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Delle Alpi
23/10/2004
h.20.30
TORINO - CESENA 0-0
Torino
: Sorrentino, Comotto, Giacchetta (al 31' Carbone), Peccarisi, Balzaretti, Conticchio (all'82' Humberto), Codrea, De Ascentis, Pinga, Quagliarella (al 46' Maniero), Marazzina. A disposizione: Fontana, Battaglia, Mudingayi, Franco. All.: Rossi.
Cesena: Indiveri, Ficagna, Rinaudo, Bocchini, Ingrosso, Biserni, Confalone, Pestrin, Rossetti (all'89' Groppi), Ciaramitaro (all'82' Bernacci), Cavalli (all'87' Fattori). A disposizione: Viviano, Camillini, De Feudis, Alberti. All.: Castori e Gadda.
Arbitro: Girardi di S.Donà di Piave.
Reti: -
Spettatori 9.561 di cui 3.821 paganti + 5.740 abbonati, per un incasso complessivo di 101.440 euro.
Note: Ammoniti: Comotto, Ciaramitaro e Marazzina. Angoli: 6-5 per il Cesena. Recupero 1' pt, 4'st. In tribuna presente Carmignani per conto del Parma e David Robert Lievesley, nipote del leggendario Leslie, tecnico del Grande Torino.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 24 ottobre 2004]
La favola si è interrotta, la scatola magica è incantata. Il brutto pareggio con il Cesena, uno 0-0 inevitabile visto l'andamento delle cose in campo, condanna il Torino alla quarta partita di seguito senza vittoria. Se non è crisi aperta, poco ci manca. La squadra spavalda e persino bella dell'inizio di campionato, quelle cinque vittorie sonanti, è già memoria. Difficile dire che cosa non funzioni più, però è sicuro che diversi ingranaggi non girano se non con nota stonata. Ezio Rossi dovrà rivedere piani e meccanismi, e molto altro. Poche idee, ma confuse. Scarso nerbo, forse troppa tensione, troppa paura di "toppare" ancora. E soprattutto, questo è il peggio, una manovra offensiva più prevedibile di una pizza mangiata a Napoli, che si sviluppa invariabilmente sulla fascia sinistra con Balzaretti e Pinga. Codrea, che dovrebbe essere il punto di snodo del gioco, è sovente ignorato. Questo è il Torino dei primi 45 minuti, che si presenta con il recuperato Balzaretti e una necessità reale di vincere per impedire di parlare di crisi. Ma l'assalto granata si spegne in pratica sul nascere, nel senso che dopo una palla gol fallita in maniera sciagurata da Quagliarella al 3', peraltro su un assist perfetto di Marazzina, e uno stacco di testa al 20' del conte Max, il più volitivo e intelligente tra i compagni, la compagnia dimessa di Ezio Rossi non produce nient'altro di notevole. Il Cesena esce allora dalla sua Rocca Malatestiana difensiva e cerca di aggirare, senza però creare pericoli veri, il fuorigioco praticato con assiduità e qualche successo dalla difesa avversaria. Alla mezz'ora, comunque, un problema muscolare blocca Giacchetta, sostituito da Carbone che si piazza a destra, mentre Comotto va al centro della retroguardia. La noia è intaccata solo da una nuova inzuccata di Marazzina al 38', anche questa volta a lato. In tribuna, in Maratona, comincia a serpeggiare una inquietudine che sa di passato recente. Soltanto refoli di timore, certo. Eppur si muovono, spettri che svolazzano sull'erba dello stadio delle Alpi. Bisogna cambiare atteggiamento, è indispensabile ritrovare grinta, carattere e cervello. Mister Ezio, pertanto, dal 1' della ripresa butta nella sperabile mischia Pippo Maniero, togliendo lo spento Quagliarella, per dare intanto peso all'attacco. Qualcosa balena: un tiro di Marazzina all'11', bloccato da Indiveri, sembra suggerire la strada giusta. Il Cesena, tuttavia, non sta a guardare le stelle e perciò Sorrentino deve opporsi da prode a una punizione potente di Pestrin. Si deve approdare al 19' per assistere a qualcosa di quasi emozionante davanti alla porta dei romagnoli, peccato sia una deviazione avventurosa di un difensore a spaventare un pochino Indiveri. Sorretto dalla curva, il Toro adesso si protende in avanti con un pizzico in più di determinazione, l'ingresso di Maniero si comincia a notare. Al 24' il sogno sarebbe esaudito: la palla va in rete, la spinge Conticchio, ma il mediano ha usato il braccio e quindi Girardi annulla. Al 30' buona opportunità per il solito Marazzina: consueto colpo di testa, il portiere bianconero alza sopra la traversa. Episodi sporadici, in definitiva, che non smentiscono l'offuscamento palese del Torino. Codrea è sempre piuttosto avulso dal gioco, Pinga accentrato ha difficoltà a trovare spazio, sulle corsie laterali si addensano ombre. L'ingresso di Humberto, in luogo di un Conticchio abbastanza evanescente, è la carta estrema per uscire dalla secca. La trama del match, ora, assomiglia a un assedio da parte dei ragazzi di mister Ezio. Assedio con le spade di cartone, triste spettacolo dunque.