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Benito Stirpe
10/03/2019
h.15.00
FROSINONE - TORINO 1-2 (1-0)
Frosinone
: Sportiello, Goldaniga, Salamon, Capuano (all'83' Ciofani), Paganini, Maiello (al 73' Trotta), Chibsah, Gori, Molinaro, Ciano, Pinamonti. A disposizione: Kranjic, Ariaudo, Beghetto, Dionisi, Iacobucci, Simic, Valzania, Zampano. All.: Baroni.
Torino: Sirigu, Moretti, Nkoulou, Izzo, Ansaldi, Rincon, Meite (al 54' Iago Falque), De Silvestri (al 69' Aina), Baselli, Zaza (all'86' Berenguer), Belotti. A disposizione: Rosati, Ichazo, Bremer, Djidji, Lukic, Parigini, Singo. All.: Mazzarri.
Arbitro: Giacomelli di Trieste.
Reti: Paganini 42' (F), Belotti 56', 77' (T).
Spettatori: 14.165 di cui 11.197 abbonati e 2.968 paganti.
Note: Col la rete subita al 42', Sirigu termina la propria imbattibilità dopo 599'. Calci d'angolo 3-3, recupero 2' pt, 4' st. Giornata grigia, terreno in buone condizioni, presenti al Benito Stirpe circa 700 sostenitori granata; ammoniti Capuano, Ciano, Meite, Rincon e Zaza, tutti per gioco scorretto.
Cronaca
[Tratto da La Stampa dell' 11 marzo 2019]
Ogni riferimento al suo passato è sempre stato un tabù. In particolar modo, a mettere sulla stessa lunghezza d'onda il suo primo Napoli e questo Toro, Mazzarri si girava dall'altra parte per la temerarietà del confronto. Ora è diverso perchè il successo, costruito nella seconda parte del duello con il Frosinone, che mette i granata (almeno momentaneamente) alle spalle delle prime quattro della classifica dà al tecnico toscano l'assist per rileggere la sua storia recente. "Sì, comincio a vedere delle analogie con il mio primo Napoli..", commenta Mazzarri. Quella squadra centrò il sesto posto finale dopo un avvio in salita e dopo essere passata dalle mani di Donadoni a quelle dell'allenatore di San Vincenzo alle prime difficoltà autunnali: l'Europa si materializzò grazie a quindici risultati senza macchia e senza solizione di continuità. Mazzarri però frena. O meglio, ci prova senza riuscirci. In quel suo primo gruppo azzurro spiccavano la fisicità e la classe di un attaccante uruguaiano, Edinson Cavani, che, presto, divenne uno dei giocatori più amati dalla piazza: Belotti, dal popolo granata, è già amato ma, come Cavani, si è impegnato a migliorare una tecnica in partenza meno pregiata. E il processo non è ancora concluso. "Se guardiamo attentamente le partite di Andrea vi accorgerete che ha già fatto notevoli passi avanti: sta facendo meglio con la palla perchè ci lavoriamo molto grazie al possesso a due tocchi e via", spiega il tecnico. Poi aggiunge: "A fine allenamento anche Cavani si fermava a lavorare proprio sulla tecnica e migliorò..". Eccola l'analogia, forse, più tangibile fra quel Napoli e questo Toro: Belotti come Cavani. Il Gallo è tornato, anzi non se ne è mai andato visto il modo in cui ha trascinato i compagni oltre gli ostacoli nelle sfide senza i gol. I gol, adesso, danno il senso compiuto di un centravanti felice e coraggioso: una settimana fa l'acuto al Chievo dopo un'astinenza, su azione, di due mesi. Adesso la doppia gioia (la seconda da far scattare l'applauso) a ribaltare una fatica che si era messa male, molto male: sotto 1 a 0 all'intervallo, il Toro ha rialzato la testa dopo essersi guardato allo specchio nello spogliatoio e dopo aver cominciato a girare dalla parte giusta attorno al suo capitano. Belotti sale a quota dieci in classifica dei bomber di stagione. E sale anche nelle considerazioni di un ct azzurro che, prima della tappa in Ciociaria, non aveva assegnato al Gallo molte probabilità di riprendersi un posto in Nazionale per le sfide con Finlandia e Liechtenstein del 23 e 26 di questo mese: per Mancini, prima di Belotti nel ruolo di punta centrale, ci sono Immobile, di nuovo Balotelli, Pavoletti e Inglese. Può aver cambiato qualcosa, o tutto, la prestazione di ieri del capitano granata? Può darsi, ma non è così sicuro. Di certo c'è che questo Toro ricorda il primo Napoli di Mazzarri che centrò l'Europa. "Sono stato buon profeta con Belotti prima che si sbloccasse", chiosa il presidente Urbano Cairo.