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Olimpico
24/05/2009
h.15.00
TORINO - GENOA 2-3 (1-1)
Torino
: Sereni, Ogbonna, Franceschini (al 75' Ventola), Pisano, Colombo, Dzemaili, (al 51' Säumel) Barone, Rubin, Rosina, Stellone (al 10' Abate), Bianchi. A disposizione: Calderoni, Dellafiore, Diana, Vailatti. All.: Camolese.
Genoa: Rubinho, Papasthatopoulos (al 46' Jankovic), Ferrari, Bocchetti, Criscito, Rossi, Juric, Motta, Mesto (al 76' Milanetto), Olivera (al 58' Sculli), Milito. A disposizione: Scarpi, Van den Borre, Modesto, D'Alessandro. All.: Gasperini.
Arbitro: Saccani di Mantova.
Reti: Milito 33' rig., 89' (G), Franceschini 41' (T), Olivera 50' (G), Bianchi 51' (T).
Spettatori: 23.982 di cui 13.492 abbonati per una quota partita di 242.617 euro e 10.490 paganti per un incasso di 177.545 euro.
Note: Espulso Abate al 94' per fallo intenzionale, ammoniti Dzemaili e Colombo per gioco scorretto; Dzemaili, diffidato, salterà per squalifica Roma-Torino di domenica prossima. Calci d'angolo 7-5 per il Genoa, recupero 2' pt, 5' st. A fine gara un furioso parapiglia tra giocatori e dirigenti è stato sedato a fatica dopo diversi minuti solo tramite l'aiuto degli stewart.
Cronaca
[Tratto da La Gazzetta dello Sport del 25 maggio 2009]
Finisce nel modo peggiore, con i giocatori del Torino che fanno la caccia all'uomo (Thiago Motta per la precisione) e sfogano così la rabbia per una retrocessione che è sempre più vicina. La sconfitta contro il Genoa e il contemporaneo pareggio del Bologna contro il Chievo lasciano i granata appesi a un filo sottilissimo: devono battere la Roma all'Olimpico e sperare che il Bologna non vinca in casa contro il Catania. Se non serve un miracolo, poco ci manca. Far West Il brutto è che quelli del Torino se la prendono con i giocatori del Genoa, colpevoli di essersi impegnati e di aver fatto il loro dovere. Non siamo al teatro dell'assurdo, benvenuti nel campionato italiano di serie A dove, spesso (troppo spesso), regna la regola del non facciamoci male e quando questa salta per aria ecco scoppiare le risse e volare i pugni. Sì, i pugni, perché dall'alto della tribuna si vedono benissimo giocatori che menano le braccia e anche dirigenti che corrono dietro a qualche avversario. Ad accendere la miccia è sicuramente il gol di Milito al 45' della ripresa, quando il pareggio sembra ormai in ghiacciaia. In quel momento accadono scene incredibili sulla panchina del Torino: il segretario generale Massimo Ienca si scaglia verso i genoani e fanno parecchia fatica a trattenerlo. Aimo Diana, pure lui in panchina, si alza e insulta Thiago Motta, colpevole di non si sa che cosa. E al fischio finale dell'arbitro Saccani il Far West è servito: Diana lancia la carica e va a caccia di Motta, il brasiliano scappa e tutt'intorno a loro si accende la mega-rissa che dura una decina di minuti. La partita La violenza, che nasce dalla frustrazione, si espande anche in tribuna dove qualche spettatore arriva alle mani. C'è chi si lamenta dell'atteggiamento del Genoa e chi, invece, con più saggezza, dice che il Torino questa retrocessione se l'è meritata. Non si può certo accusare i rossoblu perché hanno giocato (fa parte delle regole dello sport), e casomai si dovrebbe avere il coraggio di guardarsi allo specchio e ammettere che il Torino è una squadra debole, senza idee, con poca grinta e poche energie. E' vero che i ragazzi di Camolese hanno la forza di rialzarsi dopo i gol di Milito e di Olivera e, per due volte, rimettono la partita sui binari giusti (gol di Franceschini e di Bianchi), ma dimostrano di non essere mai in grado di piazzare il colpo del k.o. Non c'è gioco, tra i granata, non ci sono invenzioni. E allora è normale che all'ennesimo cross pericoloso la difesa vada in bambola e Milito possa inzuccare in rete. La retrocessione del Torino, se retrocessione sarà, non è figlia di questa sconfitta, ma del pareggio casalingo di due settimane fa contro il Bologna.