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| Filadelfia |
| 09/02/1958 |
| h.14.30 |
| TORINO - NAPOLI 4-3 (2-0) Torino: Rigamonti V, Brancaleoni, Cancian, Bearzot, Ganzer, Fogli, Santelli, Armano, Bonifaci, Arce, Bonifaci. All.: Marjanovic. Napoli: Bugatti, Comaschi, Del Bene, Morin, Bertello, Posio, Brugola, Beltrandi, Vinicio, Pesaola, Gasparini. All.: Amadei. Arbitro: Campanati di Milano. Reti: Aut.Morin 17' (T), Santelli 40', 83' (T), Pesaola 54' rig. (N), Vinicio 63' (N), Posio 65' (N), Armano 88' (T). Spettatori: 25.000 circa. Note: Espulso Morin per proteste, tempo buono ma campo allentato. Cronaca [Tratto da La Stampa del 10 febbraio 1958] Quel titolo di ''battaglia'' che si affibbia tanto volentieri ad ogni partita di calcio che si disputi con medio accanimento, la partita svoltasi fra il Torino ed il Napoli se lo merita questa volta di pieno diritto. Per l'andamento alterno della gara, per il risultato che parve voler illudere prima l'uno e poi l'altro contendente finendo per dare ragione ai padroni di casa, per lo spirito agonistico di cui diedero prova a turno le due squadre in campo, e per il ''serrate'' finale dal tono veramente drammatico, che ha avuto per protagonista i granata, con rimonta di uno svantaggio che pareva già consacrato, coll'ottenimento di due reti nello spazio di cinque minuti, con vive e lunghe rimostrante da parte degli ospiti, con espulsione di un giocatore partenopeo, e con scene finali che non dovrebbero essere scevre di conseguenze. Partita dalle tinte forti quindi, partita che, nella sola sede dei commenti, avrà lo strascico che le sette reti compresse nello spazio di poco più di settanta minuti senz'altro si meritano. Il vantaggio quantitativo delle reti fu tutto del Torino, nel primo tempo. Due reti, segnate la prima al 17' e la seconda al 40° minuto mandarono in testa i granata e parvero assicurare loro il successo definitivo. La prima ebbe per auspice il lavoro di Bertolani, e per esecutore materiale involontario un giocatore del Napoli. L'ala sinistra granata sfondava ed arrivava fino alla linea di fondo. Qui giunto, egli veniva spodestato dal terzino Comaschi, ma, grazie anche ad una caduta dell'avversario, si riprendeva e mandava al centro un forte traversone a mezza altezza. Sulla palla si precipitavano in parecchi, fra granata ed azzurri, ma il mediano sinistro degli ospiti, Morin, portato dallo slancio per impedire l'intervento di Armano e compagni, sospingeva la palla nella propria rete. Uno a zero, senza cerimonie. A cinque minuti dal riposo di metà tempo, Bonifaci, che benché recasse il numero nove sulla maglia, manteneva di prevalenza una posizione molto arretrata, si faceva improvvisamente avanti sulla destra e serviva la sua ala destra Santelli con un passaggio in profondità magistrale come direzione e come misura. Santelli completava l'opera con un tiro di sinistro che batteva nettamente Bugatti uscitogli incontro. Due a zero, con qualche accenno a reclamo per la posizione dell'ala granata, ma due a zero. Un due a zero che poteva anche assurgere a proporzioni maggiori, se, proprio prima del segnale del riposo, Armano, presentatosi tutto solo davanti al portiere, avesse approfittato della straordinaria occasione, e non si fosse fatto bloccare - magari in modo poco ortodosso - da un intervento di piede di Bugatti. Questo, come reti, che la bilancia del dominio territoriale, per quanto riguarda questo primo tempo, pende viceversa leggermente a favore dell'undici partenopeo, il quale ha condotto attacchi su attacchi, giuocando con uno slancio ed una volontà, di che non lo si credeva capace e mettendo in mostra le doti tecniche di Vinicio e l'abnegazione superiore ad ogni elogio dell'anziano Pesaola. Il Napoli diede la stura alla ripresa, come se volesse, di un colpo solo, superare tutta la distanza che lo divideva dall'avversario. Ed effettivamente riusciva nello scopo, grazie anche ad una specie di rilassamento che