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Filadelfia
24/12/1961
h.14.30
TORINO - SAMPDORIA 0-0
Torino
: Panetti, Scesa, Buzzacchera, Rosato, Lancioni, Cella, Gualtieri, Ferrini, Baker, Law, Crippa. All.: Santos.
Sampdoria: Battara, Vincenzi, Marocchi, Bergamaschi, Bernasconi, Vicini, Toschi, Tomasin, Brighenti, Veselinovic, Cucchiaroni. All.: Monzeglio.
Arbitro: Righi.
Reti: -
Spettatori: 18.000 circa.
Note: Il Torino scende in campo con il lutto al braccio per la scomparsa della madre di Bearzot. Giornata rigida, terreno duto e ghiacciato e abbondantemente cosparso di segatura. Espulso Baker al 58' per un vistoso fallo di reazione, ammonito Lancioni per plateali proteste nei confronti dell'arbitro. Calci d'angolo 10-3 per il Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 26 dicembre 1961]
Lo zero a zero verificatosi in via Filadelfia in uno dei più rigidi pomeriggi domenicali di questo freddo inverno rappresenta per la Samp un mezzo successo e per il Torino un'autentica disavventura. Questo non solo perché i granata avevano il vantaggio di giocare sul loro terreno, ma anche per l'andamento della contesa. A giustificare il pareggio non serve la consolazione che il Torino ha dovuto fare a meno di Baker espulso all'inizio della ripresa per eccesso di reazione contro Vincenzi: resta anzi il fatto che proprio quando si è trovato senza il suo centravanti abituale la compagine di Santos si è gettata animosamente all'attacco, sfiorando più, volte il goal. Non l'ha ottenuto per le, eccezionali parate di Battara (l'ex vicentino di origine torinese ci teneva a fare bella figura nella città natale), per sfortuna al momento del tiro conclusivo e soprattutto per il nervosismo che domina la formazione. Il nervosismo, ecco il vero male da cui è afflitto il Torino. La bella squadra che in inizio di torneo entusiasmava per lo slancio e la giovanile sicurezza dei suoi atleti, pare ora scendere in campo gravata del peso di una responsabilità superiore alle sue forze. E' turbata dall'ansia di raggiungere immediatamente il risultato e, nello stesso tempo, teme un passo falso come l'inizio di chissà quale preoccupante tragedia. In realtà il Torino ha già dato in questo campionato più di quanto si potesse sperare in partenza e potrebbe ora giocare tranquillo. Una eventuale sconfitta lo danneggerebbe molto meno della costante paura di essa. Ma al Torino manca la serenità psicologica e ne soffrono il gioco e lo spettacolo. Per fortuna della squadra, il male non sta nella preparazione tecnica. Anche contro i liguri l'impetuoso finale dei granata ha dimostrato che gli atleti hanno fiato in abbondanza e slancio. Se i metodi di allenamento fossero sbagliati la maggior parte dei giocatori risulterebbe chiaramente lontana dalla forma abituale; questo invece si verifica per ben pochi di essi. In margine ad uno zero a zero povero di cronaca e di fasi interessanti il commento può dilungarsi su tre punti che in modo particolare illustrano la situazione del Torino. Essi sono: la mutata direzione, la posizione di Santos, il nervosismo dei due inglesi. Il cambio del presidente, era risaputo, avrebbe avuto ripercussione sui calciatori i quali hanno una mentalità del tutto particolare. Il Torino sta ora scontando gli effetti di quella che giustamente era stata definita una crisi inutile. Cosa fatta capo ha: inutile riaprire le polemiche. L'accenno alla situazione è valido solo per notare come si prospetti l'opportunità di portare in raduno collegiale e psicologicamente distensivo la compagine lontana dalla città. Oli atleti si affiaterebbero e non sentirebbero l'eco di critiche, di cui il particolare momento della squadra ingigantisce la portata. Santos: l'allenatore era abituato a lavorare in un determinato ambiente dove ha dimostrato la sua capacità anche in momenti difficili. Ultimamente ha avuto attestati e assicurazioni di stima, ma resta un fatto che alla prima partita del campionato proprio uno degli attuali dirigenti aveva espresso la sua idea di sostituirlo. Un momento di malumore! Sia pure: Santos però deve ora essere lasciato solo attorno alla squadra. L'avvocato Cozzolino attuale trait d'union con la direzione e Santos bastano. Troppi medici intorno ad un ammalato (che oltre a tutto tecnicamente male non sta) non servono. Infine gli inglesi. Se Baker e soprattutto Law fossero sul piano di rendimento dell'inizio di stagione non ci si starebbe ora a domandare perché negli ultimi sette incontri il Torino abbia ottenuto una sola