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Filadelfia
27/11/1960
h.14.30
TORINO - FIORENTINA 0-0
Torino
: Vieri, Scesa, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Invernizzi, Danova, Ferrini, Traspedini, Cella, Crippa. All.: Santos.
Fiorentina: Sarti, Robotti, Castelletti, Micheli, Orzan, Marchesi, Hamrin, Montuori, Da Costa, Milan, Petris. All.: Hidegkuti.
Arbitro: Roversi di Bologna.
Reti: -
Spettatori: 25.000 circa.
Note: Espulso Montuori al 54'. Cielo sereno o quasi, terreno in buone condizioni. Il fiorentino Micheli ha lasciato il campo al 59' per uno stiramento muscolare, mentre Ferrini ha giocato per una ventina di minuti all'ala in seguito ad un calcione alla caviglia sinistra. Il Torino é sceso in campo con la divisa bianca.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 28 novembre 1960]
?Un pareggio, tutto sommato, giusto, ma esso costituisce una conquista più della Fiorentina che del Torino, e diremo perché. Battaglia a gran ritmo, e questo lo si prevedeva. Inferiore tecnicamente all'avversaria, la squadra granata non poteva che puntare sulla velocità e sulla resistenza, e l'ha fatto fin che ha potuto e come meglio ha potuto. Non è riuscita tuttavia a spuntarla. Superiore come organizzazione di squadra, come struttura di gioco, come valori individuali, la Fiorentina ha comandato la partita sbattendo contro la muraglia difensiva granata senza tuttavia riuscire a crearsi il varco per segnare, è passata dalla manovra d'assalto al contropiede quando si è trovata inferiore numericamente, ed ha chiuso con un verdetto di parità che non diminuisce di un centimetro la sua statura tecnica e atletica e che le consente di portarsi a casa un punto che costituisce per essa, una conquista, non una perdita. La partita si è mantenuta in equilibrio fin verso la metà del primo tempo. In questo periodo il Torino ha attaccato in prevalenza, a ritmo incalzante, cercando di sorprendere l'avversario con la velocità dell'assalto. Azioni serrate, un tiro di Traspedini a lato, quindi un altro di Crippa, però mai che la manovra fosse tanto ravvicinata da dare la sensazione del goal imminente. Poi un contropiede di Hamrin all'11° minuto, pericolosissimo nell'impostazione e sciupato nel traversone finale. La partita procedeva senza altre fasi salienti fino al 26° minuto quando si produceva il primo incidente delta giornata. A questo punto Ferrini, in uno scontro con Hamrin veniva casualmente colpito al polpaccio destro. Il giocatore veniva trasportato fuori e rientrava dopo pochi minuti zoppicante, non più in grado di partecipare all'azione con l'abituale scioltezza di movimenti. Il Torino risentì immediatamente l'assenza del suo stantuffo, il ritmo calò, la squadra cominciò a disunirsi e la Fiorentina passò a tirare la partita senza trarne tuttavia gran giovamento, fatta eccezione per una girata di Hamrin da terra in area, casualmente insidiosa data la nessuna possibilità di mira del giocatore nella posizione in cui era venuto a trovarsi. Tutto il primo tempo non è stato che un succedersi, a volte vertiginoso, di attacchi e contrattacchi senza che i due portieri fossero messi seriamente in pericolo. La ripresa si iniziò con prevalenza granata. Ferrini era rientrato in campo apparentemente più sciolto nei movimenti ma effettivamente ancora frenato dall'indolenzimento del polpaccio. I granata avevano subito al 5' un'occasione d'oro provocata da un centro di Ferrini. Orzan intercettava malamente sbucciando la palla e mettendola quasi sui piedi di Danova a cinque o sei metri dalla rete. Il granata ebbe un attimo di indugio, come sorpreso da un'offerta cosi inattesa, Sarti capì prima di lui la situazione e prontamente uscì bloccando la sfera. La partita