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Rigamonti
09/11/2019
h.15.00
BRESCIA - TORINO 0-4 (0-2)
Brescia
: Joronen, Sabelli, Cistana, Magnani, Mateju, Bisoli, Tonali, Romulo, Spalek (al 60' Donnarumma), Ayé (all'82' Zmrhal), Balotelli (al 46' Martella). A disposizione: Alfonso, Gastaldello, Ndoj, Mangraviti, Morosini. All.: Grosso.
Torino: Sirigu, Izzo, Nkoulou, Bremer, Aina, Rincon, Lukic (al 66' Laxalt), Meite, Ansaldi (al 78' De Silvestri), Verdi (al 73' Berenguer), Belotti. A disposizione: Ujkani, Rosati, Lyanco, Edera, Millico, Djidji. All.: Mazzarri.
Arbitro: Guida di Torre Annunziata.
Reti: Belotti 17' rig., 26' rig., Berenguer 75', 81'.
Spettatori: 13.500 circa, il Brescia non comunica paganti né incasso.
Note: Giornata di sole seppur con qualche nube a fare capolino, terreno in buone condizioni; sulla panchina del Brescia fa il suo esordio il nuovo tecnico Grosso, subentrato in settimana all'esonerato Eugenio Corini. Espulso al 41' Mateju per doppia ammonizione, entrambe per gioco falloso, ammoniti Cistana, Ansaldi, Lukic, Magnani, Meite e Tonali, tutti per gioco falloso. Calci d'angolo 4-4, recupero 1' pt, 0' st; presenti al Rigamonti circa 300 sostenitori granata.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 10 novembre 2019]
Vincere a Brescia sarebbe stata nell'ordine delle cose per una squadra pensata per l'Europa. Farlo con il peso addosso di un incrocio spartiacque (ripartire o finire nel tritacarne dei cattivi pensieri) assume il valore di un successo molto rumoroso. Il Toro è vivo. O meglio, lo è ancora. E, soprattutto, non ha dimenticato come si taglia il traguardo quando in panchina c'è un tecnico come Mazzarri: equilibrio, dedizione totale alla causa e umiltà che si traduce nei metri coperti in campo e in quelli tolti sotto ai piedi dell'avversario. Senza paura. A Brescia ha faticato la Juve, ha sofferto l'Inter, ha pareggiato la Fiorentina. A Brescia i granata hanno calato un poker che li porta alla sosta del campionato con la testa un po' più libera e un po' di autostima in più. Se è vero che dai primissimi tocchi si intuisce l'umore del pomeriggio, il Toro, quei tocchi, li ha messi in fila come capitava nelle occasioni migliori e come era accaduto nella notte del derby con la Juve. E il filo che lega la sfida con i bianconeri al viaggio in casa dell'ultima della classe è l'aspetto che fa capire, o sperare, che qualcosa nel mondo granata si stia muovendo: il Toro è sceso in campo senza il freno a mano tirato, senza paura e con la manifesta volontà di dirigere il traffico. Le partite, spesso, vengono indirizzate anche dagli episodi. E a Brescia è stato così: due falli di mano (entrambi netti) hanno mandato sul dischetto Belotti due volte nel giro di nove minuti e il capitano granata non ha sbagliato. Doppio vantaggio e uomo in più a pochi istanti dalla fine del primo tempo, l'adamento di un incontro dentro ad uno stadio in ebollizione perché contrario all'esonero di Corini e infastidito dall'atteggiamento di Balotelli, l'uomo in più, ma solo nelle intenzioni ("L'ho tolto perché non sa rincorrere l'uomo", dirà il debuttante in panchina Facio Grosso al termine del duello). Peso specifico. Due volte Belotti, due Berenguer. E cronache granata aggiornate visto che era da quarantadue anni che due giocatori del Toro non segnavano più di una rete a testa nella stessa gara: l'ultima volta era accaduto a Graziani (3' e 57') e Pulici (13' e 14') il 22 maggio del '77 in Torino-Genoa 5-1. Berenguer si è travestito da jolly, ruolo che divrebbe interpretare Verdi, ma che il colpo di mercato dell'era Cairo non fa. Verdi ha sbagliato ed è entrato in confusione, Berenguer ha esultato ed ha lasciato un segno che potrebbe garantirgli più spazio in futuro. Per ora può bastare così: Mazzarri aveva chiesto alla trasferta di Brescia di restituirgli un Toro, in parte, intravisto nel derby e ha ottenuto le risposte che cercava. Di sicuro il tecnico toscano ha fugato il dubbio che occupava il pensiero dei più maligni: la squadra è ancora con lui. Vincere a Brescia sarebbe stato normale per un Toro in salute, farlo ora che la stagione presentava il bivio più pericoloso ha un peso specifico doppio e diverso.