vittoria. Baker e l'irriconoscibile Law non sono ora gli irresistibili trascinatori di questa estate: hanno avuto le loro disavventure, sono stati fatti oggetto di critiche talvolta ingiuste o di pettegolezzi deprimenti. Diamone atto. Essi, d'altra parte, hanno dimostrato ben poca remissività e ancor minore senso di autocritica. Che Law e Baker siano atleti di grande valore è fuori discussione ma che essi debbano sforzarsi di rendere, in base alle loro capacità è altrettanto ovvio. Vi sono momenti amari nella vita del lavoro e dello sport: dopo gli applausi (meritatissimi) i due ventunenni inglesi sono chiamati ad affrontare da uomini anche le avversità del ''mestiere di asso''. Altri nei della compagine, quali il ritardo di Crippa nel trovare la giusta forma (anche se contro la Samp il capitano è apparso ancora in fase di miglioramento) o la maggior o minor fortuna nel momento delle conclusioni (con un portiere meno abile di Battara il Torino avrebbe vinto certamente) non si ripeteranno o appaiono rimediabili. Sono i problemi base quelli da affrontare, poi fi Torino potrà essere nuovamente la squadra rivelazione che tante speranze di bel gioco aveva suscitato. Nella partita contro i sampdoriani, a dire il vero, il bel gioco appunto risultava pressoché impossibile dato lo stato del terreno. Sul campo gelato era caduta una leggera patina di neve ed i ventidue atleti hanno dovuto lottare tutti contro un ventitreesimo avversario, la impossibilità di evitare scivoloni in serie. Lo stato del campo ha creato un'infinità di occasioni di scontri e per conseguenza una grande animosità. La Samp si era schierata con Vincenzi battitore libero e con la mezz'ala Tommasin retrocesso a terzino destro. Nessuno era addetto in modo particolare alla cura di Law, ma spesso i ritorni di Cucchiaroni si sono rivelati preziosi per bloccare l'inglese. A questo proposito, dato che Denis non merita solo critiche, va senz'altro aggiunto che certi suoi arretramenti sebbene non previsti dal piano tecnici, sono in definitiva risultati utilissimi; si veda, ad esempio un salvataggio su punizione calciata da Cucchiaroni ai limiti dell'area. Il Torino, con Cella in appoggio a Lancioni, ha faticato a controllare le impreviste sfuriate iniziali dei liguri. La miglior occasione nel primo tempo proprio verso il quarantacinquesimo minuto è toccata però a Baker, ben lanciato da Law. Per sua sfortuna l'inglese era scattato con un piccolo anticipo e sul terreno scivoloso neppure il campione olimpionico e mondiale di sci, Toni Boiler, avrebbe saputo effettuare in tempo la fermata necessaria. La palla è cosi rimbalzata sui calcagni di Baker ed è diventata irrecuperabile. Assolto per questo mancato goal il n.9 va invece condannato per il danno che la sua mancanza di selfcontrol ha arrecato alla squadra. Al 13' della ripresa il centravanti ha risposto in modo vistoso ad un vistoso fallo di Vincenzi che lo aveva mandato a terra. Il pronto e intelligente accorrere di Ferrini e di Cella, i quali hanno abbracciato strettamente il compagno, ha impedito che Baker facesse giustizia a calci e pugili del torto subito. L'atteggiamento aggressivo ha però causato l'espulsione. Rimasto in dieci, il Torino ha reagito alla difficoltà, con la caparbia decisione che gli è abituale e proprio nel periodo finale ha saputo creare le occasioni migliori. Gualtieri, il giovane sostituto del giovanissimo Albrigi, si è prodotto in una girata al volo che è apparsa un piccolo capolavoro. Battara ha salvato con fulmineo intervento a pugni chiusi. Lo stesso Battara ha poi respinto una puntata di Ferrini ed una deviazione di testa di Lancioni. Quindi anche la fortuna ha aiutato il portiere torinese della Samp, allorché il solito Ferrini, uscito dalla ferrea guardia arretrata sampdoriana, ha calciato a lato di poco (occorre aggiungere che poco prima, su un contrattacco, Veselinovic aveva addirittura anticipato la cortesia). Si è giunti cosi a tre minuti dal termine, allorché un centro di Ferrini trovava Battara pronto nella presa e il terzino granata Scesa (spintosi fin in area avversaria) altrettanto deciso nel caricare il portiere. Il pallone finiva in rete, ma l'arbitro annullava per fallo sull'estremo difensore. Nessun goal, quindi, e molto malumore dei tifosi granata che a fine incontro hanno anche inscenato una piccola manifestazione di protesta. Poi il clima festivo ha calmato gli animi invitando forse alla speranza: l'anno nuovo ci ridarà il vecchio e brillante Torino del settembre-ottobre scorso?