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Comunale
10/12/1961
h.14.30
TORINO - MILAN 1-1 (0-0)
Torino
: Panetti, Scesa, Buzzacchera, Rosato, Lancioni, Cella, Albrigi, Ferrini, Baker, Law, Crippa. All.: Santos.
Milan: Ghezzi, David, Salvadore, Trapattoni, Maldini, Radice, Danova, Santi, Altafini, Pivatelli, Rivera. All.: Rocco.
Arbitro: Gambarotta di Genova.
Reti: Crippa 49' (T), Altafini 61' (M).
Spettatori: 38.000 circa.
Note: Giornata fredda con un pallido sole solo a tratti, terreno leggermente pajntanoso. Calci d'angolo 5-3 per il Milan, unico ammonito Altafini per proteste.
Cronaca
[Tratto da La Stampa dell' 11 dicembre 1961]
Non è stata proprio una partita di grande rilievo. Sotto nessun aspetto. Né sotto l'aspetto tecnico, né sotto quello della prestazione fisica, e tanto meno sotto quello stilistico. Il primo tempo è stato quanto mai scialbo ed incolore. Il giuoco ha avuto un periodo di risveglio all'inizio del secondo tempo, quando il Torino ha segnato per primo, ed il Milan ha pareggiato poi, premendo anche per qualche poco come per andare in vantaggio. Poi ogni cosa è tornata allo stato di mezzo letargo in cui si trovava prima, e le due squadre, pur senza addormentarsi completamente, proprio del tutto non si sono svegliate più. Ad un dato punto parve quasi che il risultato di parità le dovesse soddisfare entrambe, o forse era che, secondo la moda moderna, di perdere avevano paura entrambe e nessuna delle due osava allontanarsi mai da una guardia troppo stretta e rigorosa. Fatto sta, che si ebbe l'impressione quasi permanente che le due difese fossero riuscite a rinchiudere, ed a tratti magari anche a soffocare i due attacchi, sotto ad una coltre più pesante che intelligente, sotto ad una specie di piccola cappa di piombo. Di inconfutabile v'è il fatto che sia l'una come l'altra squadra è apparsa come appannata, annebbiata, come un po' lontana dalle sue migliori possibilità. Nella giornata non si è visto affatto né il miglior Milan né il miglior Torino. All'infuori di quel breve periodo al quale abbiamo accennato, i rossoneri non si sono distesi mai in uno sforzo convincente come intesa e come forza penetrativa. Ed i granata hanno indotto a pensare che abbiano perso qualche cosa di quella vivacità, di quel brio, di quello slancio per cui essi brillavano di viva luce in inizio di stagione. Saltò fuori viceversa - e questa in modo abbastanza chiaro - tutta una serie di piccole cattiverie da una parte e dall'altra, ma più marcatamente da parte milanista. Le piccole miserie dei giuocatori che sentono il bisogno di dare sfogo, pubblicamente o subdolamente, ai loro rancori ed alle loro rappresaglie. Stupì, sia detto pur solo tra parentesi, che in questi meschini ripicchi si sia più di una volta impegolato un elemento tutto tecnica come il crescente Rivera. Il maturare e lo smaliziarsi non dovrebbero venire confusi coll'incattivirsi: v'è una differenza fra i due. Il Torino ha fatto un buon affare trasferendo, per l'occasione, la sua sede di giuoco, dal suo campo allo stadio municipale. Tanto pubblico quanto, un po' da ogni dove, ne richiamò l'incontro non avrebbe certamente trovato posto nell'usuale recinto. V'erano sugli spalti poco più di quarantacinque mila persone, meno di cinquantamila comunque. Un incasso dì circa 40 milioni. Numerosi erano i sostenitori venuti da Milano. Il terreno di giuoco era, più che altro, allentato per lo sgelo, essendo la temperatura nella notte scesa al di sotto dei zero gradi. Di incidenti degni di nota, sul campo o sulle gradinate, quasi nessuno. Il primo tempo si chiuse in bianco. Esso non arrivò ed elevarsi quasi mai al di sopra della mediocrità. Una co sa un po' piatta, nel suo complesso. Law arrivò una frazione di secondo troppo tardi per spingere in rete un forte tiro basso sfuggito dalle mani di Ghezzi. E gli attaccanti rossoneri non riuscirono, in tutto il tempo, a scoccare un solo tiro di cui si potesse dire che avesse carattere di pericolosità. Tutto giuoco frammentano, rotto, spezzettato. Ambi i settori di prima linea parevano aver paura dì spingere veramente a fondo le azioni. Buzzacchera, perfettamente ristabilito, sbrigava da parte sua qualche situazione intricata, ed il compito più difficile a cui veniva chiamato il portiere Panetti era quello di rimediare ad un errore di precipitazione causato da Cella. Il gran vociare del pubblico non riusciva mai a conferire il giusto tono né all'una squadra né all'altra. Né l'una né l'altra avevano meritato alcunché al momento del riposo di metà tempo. Si era appena ripreso a giuocare per il secondo tempo, che il risveglio giungeva a mezzo di una rete dei padroni di casa. Al 4° minuto, tiro di punizione sulla destra del granata, ad opera di Law. Crippa, l'ala sinistra, si era venuto intrufolando sul lato destro stesso, avanzava e sparava forte. Il terzino milanista David respingeva come poteva, la palla andava a Law, era ancora ribattuta verso Crippa, che si ritrovava la palla nei piedi, e tornava a sparare. La palla infilava uno spiraglio, ed entrava in rete: quando la mezz'ala brasiliana Santi tentava di respingerla, essa aveva già varcato abbondantemente la linea bianca della porta. Grande ovazione ed impetuoso sventolio di stendardi granata sugli spalti. Qualche incidente fra gli accalorati seguaci di fazioni diverse in tribuna La rete ha la virtù di elettrizzare l'ambiente per una ventina di minuti. E' il Milan che attacca più nutritamente ed insistentemente ora. L'offensiva degli ospiti resta per qualche poco senza risultati concreti, quando, proprio al quarto d'ora, il laterale Trapattoni manda un lungo e forte traversone alto verso il centro. Di testa, Altafini devia in rete. Il portiere Panetti era uscito dalla sua rocca con un attimo di ritardo. Se fosse rimasto fra i pali, la palla gli sarebbe caduta fra le mani. Sull'uno a uno, l'offensiva milanista, a lunghe sciabolate, continua qualche po', poi gradatamente si va spegnendo. Quella che non si va spegnendo, è la serie dei falli, per cui ogni tanto il giuoco subisce qualche interruzione. Law riceve una pedata che gli lascia tracce visibili su di una spalla. E finalmente tutti si acquietano, come lieti che il risultato dell'urto non abbia recato danni di classifica né all'una né all'altra squadra. Nessuno recrimina. Meglio così.