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Olimpico
16/12/2007
h.15.00
TORINO - ROMA 0-0
Torino
: Sereni, Comotto, Di Loreto, Dellafiore, Lanna, P.Zanetti, Corini, Barone (al 77' Bottone), Rosina (al 62' Vailatti), Di Michele, Bjelanovic (all'83' Ventola). A disposizione: Fontana, Motta, Malonga, Recoba. All.: Novellino.
Roma: Doni, Panucci (all'80' Cicinho), Mexes, Juan, Tonetto, Brighi (al 46' Perrotta), De Rossi, Giuly (al 62' Cassetti), Pizarro, Mancini, Vucinic. A disposizione: Julio Sergio, Ferrari, Esposito, Barusso. All.: Spalletti.
Arbitro: Rocchi di Firenze.
Reti: -
Spettatori: 18.501 di cui 16.401 abbonati per una quota partita di 301.758 € più 2.100 paganti per un incasso di 62.875 €.
Note: Ammoniti Bjelanovic, Dellafiore, Lanna e De Rossi per gioco scorretto, Panucci e Mexes per proteste; espulso al 67' Novellino per proteste e Comotto all'89' per fallo da ultimo uomo. Recupero 1' pt, 3' st, calci d'angolo 6-4 per il Torino. Giornata fredda, terreno insidioso e spesso scivoloso. Al seguito della Roma circa 200 tifosi giallorossi e nessun gruppo organizzato.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 17 dicembre 2007]
Se il Torino non avesse due bambini capricciosi che si spintonano per segnare un gol, e infatti non lo segna né uno nell'altro, oggi la Roma s'interrogherebbe sulla sua crisi, poiché avrebbe perso in casa di una squadra che non vince da 51 giorni e avrebbe perso anche molto male, subendo l'iniziativa, il ritmo, la rabbia e persino la tecnica del più debole. Si è salvata soltanto perché Rosina e Di Michele, teorici fantasisti che si intendono come se uno venisse da Venere e l'altro da Marte, al 40' del primo tempo si sono mangiati il gol più incredibile che ci si possa mangiare, traditi dall'ansia di arrivare per primi su un pallone, trascinato in area da Zanetti, che correva docile a tre metri dalla porta vuota: nessuno dei due ha rallentato e dal tamponamento tra i due la palla è schizzata contro il palo, quando sarebbe bastato un soffio a metterla dentro. La gente, incredula, non è riuscita nemmeno a sfiatare il classico ooooh di meraviglia. La Roma s'è salvata per il palo (anzi due, calcolando la traversa colpita di testa da Bjelanovic nella ripresa) e per un pelo, dopo aver giocato la peggior partita - o almeno la più improduttiva - della sua stagione: ha tirato in porta per la prima volta a un quarto d'ora dalla fine (parata di Sereni su Mexes) e ha occupato il campo in maniera minacciosa soltanto da quel momento poi, senza tuttavia mettere in croce un Toro ormai spolmonato. In fondo, si è limitata a reclamare un rigore per il contatto tra Dellafiore e Vucinic, ma mai a legittimare qualcuna delle sue ambizioni. Il Toro ha invece un mare di rimpianti, anche perché è stato tradito dai suoi uomini di qualità (Di Michele ha un gol mancato sulla coscienza anche nella ripresa) quando invece l'atteggiamento globale della squadra aveva rasentato la perfezione: la Roma è stata aggredita e maltrattata, stordita con ritmi altissimi, dominata a centrocampo dove i tre mediani di Novellino hanno corso come dannati, trattando peraltro piuttosto bene il pallone. Spalletti era partito con un assetto prudente, irrobustendo il telaio con Brighi e avanzando Pizarro, ma senza Totti e Taddei nessun fantasista ha acceso la luce e il più brillante è stato Perrotta, riapparso nella ripresa dopo un mese di stop. Il Torino ha dominato a lungo, ha sprecato gol anche con Barone e Bjelanovic e s'è perso proprio sul più bello, quando la palla avrebbe dovuto addolcirsi tra i piedi di Di Michele e Rosina, che invece hanno distribuito solo l'amaro del fiele. Ma almeno la squadra ha fatto pace con la sua gente, ultimamente piuttosto delusa da risultati e gioco. Ieri hanno ritrovato le due cose, ma difficilmente avranno la fortuna di trovarsi una Roma così brutta.