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| Filadelfia |
| 21/05/1961 |
| h.16.00 |
| TORINO - LAZIO 4-1 (1-1) Torino: Vieri, Versolatto, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Cella, Danova, Mazzero, Tomeazzi, Ferrini, Crippa. All.: Santos. Lazio: Cei, Molino, Eufemi, Carradori, Napoleoni, Carosi, Mariani, Franzini, Rozzoni, Morrone, Prini. All.: Carver. Arbitro: Genel di Trieste. Reti: Franzini 20' (L), Lancioni 39' (T), Ferrini 48' (T), Crippa 57' (T), Mazzero 77' (T). Spettatori: 12.000 circa. Note: Tempo minaccioso con qualche goccia di pioggia prima della partita, terreno in buone condizioni. Ammoniti Prini e Mariani, calci d'angolo 14-3 per il Torino. Cronaca [Tratto da La Stampa del 22 maggio 1961] Vincere questa partita, che per il Torino significa praticamente il raggiungimento della salvezza, è stato molto più difficile di quanto non dicesse in partenza la classifica della Lazio e di quanto non indichi ora il punteggio ottenuto dal torinesi. Sebbene schierata con il difensore in più, la squadra romana si è portata in vantaggio grazie ad una rete di Franzini, una strana segnatura in cui non si sa se ammirare maggiormente la prontezza con cui la mezz'ala ha saettato in porta a fil di palo o la ingenuità della retroguardia granata che ha lasciato accuratamente smarcato l'insidioso avversario. Dato che, per suo conto, il Torino fino a quel minuto non era certo apparso irresistibile nel gioco di offesa e dato il nervosismo degli atleti di Santos per i quali un insuccesso avrebbe rappresentato un autentico disastro, dal goal di Franzini in poi si potevano prevedere fasi di ansia per il Torino. Invece il pareggio ottenuto da Lancioni su calcio d'angolo ha avuto l'effetto di un colpo di vento che schiarisca l'orizzonte. La squadra ha preso a manovrare meglio e nel secondo tempo il calo della Lazio, l'accorta regia di Cella, certo il migliore in campo, e la tenacia di tutti i granata hanno fatto da piedestallo alla più vistosa vittoria ottenuta dall'undici. Il Torino non aveva mai realizzato quattro volte in una partita nell'attuale campionato. Per contro aveva concluso undici gare senza neppure mettere a segno un goal: il particolare statistico pone in risalto il valore del successo di ieri e, ammettiamolo francamente, sottolinea la pochezza della Lazio che si trascina con rassegnazione verso la serie B. Per nulla rassegnati anche se con i nervi a fior di pelle erano invece ì granata fin dalle prime battute della contesa. I bianco-azzurri romani avevano arretrato l'ala sinistra Prini a far da battitore libero; i torinesi si erano presentati con Cella in appoggio a Lancioni. Inoltre Bearzot, sebbene fosse mediano destro, si era spostato a controllare Franzini dato che nella sua zona non avrebbe avuto molto da fare appunto per l'assenza di Prini, o meglio della mezz'ala Morrone al posto di Prini. Mazzero era il primo ad impegnare Cei, poi lo stesso Cei usciva con decisione su Tomeazzi mandandolo a terra. Nell'azione il portiere si è disinteressato del pallone badando soltanto a fermare l'avversario, tanto che ha sfiorato molto da vicino il rigore. L'arbitro ha sorvolato ed il gioco è continuato veloce. Cei aveva ancora da salvarsi su un tiro di Danova, quindi l'orizzonte si oscurava bruscamente per 11 Torino. Ventesimo minuto. Napoleoni abbandona la zona del centromediano e si sposta in avanti fino a distanza utile per tentare la puntata a rete. La pallonata del sostituto di Janich è però respinta da Cella di testa. La sfera arriva a Franzini che effettua un mezzo giro su se stesso e con prontezza spedisce un raso terra a bersaglio. Tra gli spettatori un senso di gelo metaforico si aggiunge al freddo autentico, della giornata quasi autunnale. E' però un periodo brevissimo, i fedelissimi del Torino fanno piovere i loro incitamenti appassionati ed i granata si riprendono (resterà soltanto e fastidioso il freddo meteorologico). I granata conservano stranamente Cella difensore volante (a difendere la sconfitta che si profila?) ma la squadra ben sorretta dal suo pubblico riprende ad attaccare. Bearzot, su punizione calciata da Ferrini, balza di testa e manda di poco al di sopra della traversa; poi su uno dei tanti calci d'angolo (alla fine saranno 14 