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Filadelfia
23/10/1960
h.15.00
TORINO - BARI 2-1 (1-0)
Torino
: Soldan, Scesa, Lessi, Bearzot, Lancioni, Balleri, Mazzero, Ferrario, Traspedini, Ferrini, Crippa. All.: Santos.
Bari: Magnanini, Romano, Mupo, Montico, Seghedoni, Tagnin, De Robertis, Erba, Virgili, Conti, Rossano. All.: Carniglia.
Arbitro: Marchese di Napoli.
Reti: Ferrario 40' (T), Virgili 60' (B), Traspedini 64' (T)
Spettatori: 20.000 circa.
Note: Espulsi Balleri e De Robertis per reciproche scorrettezze all'88', ammonito Ferrario per gioco falloso. Terreno viscido a causa della pioggia incessante caduta sino a un'ora prima della gara. Larghissima rappresentanza di tifosi pugliesi sugli spalti, con numerosi bandieroni e due galletti lanciati sul campo prima del fischio d'inizio come rito propiziatorio. Incidendi tra sostenitori del Torino e del Bari dopo la rete segnata da Virgili all'89' con la mano, prima convalidata poi annullata dall'arbitro Marchese. Esordio in Serie A per Vincenzo Traspedini, proveniente dal Fanfulla.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 24 ottobre 1960]
Ricorderemo di questa partita particolarmente il finale, non solo emozionante ma in certi momenti addirittura drammatico. Finale di alta tensione in campo e sulle gradinate, battaglia aspra di atleti e violenta di tifosi delle due parti, il pareggio del Bari segnato col pugno nei minuti di ricupero e prima concesso e poi annullato dall'arbitro che stava perdendo il controllo del gioco e di se stesso, due giocatori espulsi, un ambiente eccitato che sembrava minacciare una esplosione di passione da un momento all'altro, e finalmente l'ultimo fischio cinque minuti dopo il tempo regolamentare, salutato diciamo pure con sollievo per timore del peggio. Sembrava che il Torino dovesse perderla questa partita, tutta, la prima mezz'ora è stata un campionario pressoché ininterrotto di gioco barese, la squadra granata svaniva al confronto, era convinzione di tutti che non ce l'avrebbe fatta. Il Bari consumò il suo gioco e se stesso in questa mezz'ora di incontrastato dominio. Non passò e allora venne fuori il Torino. E' dopo la mezz'ora che la partita fece dunque la svolta decisiva. L'undici granata, sommerso dall'avversario, tutto occupato a turare affannosamente le falle del suo schieramento, più volte sul punto di crollare e sempre in piedi con una forza di volontà che pareva continuamente alimentare il suo impeto di rinascita, avverti il principio di rilassamento che si verificava, nelle file degli ospiti, rilassamento non fisico ma di organizzazione di gioco, di mordente, di forza puntigliosa, e cominciò allora a mettere il naso fuori, non con troppo ordine ma a modo suo, con una cadenza crescente, disordinato nelle intenzioni ma deciso anche nell'azione sbagliata, insistente, con una spinta agonistica che portava avanti la squadra a dispetto di tutte le sue manchevolezze e dei suoi errori. Per mezz'ora il Torino aveva giocato con Balleri libero, coti compiti unicamente difensivi. Poteva sembrare un errore, ma non lo era. Di fronte alle ondate del gioco avversario aveva messo il suo uomo più esperto nella zona in cui non era permesso commettere errori. Ora Balleri, mutata la situazione, aveva lasciato la zona estrema della squadra ed era avanzato a spalleggiare l'attacco. Caro e vecchio Torino! Ci voleva il suo cuore per uscire da quella stretta. Arrabattandosi, incespicando e rialzandosi, con quella sua fragile tessitura di gioco sempre sul punto di spezzarsi e sempre rabberciata, col cuore in gola, tentò la sua avventura. Al 41' Ferrini troncava, a trenta metri dalla sua porta, un'azione avversaria. Aveva il campo libero, avanzò fino al punto in cui si era formato lo sbarramento avversario, non c'erano più vie d'uscita e allora tirò. La palla rimbalzò su Tagnin e andò in corner. Andò ad effettuare il tiro dalla bandierina lo stesso Ferrini, una parabola alta che finiva sul mucchio di giocatori davanti alla porta. Ferrario saltò più alto di tutti, colpi di testa la palla e la deviò nella rete. E' stato questo gol a tonificare l'undici granata. Nei quattro minuti che passarono prima del riposo, il Bari compì uno sforzo disperato per risalire. Un bel tiro di Montico venne bloccato, il Torino parve disorientarsi, poi si riprese, tentennò come spesso gli succede quando deve affrontare un gioco incalzante, cercò di riprendere il suo ritmo ma non gli riuscì. Proprio allo