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| San Siro |
| 17/02/2020 |
| h.20.45 |
| MILAN - TORINO 1-0 (1-0) Milan: Donnarumma G., Calabria, Kjaer (al 44' Gabbia), Romagnoli, Hernandez, Kessie, Bennacer, Castillejo, Paqueta (al 69' Bonaventura), Rebic (all'88' Leao), Ibrahimovic. A disposizione: Begovic, Donnarumma A., Brescianini, Laxalt, Maldini, Musacchio, Saelemaekers. All.: Pioli. Torino: Sirigu, Lyanco (all'85' Aina), Nkoulou, Bremer, De Silvestri, Rincon, Lukic, Ansaldi, Edera (al 64' Zaza), Belotti, Berenguer (all'85' Millico). A disposizione: Rosati, Ujkani, Adopo, Baselli, Djidji, Meite, Singo. All.: Longo. Arbitro: Fabbri di Ravenna. Reti: Rebic 25'. Spettatori: 46.114 tra paganti e abbonati per un incasso complessivo di 1.092.411 euro. Note: Ammoniti Bennacer, Castillejo, Rincon e Ansaldi per gioco falloso, Edera per gioco scorretto; calci d'angolo 5-5, recupero 2' pt, 3' st. Serata gradevole, terreno in perfette condizioni, quinta sconfitta consecutiva in campionato per il Torino, seconda in due gare per il neo tecnico granata Longo. Cronaca [Tratto da La Gazzetta dello Sport online del 17 febbraio 2020] Se il Milan sarà quello visto con la Juve e il Toro quello dell'ultimo mese, si raccontavano i tifosi entrando allo stadio, difficilmente la partita resterà in bilico. Lo è stata, parzialmente, per una ventina di minuti della ripresa, quando i granata hanno preso metri al Diavolo, ma la realtà dei fatti dice che il Milan ha meritato questo successo, che avrebbe potuto essere ben più rotondo nel risultato. I rossoneri trovano tre punti vitali per restare aggrappati al treno dell'Europa League (la Champions dista sempre dieci lunghezze ed è meglio evitare di pensarci), mentre i granata inciampano nella quinta sconfitta di fila in campionato (più l'eliminazione in Coppa Italia, sempre a San Siro contro il Milan) e ora devono seriamente fare attenzione alle zone bollenti: il Genoa, terzultimo, è soltanto cinque punti più sotto. Pioli conferma il 4-2-3-1 delle ultime uscite, sistema che - come ha spiegato bene in vigilia - gli ha permesso una svolta non solo tattica, ma anche nell'approccio all'avversario. Il tecnico rossonero avrebbe voluto confermare in blocco l'undici che ha pareggiato con la Juve in Coppa Italia, ma il forfait dell'ultima ora di Calhanoglu (lesione muscolare che sarà valutata meglio nei prossimi giorni) lo ha costretto a un cambio nella zona nevralgica dell'attacco, dietro Ibrahimovic. E allora spazio a Paqueta, talento brasiliano ancora in attesa di esprimersi, che non partiva titolare da novembre. In casa granata Longo alla fine ha dovuto rinunciare a Verdi, alle prese con l'influenza da qualche giorno, mentre Edera - al debutto stagionale dal primo minuto - ha vinto il ballottaggio con Millico e si è piazzato accanto a Belotti dando forma a un 3-5-2 in cui i due attaccanti si sono parlati pochissimo. In difesa Bremer ha rilevato lo squalificato Izzo mentre in fascia si è rivisto titolare Ansaldi a due mesi dall'infortunio. Sprint - Il Milan ha iniziato la sfida come ormai sta diventando consuetudine: testa bassa, pressione alta, linee corte e avversario ingabbiato nella propria metà campo. L'unica differenza è stata nell'intensità, parzialmente calata rispetto alle esibizioni con Inter e Juve. Ma è stata comunque sufficiente, considerato l'approccio del Toro: leggero, svagato, non adeguato a un gruppo che, come ha ricordato bene l'allenatore, deve guardarsi seriamente le spalle. I granata hanno abbozzato qualche timida trama, ma si sono smarriti presto in mezzo a una selva di errori non solo sulla trequarti, ma anche in uscita. E lì sono stati dolori perché il tridente rossonero alle spalle di Ibra aspettava con ferocia. A dire la verità non è stata una prima frazione spumeggiante: sul taccuino resta un tiro di Ibra deviato quasi nella sua porta da Lyanco, un'ottima combinazione granata - l'unica dei primi 45 - Edera-De Silvestri-Berenguer, con lo spagnolo che spreca da posizione molto invitante, un sinistro di precisione di Paqueta che chiama alla deviazione complicata Sirigu, e infine il gol rossonero: Kessie e Castillejo portano via palla a Berenguer con molta decisione (cosa che porterà il Toro a protestare vivacemente con Fabbri), Paqueta lancia Castillejo, cross e l'ormai solito Rebic infila Sirigu. E' il 25' e il Toro si sfalda ulteriormente, chiudendo il tempo in bambola pressoché totale, con errori imbarazzanti della linea difensiva. Nel Milan esce di scena Kjaer, infortunato, che viene rilevato da Gabbia (al debutto in campionato) e qui c'è un giallo: Musacchio, che si stava scaldando, non entra per un presunto problema a un polpaccio dell'ultimo secondo. E Pioli non la prende benissimo. Secondo tempo - Nella ripresa il Toro si è dato una registrata, non tanto tecnicamente (ancora parecchi gli errori), quanto nello spirito. E ha iniziato a rubare metri al Diavolo, soprattutto nei primi venti minuti, trovando varchi interessanti soprattutto a sinistra. Belotti, un fantasma nei primi 45', ha finalmente iniziato ad andare a prendersi palloni qualche metro più indietro, aprendo spazi e costringendo i rossoneri al fallo. Una discreta reazione rispetto al nulla quasi assoluto del primo tempo, ma non sufficiente a mandare davvero in apnea il Milan. Che per parecchi minuti ha smarrito certezze - un tasto su cui Pioli dovrà ancora lavorare parecchio - ma ha comunque avuto i palloni migliori per raddoppiare: uno con Ibra (piatto destro a pochi centimetri dal palo), due con Castillejo (la prima delle quali colossale) e una con Bonaventura. Longo a metà frazione ha tolto Edera per Zaza, ma il cambio non ha prodotto effetti. Serviva una scossa che non è arrivata, ma è una scossa che occorre a tutta la stagione, che così rischia di precipitare. |
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