutto la domanda su cosa abbia impedito alla Juve di giocare per almeno un pezzo di partita con l'animo e la lucidità che ha dimostrato nel finale. A quei ritmi la maggiore qualità dei bianconeri avrebbe avuto la meglio e infatti in dieci minuti creavano il quadruplo delle palle gol costruite in tutta la partita, colpendo la traversa con Ferrara e impegnando Bucci in salvataggi epici. Invece la Juve mollacciona vista fin lì non meritava nulla, tantomeno la candidatura allo scudetto. Per tutto il primo tempo abbiamo rimpianto il derby dell'andata, folle ma che nella sua stravaganza si era riempito di cose. Questo era una bolla d'aria che ammosciava persino il tifo, partito altissimo e via via scaduto in cori d'abitudine perché non c'era di che entusiasmarsi né inferocirsi La Juve era frenata, il Toro impreciso. In 45 minuti più i tre di recupero, la squadra in testa alla classifica produceva un solo tiro in porta ed era un prodigio che bastasse a portarla in vantaggio. L'azione, al 10', cominciava dall'intuizione di Del Piero che lanciava sulla sinistra Davids. L'olandese lasciava sul posto Vergassola e dal fondo crossava splendidamente per Trezeguet che segnava di testa, mentre Galante pareva zavorrato con i piombini. Una manovra da manuale rimasta come una perla in un negozio di chincaglieria perché, tranne uno scambio strettissimo Nedved-Trezeguet-Del Piero al 28', la Juve non offriva situazioni pericolose e la ragione c'era: quando il 50 per cento dei palloni vengono portati avanti da Thuram e Zambrotta, almeno la metà del potenziale offensivo è disinnescato in partenza. Sul lato destro era un titic-titoc al ritmo di un tango che liberava al cross il terzino francese la cui percentuale di palloni sparati addosso all'avversario sfiorava il cento per cento. Fare di Thuram un perno fisso della manovra sulla fascia è un limite che Lippi dovrà superare, altrimenti è come se viaggiasse con una ruota sgonfia. Per fortuna della Juve, Davids (preferito a Tacchinardi) non era condizionato dalle proprie vicende coniugali, i tifosi del Toro lo punzecchiavano con meno ferocia di quanto ci si attendesse e l'olandese sosteneva il centrocampo. Se la Juve si muoveva pochissimo senza palla, i granata erano più compatti ma anche qui con evidenti lacune tattiche. Scarchilli, immesso per dare qualità, era costantemente superato, si vedeva per una bella punizione in avvio, e basta. Reggevano bene Mezzano e Comotto, però mancava la spinta di Asta, risucchiato in mezzo al campo per affrontare Davids: una soluzione che avesse portato il capitano a sprintare sulla fascia, magari con De Ascentis sulle caviglie di Davids come nella ripresa, avrebbe probabilmente creato più danni ai bianconeri ma gli allenatori son gente particolare che a volte si innamorano di un'idea e le restano fedeli. I granata in tutto il primo tempo impegnavano Buffon in una sola parata su tiro di Asta da fuori area e la trama migliore la cucivano al 20' sulla fuga di Comotto che metteva un bel cross in mezzo all'area: la fronte di Ferrante (che al 6' aveva reclamato il rigore per un contrasto in area di Ferrara) lo spizzicava appena. Da tanta pochezza ci aspettava una ripresa più vivace, che infatti arrivava, anche perché se il Toro avesse continuato a giostrare lontano dalla porta il pareggio l'avrebbe visto l'anno prossimo. Invece i granata reagivano con lucidità, si impossessavano del centrocampo. Rischiavano la debacle al 2' sull'assist di Del Piero che Nedved non sfruttava, grazie al prodigioso recupero di Mezzano, poi prendevano il sopravvento sui bianconeri che quasi non avevano forza di reazione. Il cambiamento tattico (usciva anche Scarchilli) giovava al Toro, le due indecisioni della difesa juventina ne favorivano il sorpasso, meritato. Al 20', sulla punizione di Maspero, né pelata di Thuram né il capino di Pessotto riuscivano a respingere e la palla scivolava tra i liedi rapidi di Ferrante, implacabie. La seconda rete si realizzava per merito di Lucarelli e per l'incertezza di Ferrara e luliano, in vantaggio su di lui; il cross era perfetto per Cauet, solo nel battere a rete. Poi il forcing juventino, tardivo e premiato dalla rete di Maresca, che sfilava davanti alla panchina granata con un chiaro sfottò: al fischio di chiusura parecchi torinisti l'andavano a cercare. Finalmente era derby.