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Filadelfia
18/12/1960
h.14.30
TORINO - LECCO 3-1 (2-0)
Torino
: Vieri, Scesa, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Invernizzi, Danova, Cella, Tomeazzi, Ferrini, Crippa. All.: Santos.
Lecco: Bruschini, Faccam Cardoni, Gotti, Cardarelli, Duzioni, Savioni, Arienti, Bonacchi, Abbadie, Valenzano. All.: Piccioli.
Arbitro: Angelini di Firenze.
Reti: Ferrini 19' (T), Tomeazzi 30' (T), Crippa 53' (T), Bonacchi 64' (L)
Spettatori: 5.000 circa.
Note: Vieri ha parato due calci di rigore a Gotti, Bruschini ne ha parato uno a Cella. Terreno ai limiti della praticabilità inzuppatodi fango e acqua. Al 26' si infortunava il granata Invernizzi il quale rimaneva in campo solo per onor di firma. Calci d'angolo 8-6 per il Lecco, ammonito Arienti per proteste.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 19 dicembre 1960]
Non è stata certamente una partita povera di emozioni per i tifosi granata. Tre rigori sono stati concessi dall'arbitro Angelini e sono stati tutti parati, due dei quali da Vieri. Fatto veramente insolito in una partita. Inoltre il Torino ha giocato per un'ora con soli dieci uomini essendo stato colpito da strappo il perno della sua difesa: Invernizzi. E' questo il primo incidente del genere che sia toccato all'ex-nerazzurro nella sua non breve carriera. Stiramenti sì, strappi mai. Quando questo incidente avveniva, il Torino vinceva per uno a zero. Aumentò il suo vantaggio immediatamente dopo l'infortunio, Vieri parò il suo primo rigore al 33', poi gli avanti arrotondarono all'inizio della ripresa: tre a zero. A questo punto la squadra torinese giocava, come si suol dire, sul velluto ma al 20' un gol di Bonacchi, scaturito da un errore di Vieri che si lasciava sfuggire la palla già in suo possesso, scatenava il Lecco che per tutta la seconda metà della ripresa premeva contro la porta granata. Fu durante questo forcing degli avversari che il Torino subì il secondo rigore e Vieri lo parò come aveva già parato quello del primo tempo. Fino al momento in cui restò a ranghi completi la squadra granata fu senza dubbio la migliore in campo. Sotto la pioggia e su di un terreno quasi impraticabile, il suo gioco ebbe ritmo, facilità di manovra, spinta aggressiva pressoché costante. La presenza di Tomeazzi all'attacco salvava i due tronconi del reparto e creava motivi offensivi che impegnavano a fondo la difesa avversaria. Il gioco pareva che sfiorasse il terreno, duttile, insistente, imperniato sui lanci di Ferrini, su veloci scambi di posizione e sulle fughe delle ali sempre partenti da posizione arretrata. Maturava il primo gol al 19' su una punizione da una quarantina di metri. Batteva Bearzot, un difensore, ci parve Galli, respingeva di testa, dal limite Ferrini ricuperava la palla e sferrava un tiro ad una spanna da terra. In piena mischia. Probabilmente coperto, Bruschini vide in ritardo la palla e restò battuto. Allora il Lecco usci dal suo comportamento prudente e si distese all'attacco. La squadra ospite rivelò da questo momento la sua fisionomia vera e il Torino cominciò a temerla. Rapidi gli attacchi, abilità di tocco in quasi tutti gli avanti, spostamenti pronti. La difesa granata fu messa in allarme da alcune azioni che si stringevano minacciosamente sotto la sua porta. Al 27' l'impressione di un fallo di mano di Scesa in area fece esplodere le proteste dei lecchesi. L'arbitro disse di no. ed era in posizione migliore della nostra per giudicare. Subito dopo si verificava l'incidente a Invernizzi. Il giocatore uscì, poi cercò di rientrare ma dovette tosto infilare il sottopassaggio. Egli era però ancora in campo quando il Torino segnava la seconda rete, al 29'. Anche questa nasceva da una punizione a tre quarti del campo, in area granata. Sul tiro di Lancioni si sviluppava il contrattacco. Crippa che si era spostato sulla destra avanzava e toccava a Cella al centro di fronte ad una difesa del tutto scoperta. Colla toccava a sua volta lateralmente a Tomeazzi che, perfettamente libero, non aveva difficoltà a mettere in reto. Il Torino pareva a questo punto già abbastanza coperto dal punteggio, ma al 33' Scesa agganciava Abbadie lanciato verso la rete e l'arbitro puntava il dito sul disco bianco: rigore. Avanzava l'esecutore Gatti, designato a questo compito. Bel tiro, saggiamente piazzato nell'angolo, ma debole. Tuffo di Vieri sulla sinistra e la palla era deviata in angolo. Nella ripresa rientrò Invernizzi. all' estrema sinistra. Poteva fare poco o nulla perché non riusciva a compiere un solo passo di corsa. Praticamente la squadra restava con soli dieci uomini. Tuttavia già fin dall'inizio il Torino attaccava in forze. All'8° minuto un tiro di Tomeazzi in pieno galoppo era respinto col piede dal portiere. Per due volte Danova ricuperava la palla in mischia, alla seconda si spostava verso destra e centrava basso quasi dal fondo: da due passi Crippa deviava in rete. Tre a zero, il Torino poteva dirsi al sicuro, ma le emozioni non erano finite. AI 10' un tiro di punizione di Duzioni era respinto dal montante. Mancante del suo più saldo difensore, anzi dell'uomo che registrava tutto il reparto, il Torino denunziò un evidente disagio. Arretrato Ferrini, il centro campo era lasciato in dominio degli avversari che naturalmente ne approfittavano. Al 20' Lancioni, per liberarsi da Bonacchi che lo premeva alle spalle, passava al portiere da una ventina di metri. Il passaggio era troppo lento, Vieri che s'era già procurato una distorsione alla caviglia sinistra, si trovò in ritardo su Bonacchi che sopravveniva. Arrivò con sforzo sulla palla, la afferrò ma nello slancio se la lasciò sfuggire. Bonacchi lo scavalcò e non gli fu difficile segnare: tre a uno. Il Lecco prese a questo punto a dominare e al Torino non restava che l'arma del contropiede. Al 25' fallo in area di Cardarelli su Danova e rigore. L'esecutore avrebbe dovuto essere Invernizzi, ma stava appena in piedi. Sarebbe allora spettato a Ferrini ma non se la sentì. Avanzò quindi Cella. Tiro centrale, diritto e lento: Bruschini quasi non ebbe difficoltà a parare. . Ora il Lecco giocava coi terzini a metà campo e premeva. Al 36' su tiro di Abbadie, a portiere battuto, Ferrini evitava il gol deviando di mano la palla. Avanzò di nuovo come esecutore del rigore Gotti. Tiro sbagliato, come già il primo.* Vieri si buttò sulla palla, la respinse e la ricuperò in tuffo.