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Grande Torino
16/07/2020
h.19.30
TORINO - GENOA 3-0 (1-0)
Torino
: Sirigu, Lyanco (al 61' Izzo), Nkoulou, Bremer, De Silvestri, Rincon, Meite, Ansaldi (al 66' Aina), Verdi (al 66' Lukic), Zaza, Belotti (al 90' Singo). A disposizione: Rosati, Ujkani, Adopo, Berenguer, Edera, Ghazoini, Greco, Millico. All.: Longo.
Genoa: Perin, Goldaniga, Zapata, Masiello, Biraschi (al 75' Ghiglione), Behrami, Schone (al 75' Lerager), Barreca (al 59' Criscito), Iago Falque (al 67' Destro), Sanabria (al 59' Pandev), Pinamonti. A disposizione: Marchetti, Ichazo, Ankersen, Favilli, Jagiello, Rovella, Soumahoro. All.: Nicola.
Arbitro: Rocchi di Firenze.
Reti: Bremer 32', Lukic 76', Belotti 91'.
Spettatori: 0, giocata a porte chiuse.
Note: Ammoniti Lyanco e Masiello per comportamento non regolamentare, Goldaniga, Zaza per gioco falloso, recupero 3' pt, 5' st, calci d'angolo 8-4 per il Torino; pomeriggio caldo, terreno in ottime condizioni; nel Torino Belotti va a segno per la settima gara consecutiva superando Graziani e Immobile in questa speciale statistica.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica online del 16 luglio 2020]
Che Torino-Genoa, nei tempi moderni, sia una partita abbonata alla salvezza, e quindi da sconsigliarsi ai deboli di cuore, è un fattore. Ed è una chiave di lettura per capire il clima che accompagna in campo quelli di Nicola e quelli di Longo. Ci sono precedenti, gemellaggi traditi, gol decisivi. Nessuno dimentica nel calcio. Perciò possiamo tranquillamente dire che è la partita meno a porte chiuse che si possa giocare. La classifica dice che nessuno può regalare. Torino 34 punti, Genoa 30, due sul ciglio del burrone. Se Milito, anno 2009, spinse nel baratro i granata, le tre reti di un Torino "chirurgico" sono rintocchi lugubri per il Grifone, obbligato ora a vincere la partita della vita contro il Lecce, a Marassi. Prima del derby. E se Milito spinse giù i granata, Belotti è il protagonista assoluto del match di Torino, inguaiando non poco i liguri. Genoa abbaia e non morde - Il Genoa sa che il calendario non è semplice e allora fin dal fischio d'avvio di Rocchi fa la voce grossa. Ringhia sui portatori di palla granata fin dalla metacampo piemontese, approfittando di una certa macchinosità del Toro nel costruire le azioni. Granata così in imbarazzo fin dai primi metri difensivi (l'assenza di Baselli si sente nonostante la crescita di Meite) che il Genoa costruisce subito una bella occasione con un ex al veleno, Iago Falque, che dal fondo serve Pinamonti, la girata del giovane attaccante è ravvicinata e precisa, ma Sirigu respinge. Nei primi 20' il Toro non passa metacampo, anche perché Goldaniga è feroce su Belotti. Anche troppo: ammonito. E quando Masiello si fa aggirare da Verdi e lo trattiene, l'ospite si ritrova con due centrali su tre già in giallo. Le azioni granata vertono sulle battute a gioco fermo di Verdi: una sua punizione è ribattuta dal muro, la differenza nei primi 45' la fa la freddezza sotto porta sui cross dalla bandierina. Due volta svetta Zapata per il Genoa, due volte alto. Due volte fa lo stesso Bremer sui traversoni telecomandati di Verdi e.. una volta Perin è salvato dalla scarsa mira del brasiliano, la palla va fuori di pochissimo, un'altra arriva il vantaggio granata. Una doccia fredda per il Grifone la cui grinta iniziale si dissolve. Belotti fa il guastatore su alcune difettose rimesse dal fondo di Perin, senza tuttavia graffiare. Insomma, un match dominato da una tensione nascosta ma palpabile. Prima degli uni e poi degli altri. Sirigu è un muro - L'atteggiamento, così caro a tanti allenatori, del Genoa in avvio di secondo tempo è identico alla prima parte. Subito un assalto alla diligenza. Ma non è questo il tallone di Achille di questo grifone che infatti fa pressing bene, che fa spiovere molti palloni in area, che insomma la fase di preparazione la conosce bene. Cosa manca alla ricetta? Mancano.. gli ultimi metri. Quello che invece ha il Torino. I granata di Longo sono cinici. Giocano meglio se vengono attaccati e possono riproporsi nello spazio. Sirigu viene chiamato in causa solo al primo squillo del secondo tempo, quando respinge a mani aperte una bordata di Sanabria, unico squillo dell'involuto paraguaiano, si allunga sulla replica immediata e potente di Schoene, infine si getta sui piedi di Pinamonti che prova il tap in da un metro (ma partendo da posizione irregolare). L'asso nella manica - E' questo di fatto il solo acuto offensivo dei rossoblu. Longo riesce a tenere compatto il gruppo di casa e sa di poter contare sull'asso nella manica. L'asso si chiama Belotti. Difende, riparte, lotta come un leone. Il gallo prima fa l'uomo assist, dopo una volata e un pericoloso duello in spaccata con Goldaniga. Lukic, appena entrato, indovina un destro delizioso sotto l'incrocio: 2 a 0 al 76'. Il Genoa sogna un altro miracolo, come a Udine. Nicola chiama in causa Destro e Pandev, ma è un esercizio ostinato e inutile come chi cerca di buttare giù un muro a testate. Sirigu non deve più intervenire. In compenso Belotti non ha ancora finito il suo show. Behrami gli ragala un pallone, lui si ingobbisce e punta Goldaniga, sposta il pallone e dal limite fa partire il siluro che muore sotto l'incrocio. Genoa colpito e affondato. Ci rimane solo un dubbio, dopo questa partita. Scusi, Longo, Belotti pulisce anche gli spogliatoi?