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Del Duca
26/03/2011
h.18.00
ASCOLI - TORINO 0-4 (0-2)
Ascoli
: Guarna, Gazzola, Faisca, Michelucci (al 63' Ciofani), Marino, Mendicino, Moretti (al 66' Capece), Pederzoli, Giorgi, Cristiano (al 24' Lupoli), Feczesin. A disposizione: Maurantonio, Romeo, Margarita, Capogrosso. All.: Castori.
Torino: Rubinho, Rivalta, Di Cesare, Ogbonna, Zavagno, D'Ambrosio, De Feudis (al 79' Miello), Budel, Gasbarroni (al 60' Zanetti), Bianchi (al 66' Pellicori), Antenucci. A disposizione: Bassi, Obodo, Pratali, Gabionetta. All.: Lerda.
Arbitro: Pinzani di Empoli.
Reti: Bianchi 7', 44', Aut.Faisca 47', Antenucci 65'.
Spettatori: 7.640 di cui 4.555 abbonati per una quota partita di 13.143 €, più 3.050 paganti per un incasso di 34.001 €.
Note: Ammoniti Pederzoli, Budel per reciproche scorrettezze, Rivalta per gioco falloso. Al 48' Rubinho para un calcio di rigore a Giorgi. Espulso Castori al 23' in seguito alle vivaci proteste nei confronti dell'arbitro Pinzani, reo, a suo dire, di non aver espulso Rivalta per un duro intervento ai danni di Cristiano, poi sostituito per infortunio. Recupero 2' pt, 3' st; esordio in serie B e in maglia granata per il talento della Primavera Miello. Sulla panchina granata siede nuovamente Lerda, richiamato dopo l'esonero e la breve parentesi, durata due partite, di Papadopulo. Il Torino vince ad Ascoli la 12° partita consecutiva, tra gare giocate al Del Duca e a Torino, contro i marchigiani, tra Serie A, serie B, Coppa Italia e Playoff promozione. Ad Ascoli i granata vincono ininterrottamente dal 19 gennaio 1992, anche in quella occasione finì 4-0. Quella di Ascoli è la vittoria più ampia della gestione Cairo: il precedente più ampio fu il 4-1 ai danni del Grosseto all'Olimpico nella scorsa stagione.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 27 marzo 2011]
Il Lerda-bis parte con lo stesso impeto del Colantuono-bis. Quattordici mesi fa, quando il Cola si riprese la panchina dopo l'interregno di Beretta, il Toro ne fece quattro (a uno) al Grosseto e siglò quel patto per la A che sfumò soltanto sul più bello, a Brescia. Stavolta a finire stritolato sotto un Toro nuovo ma vecchio è l'Ascoli, forse la squadra più in forma del momento visto che nelle ultime tre uscite aveva pareggiato contro l'Atalanta e battuto Cittadella e Vicenza. E se è vero che il 4-0 di ieri sera forse non basta per dichiarare il Toro resuscitato, è altrettanto vero che la controscossa c'è stata eccome. Al secondo tentativo a Cairo infatti è andata bene: il presidente, che ieri ha disertato la trasferta di Ascoli per rimanere in salotto con la famiglia, aveva tentato di scuotere la squadra 17 giorni fa quando esautorò Lerda chiamando Papadopulo. Tentativo fallito e quindi avanti con la restaurazione di una settimana fa, che stavolta ha sortito effetto. Il Toro è tutta un' altra cosa rispetto alla mosceria delle ultime settimane: squadra trasformata, grintosa, concentrata, che nulla ha mollato. Ma che adesso, venerdì prossimo all' Olimpico contro il Grosseto e per le prossime nove partite, non dovrà fare sconti per non trovarsi a fare il gambero una volta di più. A confortare ci sono quei segnali urbi et orbi della pace fatta all'interno dello spogliatoio: a partire da Bianchi, che dopo il secondo gol ha fatto uno scatto per andare ad abbracciare Lerda. In realtà i chiarimenti erano arrivati proprio durante i dieci giorni di gestione-Papadopulo, perché i giocatori, che si erano sentiti responsabili del licenziamento, hanno chiamato un po' tutti Lerda per spiegare e per spiegarsi. Una situazione che ha dato i suoi frutti in settimana, quando - di fatto - il Toro ha siglato il patto per giocarsi la pelle fino alla fine. E se Bianchi ha segnato quella doppietta che mancava dal 13 ottobre contro il Vicenza, il trascinatore è stato un altro ribelle lerdiano come Gasbarroni, di gran lunga il migliore in campo. Intendiamoci: battere l' Ascoli non basta, ma in attesa delle partite di oggi pomeriggio i granata sentono di nuovo il profumo dei playoff, lontani in questo momento soltanto un punto. I granata sono garibaldini fin dall' avvio, come dimostrano quei tre angoli calciati nei primi sei minuti di partita. E al terzo tentativo il Toro passa: è il 7', Gasbarroni batte dalla sinistra, Bianchi sale in ascensore su Marino e mette dentro di testa. L' Ascoli viene preso d' infilata e reagisce innervosendosi, con Castori che si fa espellere a metà tempo. In campo il Toro si fa rispettare: squadra cattiva, che non accetta prevaricazioni, e che reagisce con un carattere che mai aveva tirato fuori. Dalla sua ci sono anche gli episodi, tutti a favore del Toro: come al 45', quando Zavagno crossa e Bianchi di testa fa il 2-0. O come in avvio di ripresa quando Faisca sbaglia tutto e mette dentro l'autogol che vale il 3-0, mentre un minuto dopo Rubinho respinge da campione il rigore di Giorgi. Il gol del 4-0, firmato da Antenucci, chiude definitivamente il discorso, mentre nel finale Pellicori non si smentisce: Budel lo smarca in area, salta tutto solo ma mette fuori di testa. Un gol anche di Pellicori sarebbe stato troppo, anche per un Toro che potrebbe essersi ritrovato proprio nel momento più difficile.