faceva la sua comparsa nelle file dei granata, come se oramai d'altro più non si trattasse che di attendere indisturbati il vittorioso segnale della fine della contesa. Gli ospiti tutti all'attacco, ed i torinesi tutti in difesa: e nello spazio, dì undici minuti, il risultato era invertito. Incredibile ma vero. Al 10' minuto, il mediano laterale Beltrandi, convenuto anche lui in area, veniva messo a terra. Rigore. Tiro di Pesaola, e rete. Due a uno. Nove minuti dopo, fallo fuori area, sulla destra, contro il Torino. Tira trasversalmente ed alto, Beltrandi. Spunta nella ressa Za testa di Vinicio, e la palla va a deporsi di precisione nell'angolo basso della rete sulla sinistra di Rigamonti. Niente da obiettare:, fa due a due. Passa un minuto e Vinicio, il pericolo napoletano n. 1, torna ad avanzare sulla destra, quasi ai bordi del campo. Ganzer gli si precipita incontro e rimane a terra, scavalcato. Vinicio vola via, entra in area, spara, colpisce la base del vicino montante, di dove la palla schizza verso il lato opposto della zona: qui arriva al galoppo il mediano destro Posio e spedisce prontamente in rete. Tre a due per gli ospiti. Silenzio di morte attorno al campo. Pare che l'undici locale debba crollare sotto il peso della disdetta. Passa un minuto, ne passano due, e poi, che è che non è, uno dei granata parte isolato all'arrembaggio. Lo segue un altro. In un istante, è l'intera squadra granata che si risveglia e scatta per quell'impresa disperata che pare essere la riconquista del vantaggio perduto. L'impeto, il tono di giuoco degli uomini aumenta di minuto in minuto. Non pare più l'undici amorfo dell'inizio del tempo. Quello è il cuore del vecchio Torino che torna a battere, che pulsa come al ricordo, che quel minuto di raccoglimento del primo tempo ha risvegliato. Con quello slancio e con quella volontà, giocavano gli Altri. Oramai non c'è più che una squadra in campo. Il Napoli si difende, guardando ansiosamente ai minuti che passano. Occasioni sciupate, tiri sbagliati, e finalmente, a sette minuti dal termine, giunge il pareggio. Centro basso e forte di Bertoloni che attraversa l'intera area: laggiù, al lato opposto, spunta Santelli, ferma la palla e la spedisce in rete. La piccola ala scompare inghiottita dall'abbraccio dei compagni. Il pubblico elettrizzato, è tutto in piedi: ha ritrovato la sua squadra. Passano altri cinque minuti, e l'offensiva continua. Scontro fra Arce e Beltrandi - quello che darà luogo a controversia. Palla a Fogli, che per un duro colpo alla gamba sinistra, zoppica malamente. Coll'arto offeso, il mediano centra lungo ed alto. Laggiù, dall'altra parte, si erge la testa di Bearzot. Il pallone ritorna indietro e colpisce la confluenza fra la traversa ed il montante, sulla destra di Bugatti che è rimasto tagliato fuori d'azione, arriva Armano e di testa sospinge in porta. Quattro a tre: il miracolo è avvenuto. Scena finale. L'arbitro addita subito, al centro in segno di convalidai del punto, ma viene circondato e sospinto di qua e di là, dai partenopei. I quali, si saprà poi, sostengono la tesi che Arce, nell'azione precedente al centro di Fogli, abbia colpito l'avversario. Discussioni e sballottamenti, come da triste consuetudine. Finalmente l'arbitro accenna a rivolgersi al guardialinee. Questi da lontano fa un cenno di convalida. E Campanati sancisce allora nuovamente la validità del punto. Ed il mediano Morin inveisce, e viene espulso. E, poco dopo, a partita finita, l'arbitro, nuovamente attorniato, prende senz'altro l'iniziativa di difendersi, sul campo stesso, con una gomitata allo stomaco, colpisce il centromediano Betello, e coi pugni in aria si rivolge all'ala Brugola. A dividere i contendenti di nuovo tipo, interviene la polizia. Ciò, mentre di fuori il pubblico si ammassa ed esulta, e non s'allontana. Ha ritrovato fa sua squadra e la vuole soffocare con un abbraccio di riconoscenza. |
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