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Olimpico
13/04/2010
h.20.45
TORINO - PIACENZA 1-1 (1-0)
Torino
: Sereni, Rivalta, Loria, Ogbonna, Rubin (al 65' D'Ambrosio), Leon (al 70' Coppola), Genevier, Barusso, Gasbarroni, Bianchi, Pià (all'83' Scaglia). A disposizione: Morello, D'Aiello, Gorobsov, Salgado. All.: Colantuono.
Piacenza: Puggioni, Avogadri, Rincon, Iorio, Melinte, Sivakov, Amodio (all'83' Parfait), Greco (al 64' Sambugaro), Moscardelli, Cani, Guerra (al 65' Guzman). A disposizione: Bianchi, Bini, Tonucci, Simon. All.: Ficcadenti.
Arbitro: Tommasi di Bassano del Grappa.
Reti: Bianchi 24' (T), Moscardelli 91' (P).
Spettatori: 13.601 di cui 9.434 abbonati più 4.167 paganti.
Note: Ammoniti Amodio, Greco, Melinte, Iorio, Rivalta e Gasbarroni, tutti per gioco scorretto. Calci d'angolo 5-5, recupero 2' pt, 4' st.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 14 aprile 2010]
Poteva succedere, dopo aver speso una partita intera a conservare un solo gol di vantaggio, senza avere la forza di replicarlo e nemmeno di difenderlo con tranquillità assoluta. Infatti è successo: alla fine di una serata placida ma sempre incerta, il Piacenza ha raggiunto il pareggio pur senza meritarlo, punendo con Moscardelli il calo in cui i granata sono scivolati, nonostante non avessero quasi mai temuto di farsi rimontare il gol di Bianchi del primo tempo. Ma se non sai né giustiziare il più debole né ridurlo all'impotenza, l'occasione perduta può finire per materializzarsi. Il secondo posto si è dunque allontanato di altri due punti e sabato sera, quando all'Olimpico si presenterà il Cesena, lo si potrà soltanto avvicinare e non agguantare. La differenza è sostanziale. Il Toro ha avuto pazienza, ma alla lunga è stata pure troppa. Ha cercato di partire a ritmi alti, ma la fatica ha impedito di sostenerli a lungo e quindi ha dovuto scavare con calma lo spazio e il tempo dell'attacco, appoggiandosi quasi interamente alla buona volontà di Pià e Gasbarroni. Costui ha un difetto (crossa sempre con il destroe mai con il sinistro), ma anche una perseveranza invidiabile e una personalità notevole, se riesce ogni volta a dimenticare l' errore e a riprovarci: a furia di scodellare palloni nel mezzo, era inevitabile - se non altro per la legge dei grandi numeri - che prima o poi piazzasse quello giusto e tra tanti finiti tra le braccia di Puggioni o addosso a Iorio e Rincon, ce n'è stato uno che ha raggiunto la testa magica di Rolando Bianchi, straordinario nel sollevarsi il cielo e a dare la frustata giusta per schiudere la partita e segnare il ventritreesimo gol stagionale. Il Toro è stato bravo a concedere poco, nonostante il Piacenza sia una squadra allenata benissimo da Ficcadenti, sfrontata nell' atteggiamentoe fornita di una buona dose di qualità soprattutto nel bielorusso Sivakov e in Moscardelli, che Rubin ha tallonato con orgoglio e fatica, anche perché un dolore alla caviglia l'ha fatto zoppicare fin dall' inizio. Il piacentino ha persino cercato di sorprendere Sereni con una ''rabona'', ma i granata non hanno traballato anche se avrebbero dovuto imporre il contropiede più sovente, e con maggiore lucidità. Ma se Gasbarroniè stato molto bravo a rendersi sempre disponibile per un' azione nuova (grazie anche al sostegno di Rubin, va detto), Leon è stato cercato poco e poco s' è fatto cercare, anche se al 38' ha sfiorato il 2-0 con una punizione imperfetta di millimetri. Il Toro ha continuato a procedere con cautela ma senza mai abbassare eccessivamente il baricentro, pur concedendo al Piacenza il possesso palla. La spinta laterale s'è andata affievolendo, ma Geneviere persino Barusso hanno contribuito al mantenimento nell'ordine e i granata hanno imprecato quando Pià ha centrato il palo al 17' st. E' stata l'unica e l'ultima volta che il Toro ha messo paura al Piacenza, che infine ha gelato di brividile schiene granata.