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Olimpico
21/12/2014
h.15.00
TORINO - GENOA 2-1 (0-1)
Torino
: Gillet, Maksimovic, Glik, Moretti, Darmian, Farnerud (all'83' Vives), Gazzi, El Kaddouri, Molinaro (al 59' Bruno Peres), Amauri (al 68' Quagliarella), Martinez. A disposizione: Castellazzi, Padelli, Bovo, Silva, Masiello. All.: Ventura.
Genoa: Lamanna, Roncaglia, Burdisso, Marchese (al 61' Izzo), Rosi (al 47' De Maio), Rincon, Sturaro, Antonelli, Iago Falque, Bertolacci (al 46' Greco), Matri. A disposizione: Sommariva, Prisco, Antonini, Pinilla, Lestienne, Fetfatzidis, Edenilson, Mussis. All.: Gasperini.
Arbitro: Tommasi di Bassano del Grappa.
Reti: Iago Falque 42' (G), Glik 52', 63' (T).
Spettatori: 15.611 di cui 5.537 paganti per un incasso di 116.788 euro e 10.074 abbonati per una quota partita di 124.428 euro.
Note: Pomeriggio di tiepido sole poi calato nella ripresa, con freddo pungente, terreno scivoloso e insidioso anche per il controllo del pallone da parte dei giocatori. Ammoniti Iago Falque, Moretti, Burdisso, Rincon e Marchese, tutti per gioco falloso; calci d'angolo 4-3 per il Genoa 1893, recupero 1' pt, 5' st. Presenti all'Olimpico circa 1.500 sostenitori del Genoa. Per Glik, giunto al quarto gol stagionale, si tratta della prima doppietta in carriera.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica online del 21 dicembre 2014]
Fa tutto Glik nel bene e nel male. Arriva dalla Polonia il Babbo Natale granata, quello che recapita al Torino un regalo importante, tre punti (meritati) che allontanano la squadra di Ventura dalla classifica delle pericolanti. La slitta del capitano di casa, però, deraglia paurosamente prima di trovare la strada giusta. Accade nel primo tempo, quando il Genoa consegna a Falque l'occasione dell'allungo, sì, tutto il Genoa, con una magistrale azione di pressione corale. L'allungo del Grifone, evidentemente, rilassa l'ospite e pungola il Toro, che poco prima di andare sotto aveva colpito con Farnerud, su punizione, una clamorosa traversa (a Lamanna battuto). I granata dominano la seconda parte del match, ribaltano l'inerzia, meritano alla fine la vittoria. Come ci si poteva aspettare, Torino-Genoa è una vera prova di forza, un braccio di ferro. Non solo per la speculare scelta tattica dei due allenatori (un 3-5-2 diciamo così molto "flessibile"), anche per l'intensità, la ruvidezza dei contrasti, le scintille che animano da subito la contesa. E non sono stelline di Natale.. L'intensità non viene mai meno. E siccome tutti corrono come dannati, tutti alzano il livello del contrasto, tutti si dannano cambiando le loro vesti tattiche da difensori ad attaccanti e viceversa, è normale che il match viva anche sull'imprecisione del palleggio. Uno cerca di elidere l'altro. Lo scacco che uno dà all'altro, è frutto di errori forzati dall'avversario. Le ripartenze, una volta dette contropiede, danno sapore al match, colorandolo sotto l'aspetto delle occasioni. Ma i giocatori di movimento fanno e disfano quasi tutto, cosicché Lamanna e Gillet hanno pochi straordinari da fare. Certo è che il vice Perin può lamentarsi di più, e non solo per una semplice questione numerica. I gol infatti arrivano da due palle inattive, da una certa mollezza nei duelli aerei, ancora più grave - se consideriamo l'azione del sorpasso - considerando che sul 2 a 1 il Torino fa le prove generali della rete appena pochi secondi prima. Attenuante generica per Gasperini, che forse ha qualche responsabilità nella scelta dei partenti, tre cambi obbligati. Greco rileva Bertolacci dopo 45', Rosi si fa male alla schiena dopo spiccioli di ripresa, Marchese - forse l'infortunio più serio - sente male al ginocchio dopo un contrasto a metacampo. Non riusciamo a immaginare lo stato d'animo di Pinilla in panchina.. Gasperini è più volte costretto a cambiare, Roncaglia finisce da cursore dopo aver fatto il primo dei tre dietro, De Maio si sposta da destra a sinistra. Ma il Genoa della ripresa viene surclassato dalla voglia granata, e se le punte di casa non brillano sotto porta, Martinez si fa ammirare per la generosità che mette nelle due fasi di gioco. Fa tutto Glik, nel bene e nel male. Incute paura a Matri da subito, si fa intercettare il pallone nel solito palleggio "basso" che Ventura richiede quando Falque dal limite trova l'angolino e fa 0 a 1. Ma poi anima la rincorsa, segna una doppietta, non prima però di commettere un fallo da rigore su Matri, non visto da Tommasi e dai suoi collaboratori. Glik però è l'eroe anche quando finisce la benzina, perché ha il cuore per togliere con un tocco il pallone del pareggio dai piedi di De Maio, in una mischia finale.