compì una svolta. Al 9', Montuori si lasciava andare ad un'azione scorretta contro Ferrini sotto gli occhi dell'arbitro e I veniva espulso. Diciamo pure, peccato. Montuori non è un violento e non lo fu nemmeno nella partita di ieri. E' la seconda espulsione che egli subisce in tutta la sua carriera di giocatore corretto. Senza dubbio è stato il primo a dolersi del suo gesto. Passavano appena sei minuti quando Micheli scattando per raggiungere un allungo di Milan crollava improvvisamente a terra fermato da uno strappo. Quindi nel giro di sei minuti, ed a mezz'ora dalla fine, la Fiorentina si vedeva ridotta a soli nove uomini. Partita nelle mani del Torino t Niente affatto. La squadra viola non piegò e osiamo dire che essa fu più grande in quest'ultima mezz'ora che in tutto il resto della partita. Giocò sul contropiede, scatenando Hamrin e Petris. Dietro, la difesa era rimasta intatta, rinforzata al centro campo da Milan. Nelle controffensive si inseriva anche Da Costa, mai però con un'azione incisiva. Il Torino non trasse un profitto sostanziale dalla nuova situazione. Mantenne inalterato il suo schieramento difensivo ritenendo pericoloso alleggerirlo per aumentare la pressione dell'attacco, ciò che lo avrebbe portato a rischiare una sconfitta umiliante di fronte ad un avversario menomato. Alla folla non piacque il suo atteggiamento sempre prudente, lo giudicò un segno di debolezza o di impotenza, o un ordine sbagliato dalla panchina, mentre non era invece che un proposito saggio. Si udì qualche fischio. L'attacco granata sbatté contro una difesa troppo organizzata e forte perché fosse possibile batterla. L'assenza di Tomeazzi, cioè di un uomo da rete, e la giornata negativa di Traspedini che tutto quello che faceva lo faceva male, tolsero all'attacco la potenza di penetrazione che sarebbe stata necessaria per superare quello sbarramento. Dalla parte opposta ogni contropiede viola, imperniato prevalentemente sulle due ali, gettava un allarme imperioso nella difesa granata tutta mobilitata per troncare le girandole di Hamrin o le puntate veloci di Petris. Al 23' Vieri salvava in uscita miracolosamente su Petris. Al 29' un attacco di Hamrin sulla sinistra provocava davanti alla porta granata una situazione quasi disperata. Hamrin centrava basso quasi sulla linea di fondo; davanti alla porta, a portiere battuto, appariva Petris, il goal pareva fatto, ma buttandosi con impeto sulla palla salvava in angolo Buzzacchera. Superata la situazione che aveva avuto un momento quasi angoscioso, il Torino si buttò all'attacco. Avanzò anche Bearzot, meraviglioso di volontà e di tenacia, uscirono dalla loro trincea prima Lancioni e poi perfino Invernizzi. La lotta prese un tono di arrembaggio. Al 40° un bel tiro di Traspedini dal limite provocava da parte di Sarti la più bella parata della giornata. Tre minuti dopo mischia davanti alla porta viola, due tiri successivi di Danova e di Cella rimbalzarono sui difensori e la palla finiva in angolo, l'ultimo della partita. La folla lasciò il campo delusa. Forse guardò troppo la squadra granata e poco quella avversaria. In nove contro undici i viola hanno dato una dimostrazione di forza che un giudizio onesto non può trascurare. Vien da chiedersi che cosa sarebbe successo nella ripresa se essi fossero rimasti al completo. Ma forse è stata appunto la mutilazione dei loro ranghi a dar rilievo alta classe e al temperamento degli ospiti e il pareggio, ripetiamo, è più un successo loro che una conquista dei granata. Al Torino non si può imputare alcun errore tattico perché anzitutto non doveva rischiare nulla in difesa. E' mancato l'attacco ma questo più che una colpa dei granato può essere considerato un merito della difesa viola.