WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
Giglio
09/03/2003
h.15.00
TORINO - REGGINA 1-0 (1-0)
Torino
: Bucci, Delli Carri, Fattori, Galante, Sommese (al 66' Conticchio), De Ascentis, Vergassola, Donati, Castellini (al 79' Mantovani), Lucarelli (all'89' Marinelli), Ferrante. A disposizione: Sorrentino, Garzya, Mezzano, Franco. All. Zaccarelli.
Reggina: Belardi, Franceschini, Torrisi, Morabito, Diana (al 73' Savoldi), Paredes (al 51' Leon), Mamede, Nakamura, Falsini, Bonazzoli, Di Michele. A disposizione: Lejsal, Jiranek,Vargas, Mozart, Veron. All. De Canio.
Arbitro: Gabriele di Frosinone.
Reti: Ferrante 12'.
Spettatori: 14.310, di cui 4.000 circa presenti (2.712 paganti per un incasso di 40.675 €, più 2.000 abbonati circa su 11.418, si giocava a Reggio Emilia in campo neutro).
Note: Ammoniti Franceschini, Lucarelli, Falsini e Bonazzoli; espulso Galante per doppia ammonizione.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 10 marzo 2003]
Il Toro che vince. Finalmente. Dopo 123 giorni e 15 partite, il miracolo è avvenuto a Reggio Emilia, i granata hanno riscoperto che cosa significa sentire il fischio finale dell'arbitro da trionfatori: non succedeva dalla sera del 6 novembre, quando avevano battuto il Bologna 2-1. Dunque, giustificati gli abbracci, le urla di gioia, i pugni levati al cielo di Ferrante e compagnia, la commozione di Zaccarelli. Se poi pensiamo che la vittoria è stata ritrovata giocando in pratica fuori casa, e che è figlia di un rigore e di una partita in cui il Toro ha impegnato in una, dicesi una sola, parata il portiere avversario, beh il miracolo è proprio con la maiuscola. Chiaro che non cambia la disperata e disperante classifica, essendo la salvezza a 9 punti di distanza (prima del match distava 11 lunghezze). Diciamo che questo 1-0, se non rende meno indecente il campionato granata, almeno rappresenta un piccolo passo in avanti sulla strada che conduce al recupero della dignità, al salvataggio della faccia. Complimenti, a ogni modo, a Zac e al suo assistente Ferri: al secondo assalto, dopo il naufragio di Verona contro il Chievo, hanno ottenuto la vittoria. Camolese c'era riuscito al quinto tentativo, contro il Chievo, Ulivieri al terzo (Bologna, 4 mesi fa). La lunga notte del Toro s'è dissolta su un campo neutro per la statistica che dei 4 mila spettatori più di tre mila erano calabresi: nella curva granata, 800 irriducibili nel sostenere la squadra dopo gli spernacchiamenti all'annuncio della formazione e gli insulti a Romero e Cimminelli asserragliati in un palco vip presidiato dalla polizia. In tribuna, con il veterano Nicolino Alberto, un manipolo di cuori Toro: così pochi da riconoscersi e salutarsi con divertiti ''Toh, anche tu hai avuto il coraggio di venire''. Coraggio ripagato dal risultato se non dallo spettacolo. I duellanti hanno inscenato una commedia degli errori, rare le azioni intessute da quattro passaggi di fila. Per contrastare la possanza fisica di Bonazzoli, Zaccarelli, a sorpresa, ha tolto dall'esilio Galante, preferendo la statura dello stopper giubilato da Ulivieri al buon rendimento di Mezzano. Per il resto, tutto nella norma. E, nella norma è stato l'inizio del match. Prudenza reggina, timidezza granata. Ci pensa il duo difensivo calabrese Franceschini-Paredes a movimentare la sfida: pasticcia su Lucarelli, lo stringe in sandwich ed è rigore: Ferrante non sbaglia. E' il 12'. Per vedere un altro tiro nella porta di Belardi, bisogna attendere il 38' quando Lucarelli, fuggito sulla destra, spara un diagonale che il portiere devia a fatica in angolo. Di qui sino alla fine, Belardi farà lo spettatore. Degli attacchi confusi, velleitari dei compagni mai ispirati da un Nakamura spento subito da Vergassola. Un po' di mischie nell'area granata, tre sicure parate di Bucci, e due kolossal amnesie, le solite amnesie, della difesa. Evidentemente era scritto negli astri che 133 giorni senza vittorie erano sufficiente castigo alla fallimentare gestione della società da parte di ''Promessa continua mai mantenuta'' Cimmi e Romero. Così, al 18' e al 37' della ripresa, Di Michele e Savoldi divoravano due gol che manco lo sciagurato Egidio (Celioni) del tempo antico.. Insomma, senza strafare, approfittando della mollezza di un avversario che forse ha sottovalutato l'impegno, finendo in 10 perché in quattro minuti Galante, attore maldestro, si fingeva due volte morto stecchito sul prato ed era espulso, Sommese (il migliore, altro miracolo!) & C. approdavano al sospirato successo che li mantiene ultimi: però, consolazione magrissima, non più soli ma insieme con Piacenza e Como. Sempre sfacelo è. Ma, vivaddio, anche nello sfascio più abissale, il popolo del Toro ha scoperto che una microscopica, temporanea gioia, la si può provare ancora.