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Filadelfia
02/07/1961
h.21.00
TORINO - RUDA HVEZDA BRATISLAVA 2-4 (1-2)
Torino
: Vieri, Scesa, Gerbaudo, Bearzot, Lancioni, Versolatto, Albrigi, Locatelli, Gualtieri, Mazzero, Danova. All.: Santos.
Ruda Hvezda Bratislava: Hlavati, Mattak, Tichy, Weiß, Bubernik, Fariandik, Gajdos, Scherer, gaberik, Kacani, Dolinski. All.: Skyva.
Arbitro: Habelferner (Austria).
Reti: Locatelli 18' (T), Dolinski 28', 48' (R), Scherer 29' (R), Aut.Lancioni 58' (R), Mazzero 64' rig. (T).
Spettatori: 5.800 circa.
Note: Sul finire dell'incontro, il (poco) pubblico presente nei popolari, battibeccava con il granata Danova, reo di aver mal risposto al pubblico presente. Con questa gara che sancisce l'eliminazione del Torino dalla manifestazione, si conclude definitivamente la stagione.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 3 luglio 1961]
Questa volta è finita davvero, col calcio della stagione 1960-61. E' tale la soddisfazione per questa chiusura, che la medesima va considerata come il fatto principale della serata. E' tale il senso di stanchezza che regna nell'ambiente, che il campo del Torino, che raccoglie di consuetudine i suoi venti - venticinque mila spettatori ogni volta che i granata si muovono, non aveva questa volta servito da richiamo che a cinque sei mila persone complessivamente. D'altra parte, il Torino, come convinto del modo in cui sarebbero andate le cose, aveva presentato una squadra priva di parecchi fra i suoi elementi primari. Effettivamente il distacco di capacità tecniche fra le due compagini messe in campo, è stato rilevante: più rilevante ancora di quanto il risultato bruto non lasci comprendere. Finita, almeno per il momento, la egemonia calcistica di Praga capitale, Bratislava è diventata la fornitrice principale della squadra Nazionale Cecoslovacca. La città di Bratislava è a due passi dalla frontiera austriaca: chi scrive vi andò parecchie volte col tram da Vienna, quando la cittadina si chiamava tedescamente Pressburg. E del giuoco viennese, l'undici venuto a Torino in questa occasione, reca impronte chiare ed inconfondibili nelle mosse e negli atteggiamenti di uomini come Scherer, che passa per il più tecnico degli attaccanti cecoslovacchi, di Kacany, di Bulinsky, di Bubernick, di Tichy. Vinsero con relativa facilità gli ospiti. Costretti qualche volta ad impegnarsi a fondo per fare fronte ad attacchi condotti se non altro con velocità dai piccoli e leggeri avanti granata, essi diedero per tutta la partita e con assoluta continuità, l'impressione una notevole superiorità tecnica sui loro avversari. Dominando nettamente la zona centrale del campo, la squadra metteva in pericolo la estrema difesa torinese, ogni volta che sguinzagliava in avanti la sue due mezze ali, Scherer e Kacany. Padroni della palla e ricchi di idee sul modo in cui impostare le azioni, questi due uomini, sostenuti con accortezza da Bubernick, un centromediano col fiocchi, fecero la pioggia ed il bel tempo in mezzo al campo. Poi, verso il termine dell'incontro, una volta che il risultato fu messo decisamente al sicuro, l'undici cecoslovacco prese a giocherellare in zona neutrale, come per menare il can per l'aia ed attendere che l'arbitro austriaco emettesse il fischio finale. Abbastanza stranamente per l'andamento del giuoco, il Torino doveva andare in vantaggio per primo, nel corso della partita. Su di un lungo ed alto centro proveniente dalla destra dell'attacco granata, il portiere ed uno dei difensori cecoslovacchi si scontrarono violentemente, ed il primo dei due perse la palla. Questa rimase nei piedi del granata Locatelli, che la spedi senz'altro in rete. Ci misero una decina di minuti per riportarsi in parità di punteggio, gli ospiti. Una rapidissima puntata della loro ala destra, portò Doblinsky a battere da pochi passi il portiere Vieri. Tre minuti dopo i cechi già si trovavano in vantaggio. Un'azione a cui partecipava l'intera prima linea, veniva conclusa dalla mezz'ala destra Scherer, che si era portato in posizione di mezz'ala sinistra, con un violentissimo tiro alto: e Vieri veniva battuto per la seconda volta. Sul due a uno si giungeva al riposo di metà tempo. Non appena iniziata la ripresa, si presentava al Torino l'occasione di pareggiare. Su di un veloce guizzo della giovane ala destra Albrigi, due attaccanti granata venivano a trovarsi soli davanti alla porta avversaria totalmente sguarnita di difensori. Misteriosamente l'occasione veniva mancata. Ed allora, subito sul contrattacco susseguente, Dolisky segnava per il Bratislava. Nel volgere di mezzo minuto, quello che poteva essere un 2 a 2 si trasformava in un 3 a 1. E, dieci minuti dopo, Lancioni, allungando un piede su di un forte tiro di Ferlancik, deviava irresistibilmente la palla nella propria rete. Quattro a uno: voleva dire che la partita era finita. La distanza diminuiva puramente per un rigore concesso dall'arbitro, rigore che Mazzero convertiva in una rete. Il Torino trovava modo di colpire ancora un palo mentre il Bratislava giocherellava. E, verso il termine, il pubblico dei posti popolari, prendeva a tumultuare contro il giuocatore Danova, reo di un gesto scorretto nei riguardi dei sostenitori granata. Segnale di chiusura dell'incontro e, nello stesso tempo, della stagione. Chiudiamo in fretta la cronaca, prima che i nostri bene amati dirigenti non trovino il modo di conferire alla stagione stessa ancora un prolungamento, auspice qualche dimenticata Coppa.