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Olimpico
28/04/2013
h.15.00
TORINO - JUVENTUS 0-2 (0-0)
Torino
: Gillet, D'Ambrosio (al 74' Di Cesare), Ogbonna, Glik, Masiello, Basha, Gazzi, Cerci, Santana (all'83' Birsa), Meggiorini (al 66' Jonathas), Bianchi. A disposizione: Coppola, Rodriguez, Caceres, Brighi, Bakic, Menga, Barreto. All.: Ventura.
Juventus: Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner (al 74' Caceres), Vidal, Pirlo, Pogba, Asamoah, Marchisio, Vucinic (al 74' Quagliarella). A disposizione: Storari, Rubinho, Peluso, Marrone, De Ceglie, Padoin, Giaccherini, Giovinco, Bendtner, Matri. All.: Conte.
Arbitro: Bergonzi di Genova.
Reti: Vidal 87', Marchisio 92'.
Spettatori: 23.845 di cui 15.306 paganti per un incasso di 691.780 euro, più 8.539 abbonati.
Note: Espulso Glik all'89' per somma di ammonizioni, la prima per gioco scorretto, la seconda per condotta violenta. Ammoniti Meggiorini e Lichtsteiner per reciproche scorrettezze, Masiello per gioco falloso. Calci d'angolo 4-2 per la Juventus, recupero 2' pt, 4' st. Pioggia per tutto l'arco della partita, in alcuni minuti decisamente insistente, terreno in discrete condizioni nonostante tutto. Presenti circa 3.000 sostenitori della Juventus, posizionati a metà curva Primavera oltre che nel consueto settore destinato ai tifosi ospiti.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica online del 29 aprile 2013]
La Juventus vince un altro derby e programma la festa scudetto per le 17 di domenica prossima, alla fine della partita con il Palermo: le basterà un pareggio (e un pareggio, eccome, basterebbe anche ai siciliani) per diventare campione d'Italia per la ventinovesima volta. Ma pure questa volta il Toro schiuma rabbia e sacramenta sugli errori dell'arbitro, decisivi come, e anche più, dei gol di Vidal e Marchisio nei minuti finali. L'episodio chiave è quello del 36' st: Cerci decolla sulla destra, crossa al centro dove Jonathas, in spaccata (e forse in fuorigioco, ma non v'è certezza), a un paio di metri da Buffon, manca il pallone. Ma la ragione di quel liscio è chiara: Bonucci s'aggrappa alla maglia del brasiliano, la allunga in maniera vistosa. Insomma: sarebbero stati giusti il rigore e l'espulsione del difensore bianconero, ma Bergonzi e i suoi assistenti fanno finta di nulla. D'altronde, sembrava uno zero a zero già scritto e ormai prescritto, visto che nessuno aveva fatto molto per vincere e di conseguenza nessuno avrebbe meritato di perdere. Non era successo praticamente nulla: un salvataggio di Glik su Pogba (in fuorigioco), una paratona di Buffon su Santana, una ciabattata di Vucinic davanti a Gillet, quell'azione Cerci-Jonatahas, niente di particolarmente interessante né di importante. Però gli ultimi dieci minuti sono stati totalmente fuori contesto e sono quelli, in definitiva, che risolvono partita e campionato. Raramente la Juve ha fatto poco come in questo derby. Raramente le è stato permesso di non tirare in porta, visto che la prima conclusione nello specchio è stato il gran destro di Vidal che ha raggelato l'Olimpico, poco prima che Glik si facesse espellere come all'andata (doppia ammonizione, provvedimento assai severo) e che Marchisio, al terzo gol al Toro, chiudesse i conti con una volée a centro area. Come nell'altro derby, Conte ha modificato l'assetto per contrastare il 4-2-4 di Ventura: stavolta ha scelto il 4-1-4-1, ma difficilmente i granata potranno inorgoglirsi di questo. Per i bianconeri si tratta del settimo successo consecutivo, una sfilza di risultati che maschera un calo evidente: ma ormai lo scudetto è deciso, addirittura programmabile. La settimana che viene servirà a organizzare feste, più che ad allenarsi. Al di là dell'episodio Jonathas, il Toro ha avuto invece poco coraggio. E' riuscito a ingabbiare la Juve ma ha graffiato troppo poco, visto che le punte si sono dedicate principalmente alla copertura. Dati per salvi un mesetto fa, i granata adesso si stanno terrorizzando: il margine sulla terzultima si è assottigliato spaventosamente, domenica potrebbe diminuire ulteriormente (il Torino farà visita al Milan) e già si guarda alla sfida casalinga con il Genoa come a uno spareggio incalzato dalla paura.