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Marassi
15/02/2004
h.15.00
GENOA - TORINO 2-1 (1-1)
Genoa
: Scarpi, Foglio, Baldini, Gargo, Gemiti, Della Morte (al 68' Behrami), Tedesco, Cordone, M.Rossi (all'88' Rebecchi), (al 68' Bjelanovic), Caccia. A disposizione: Barasso, Ishizaki, Grieco, Comandini. All.: De Canio.
Torino: Sorrentino, Saber, Martinelli, Galante, Balzaretti, Fuser, De Ascentis (all'81' Conticchio), Walem, Rizzato (al 77' Osmanovski), Rubino (al 64' Fabbrini), Tiribocchi. A disposizione: Fontana, Adami, Marchese, Mudingayi. All.: Ezio Rossi.
Arbitro: Morganti di Ascoli.
Reti: Tiribocchi 4' (T), Foglio 29' (G), M.Rossi 70' (G).
Spettatori: 20.313 di cui 12.960 abbonati e 7.353 paganti.
Note: Ammonito Saber, angoli 11-4 per il Genoa, in tribuna l'ex presidente del Torino Massimo Vidulich. Presenti sugli spalti oltre quattromila tifosi granata.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 24 febbraio 2004]
Fra tante illusioni di rinascita troppo presto coltivate e subito incrinate, c'è forse una sola consolazione, seppure piccola, per i tifosi del Toro affluiti in massa a Genova. Si tratta di questo: la sconfitta, il 2-1 rimediato a Marassi, è servita a dare sollievo ai fratelli genoani in tristezze serie. Per il resto è andata come è andata, si doveva sbancare il sempre seducente "Luigi Ferraris" e invece è stato il Torino a farsi sbancare dalla penultima della classe, anche se i risultati favorevoli della giornata di campionato gli consentono di rimanere ottavo in classifica, a cinque punti dal Messina, sesto in graduatoria, e a sette dal Piacenza, quinto. Non è cibo degli dei, però non spranga del tutto le porte alle briciole di speranza. Certo è che il Grifone non vinceva in casa dal 15 ottobre. Ci ha pensato la formazione di Ezio Rossi, votata alla carità fraterna, a immolarsi per interrompere il digiuno. Il successo, d'altro canto, è assolutamente meritato. Una fiammata del Toro all' inizio della gara, concretizzata dal bel gol di Tiribocchi al 5', e qualche scintilla confusa nella ripresa - due o tre pericoli per il portiere genoano Scarpi, soprattutto con Rubino a buttare via di testa un'occasione da rete banalmente facile - compendiano l'attività dei pedatori del Samurai. Perché sul taccuino c'è poi il Genoa. Magari più con il cuore che con la testa, la squadra di De Canio è stata comunque brava a pareggiare al 29' del primo tempo grazie a una punizione micidiale di Foglio. E quindi ostinata, persino affannata e affannosa, a spingere per cercare di spezzare l'incantesimo. Chi si ferma è perduto. Capitan Tedesco e i suoi non l'hanno fatto. Il miracolo si è rivelato al 23' della seconda frazione di gioco, quando in un contropiede da manuale, originato da Caccia, Bjelanovic ha fornito a Marco Rossi (proprio lui, il granata mancato a gennaio) un dolce pallone che l'esterno ha messo in rete. Che dire d'altro del Torino? Rossi li ha definiti errori tecnici. Tuttavia sarebbe da usare espressione maggiormente acconcia, utile a descrivere quell'avere subito l'avversario per una gran parte della partita, facendosi sgretolare a centrocampo, e per giunta buttando via da ciucci le due o tre possibilità di fare gol (un paio di Rubino, un'altra di Fabbrini). Mai in grado di azionarsi sulle corsie esterne, non ragionante con il suo ragionatore (Walem) scarico di idee e di vitalità, il Toro, pur mostrando di volere costruire gioco a differenza del passato recente, non è riuscito alla fine né a giocare né a salvare la pelle. Basti dire che ha avuto nel reparto difensivo, in particolare in Martinelli e in Balzaretti, autori di diversi interventi in area da divina provvidenza, i suoi migliori artieri. Con codesta sovrabbondante pochezza, e considerando pure quel che di buonino c'è e ci sarebbe, la serie A si fa meta fuggente. Oltretutto il tempo passa, direbbe il Petrarca che la vita fugge e non s'arresta un'ora (leggi: trascorre il campionato, domenica dopo domenica o anche lunedì, ma il risorgimento è sempre al palo). E se non si fanno i tre punti con la penultima, difficilmente si spunteranno altrove.