scadere del tempo veniva alla ribalta Traspedini. Egli scartava, su azione di contropiede, due avversari, ebbe la visuale libera del gol, sbagliò il tiro. Subito all'inizio della ripresa uno scontro fra Virgili e Lessi lasciava il granata dolorante e intontito, ma passò presto. Il Bari non si fece attendere e cominciò il suo serrate. Un tuffo di Soldati sui piedi di De Robertis risolveva una situazione densa di pericoli. Il Torino non sapeva ancora se arroccarsi in difesa per conservare il magro vantaggio conquistato, o accettare la battaglia aperta. Era ancora troppo presto per una rinuncia, ma nello stesso tempo non si sentiva di scoprirsi. Mentre la squadra si trovava in questo stato d'animo di incertezza continuava ad infuriare l'offensiva barese. Un tiro di Erba da posizione di fuori gioco colpiva la traversa. Sospinto contro la sua porta, il Torino faceva argine alle ondate alimentate da Tagnin e Montico chiamando uomini ad irrobustire la barricata. Davanti restavano Crippa, Ferrario e in seguito doveva poi comparire anche Traspedini. I contrattacchi granata traevano vantaggio dalla difesa avanzata degli ospiti, ma erano manovrati abilmente tanto da creare alternativamente a Crippa ed a Ferrario occasioni preziose malamente mandate in fumo. Una bella discesa di Balleri al 13' sembrò offrire la possibilità per i granata di aumentare il bottino. Crippa che aveva avuto la palla nella fase decisiva tirò male, Magnanini in tuffo deviò in corner. Due minuti dopo l'erro e, ecco la punizione. Attaccanti e mediani baresi tornavano in massa all'attacco. La fatalità ci mise lo zampino. Un rinvio di Balleri, troppo basso in mischia, rimbalzava sulla schiena di Lanciotti, Virgili si impadroniva della palla, si spostava velocemente sulla sinistra, e benché affiancato da un avversario, con un forte traversone di sinistro pareggiava. Un bel gol. Tutto da rifare, dunque. Ma la riscossa non tardava. Al 19' Lancioni lanciava Bearzot che avanzava sulla destra. Il mediano arrivò fino al limite dell'area, bloccato deviò a Traspedini sulla destra. Da una quindicina di metri l'esordiente granata faceva partire un secco tiro a mezzo metro da terra. Magnanini era di poco fuori dei pali, il pallone gli passò come un bolide davanti e finì nella rete. E' a questo punto che si iniziò il drammatico e tumultuoso finale. Il Bari si scagliò tutto all'attacco. Situazioni paurose venivano creandosi davanti alla porta di Soldan chiamato a sfoggiare tutto un repertorio di interventi uno più difficile dell'altro. Ressa da far trattenere il respiro, mischie convulse, il pericolo del tiro fatale sempre sospeso sulla porta dei granata. La folla continuava ad incitare la sua squadra ma era come presa dalla paura. Ferrario, Traspedini e Crippa raccoglievano a mezzo campo i palloni respinti dai difensori e cercavano di tirarla più in lungo possibile mentre a tratti giungeva anche Mazzero. Traspedini si conquistò i palloni proprio in questa mezz'ora di lotta disperata per non cedere. Fragile appariva la vittoria del Torino ma la volontà di difenderla era sovrumana. Crippa, solo davanti al portiere, mancava la sua ultima occasione, Balleri e De Robertis venivano espulsi, scadeva il tempo regolamentare. Ecco la sarabanda finale. Al 47' il Torino era in corner. Tirava Rossano, nella mischia Virgili col pugno deviava la palla nella rete. L'arbitro non vide e indicò il mezzo campo, aveva visto però il segnalinee che restò fermo al suo posto senza spostarsi al centro. Salti di gioia da una parte, tumulto di protesta dall'altra. Sulle gradinate la lotta dei bandieroni si trasformava in un collettivo incontro pugilistico fra ondeggiamenti paurosi della massa. I granata quasi trascinavano l'arbitro dal segnalinee. Marchese ebbe un richiamo della coscienza e andò dal suo collaboratore. Il gol venne annullato. Ecco allora le proteste dei baresi. Ma perché protestare? L'avevano visto tutti il pugno di Virgili. Il gioco riprese, ma ormai tutto era finito. Al 50' l'arbitro fischiava la fine. Il Torino andò senza dubbio oltre le sue possibilità tecniche ma ha meritato la vittoria. Sul terreno, reso pesantissimo dalla pioggia, la squadra ha giocato con una volontà addirittura commovente. Tutti sono da elogiare, ma Ferrini merita una citazione a parte. Il Bari ha perduto la partita non sul gioco ma sul ritmo. Il migliore di tutti è stato Tagnin, ammirevole giocatore. Ma bisognerà riparlare del gioco e delle due squadre.