contro la Lazio e tre soli contro il Torino) i granata pareggiano. Dalla bandierina Crippa fa spiovere un pallone in area. Lancioni si getta quasi in tuffo: l'uno a uno è raggiunto senza che Cei possa neppure accennare ad un intervento. In due minuti della ripresa il Torino crea il goal della vittoria. Anche questa volta si parte da un'azione da fermi. Bearzot batte la punizione, interviene Tomeazzi di testa e serve Ferrini. Con la suola della scarpa il granata mette a segno. Il Torino passa ora a condurre come un dominatore. Al 12' Danova passato occasionalmente nel ruolo di mezz'ala e stranamente pronto ad effettuare il passaggio con altruismo immediato offre uno spunto prezioso a Crippa. L'ala stringe al centro e in diagonale realizza la più bella rete della giornata; palla che batte contro la faccia interna di un palo e si adagia in porta. A questo punto Carver manda decisamente Prini tra gli avanti, il che per verità non serve molto alla traballante compagine romana, e i granata giocano con assoluta sicurezza. L'arbitro li premia sanzionando una rete su cui pesa il dubbio del fuori gioco. Bearzot aveva passato a Mazzero secondo noi appostato oltre i terzini e questi era stato prontissimo a segnare con una parabola ben dosata. I torinesi prima di scambiarsi le abituali congratulazioni hanno aspettato, un po' perplessi, la decisione del direttore di gara quindi sono stati ben felici di abbracciare il loro Mazzero che oltre al goal ha disputato una partita accorta, effettuando molti passaggi intelligenti e lavorando sodo sia in attacco che in difesa. Tutto sommato, nonostante le riserve per il possibile fuori gioco. Mazzero ha meritato la soddisfazione premio di una segnatura. Nelle ultime fasi di gara Molino, a portiere si battuto, evitava alla Lazio il quinto dispiacere quando Danova, su splendida azione di Cella, aveva avuto modo di effettuare lo stop e calciare con precisione. Se si eccettuano gli spunti di qualche giocatore non si può dire che la partita di ieri sia stata veramente bella. Nella Lazio, Bozzoni era in ombra, Prini poco convinto di dover lottare a fondo. La difesa è apparsa incerta specie nel secondo tempo. Sono piaciuti, in compenso, Morrone, il vecchio e sempre tenace Mariani e soprattutto Franzini. Al Torino va dato il merito di aver prima di tutto controllato i nervi, poi di essere riuscito a migliorare il gioco col passare del tempo. La retroguardia, a parte l'infortunio del primo goal, è stata solida, guidata da quei combattenti generosi che sono Lancioni e Bearzot. Bravo anche il giovane terzino destro Versolato (o Versolatto? E' curioso il fatto che neppure lo stesso aitante veneto di Venaria sappia bene come si scriva il suo cognome. Sub padre si firma con una t sola ma il fratello di suo padre con due, Versolatto. Comunque tanto vale adottare la grafia della carta d'identità del ragazzo). Il ventenne terzino ha disputato la sua seconda partita tra i titolari, avendo esordito a Udine. Ha confermato ieri le sue doti di calma e di tempista. Ha superato un logico periodo di disorientamento, quando, mancandogli l'ala da controllare, ha rischiato dì prendere una posizione sbagliata ed è stato, poi all'altezza del suo bravo compagno di linea Buzzacchera. I guai per il Torino, nonostante le quattro reti, riguardano l'attacco, ancora una volta poco incisivo o meglio poco autoritario. Mazzero comunque ha avuto felici spunti anche come regista e Ferrini ha reagito bene alla stanchezza. Da Tomeazzi si ha sempre l'impressione di poter pretendere di più. Il centravanti ha della classe, ma non regge con continuità lo sforzo. Pericolosi nei dribbling ma troppo personali Crippa e Danova. La prima linea, a due giornate dal termine, conferma insomma quanto si è detto fin dalla prima partita di campionato. Uno sfondatore inserito in questo quintetto potrebbe trasformarlo. Per questo si attende con una certa impazienza la firma del contratto dell'inglese Baker un elemento che ha segnato 44 reti nel campionato inglese. Se tutto andrà bene (e non c'è motivo di, dubitarne) venerdì a Roma questo sospirato contratto sarà siglato quando l'Hibernians verrà in Italia e Baker si incontrerà col reggente granata Gerbi. |
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