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Grande Torino
12/02/2017
h.15.00
TORINO - PESCARA 5-3 (3-0)
Torino
: Hart, De Silvestri, Ajeti, Moretti, Barreca, Benassi, Lukic (al 55' Acquah), Obi (al 45' Gustafson), Iago Falque, Belotti, Ljajic (all'80' Boyé). A disposizione: Padelli, Cucchietti, Molinaro, Zappacosta, Maxi Lopez, Iturbe. All.: Mihajlovic.
Pescara: Bizzarri, Zampano, Stendardo (al 46' Coda), Fornasier, Biraghi, Benali, Brugman (al 57' Bruno), Memushaj, Kastanos (al 27' Crescenzi), Verre, Caprari. A disposizione: Fiorillo, Muntari, Cerri, Pepe, Maloku, Delli Carri, Mitrita, Cubas. All.: Oddo.
Arbitro: Maresca di Napoli.
Reti: Iago Falque 2' (T), Ajeti 9' (T), Belotti 15', 61' (T), Ljajic 53' (T), Aut.Ajeti 73' (P), Benali 75', 83' (P).
Spettatori: 14.827 di cui 3.359 paganti per un incasso di 73.757 euro e 11.468 abbonati per una quota partita di 137.471 euro.
Note: Giornata uggiosa, bagnata da una leggera pioggerella, freddo pungente, terreno leggermente scivoloso ma complessivamente in buone condizioni. Ammoniti Stendardo, Fornasier, Lukic e Coda, tutti per gioco scorretto. Calci d'angolo 7-5 per il Torino, recupero 2' pt, 3' st. Presenti all'Olimpico Grande Torino una settantina di tifosi del Pescara, oltre cinquanta dei quali hanno abbandonato lo stadio ad inizio ripresa. Nel Torino si é rivisto Molinaro, sebbene in panchina, dopo il lungo infortunio patito ad inizio stagione. Prima rete in maglia granata per Ajeti, prima presenza stagionale in campionato, dopo li debutto in Coppa Italia, per Gustafson.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 13 febbraio 2017]
Sono bastati 65 secondi per capire come mai il Pescara é ultimo, con la peggior difesa del campionato. Gol-lampo del Toro, con gli abruzzesi a dormire. Com'é capitato di nuovo ai minuti 9, 15, 53 e 61: 5-0 comodissimo e, per la prima volta in stagione, l'intero tridente granata Iago Falque-Belotti-Ljajic a segno nella stessa partita. Poi, peró, sono anche stati sufficienti 10' per spiegare come il Toro avesse potuto marciare nei due mesi precedenti a passo da retrocessione: dal 28' al 38'' della ripresa é riuscito nella complicatissima impresa di far segnare tre reti ad una squadra che l'aveva fatto solo.. A tavolino contro il Sassuolo. E Mihajlovic, che dopo 52 giorni pregustava un pomeriggio finalmente vittorioso e pure sereno, ha dovuto incassare i fischi della sua gente incredula. Un altro capolavoro di autolesionismo, l'ennesimo black-out nei secondi tempi che dice tutto sui limiti, di testa ed equilibrio, del suo gruppo. Ritorno ai tre punti a parte, di positivo restano la doppietta che riporta Belotti a -1 dal trono di capocannoniere, il buon esordio dal 1' di Lukic, vice dello squalificato Valdifiori, e quegli otto nati dal 1990 in poi schierati dal 1'. Peró, riparare in fretta agli erroracci di Empoli (Iago a segno dopo il rigore rubato al Gallo e sbagliato, il 2-0 di Ajeti dopo il retropassaggio harakiri nella pozza) per poi rovinarsi la festa sul 5-0 conferma tutti i limiti per un Toro nato incompiuto e non completato a gennaio. Mihajlovic si sforza di vedere il bicchiere mezzo pieno: "Abbiamo 7 punti piú di un anno fa e per un'ora si é dominato. Non dovrebbe succedere, ma é normale rilassarsi un po'. Noi ci siamo addormentati, confermandoci capaci di tutto. Nel bene e nel male". Piú severa é stata l'analisi di chi continua ad essere l'anima nonché l'uomo in piú dei granata. Dice Belotti: "La veritá é che non riusciamo mai a gestire il risultato senza prendere gol. Da diverse partite accusiamo un black-out e non sappiamo il perché. Io una spiegazione non ce l'ho. Di certo, é incredibile vincere una partita del genere con due sole reti di scarto". Soffrendo pure nel finale, con chi ha fatto davvero di tutto per semplificare la domenica del Toro e che sta seriamente riflettendo sul futuro di Oddo, arrivato al sesto ko di fila con 22 gol presi. Mihajlovic, stranamente, ieri non l'ha rimarcato, ma nei primi cinque turni del ritorno i suoi hanno fatto un punto in piú rispetto all'andata (6 a 5). Era tra gli obiettivi dichiarati dopo aver perso ogni chance europea. Adesso, peró, gli toccano Roma e Fiorentina in trasferta, sfide che ad inizio autunno al Grande Torino avevano fruttato l'en plein decisivo per spiccare il volo. E di accondiscendenti come il Pescara non gliene capiteranno piú. Il calendario s'impenna e, la partita di ieri lo ha ribadito, ci sono solo tre certezze assolute: Hart, Moretti e Belotti. Come spina dorsale manca il centrocampo: Lukic promette ma é ancora acerbo, Valdifiori ha raramente convinto. Piace Obi, che peró si rompe sempre. Benassi e Baselli non decollano come potrebbero. In piú Iago e Ljajic fanno luce per tanti ma l'interruttore si spegne spesso. Mihajlovic ha cento giorni di lavoro per plasmare un Toro che, carte d'identitá a parte, valga concrete speranze future.