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| Filadelfia |
| 11/02/1962 |
| h.15.00 |
| TORINO - UDINESE 1-2 (0-1) Torino: Vieri, Scesa, Gerbaudo, Bearzot, Lancioni, Rosato, Albrigi, Ferrini, Locatelli, Cella, Gualtieri. All.: Santos. Udinese: Romano, Burelli, Valenti, Sassi, Tagliavini, Moro, Canella, Andersson, Rozzoni, Selmosson, Bonafin. All.: Foni. Arbitro: D'Agostini di Roma. Reti: Selmosson 11' (U), Gualtieri 50' (T), Rozzoni 81' (U). Spettatori: 12.000 circa. Note: Terreno in buone condizioni, ammoniti Tagliavini e Valenti. Cronaca [Tratto da La Stampa del 12 febbraio 1962] Triste vittoria dell'Udinese sul Torino: ai friulani non serve; sono ultimi in classifica e non hanno praticamente possibilità di colmare il distacco. Per i granata l'insuccesso ha invece messo in luce una situazione grave. Il vero Torino, quello visto all'inizio del torneo va ricordato ormai con le parole con cui prendono il via le favole. Cera una volta una squadra affiatata, composta da giovani forti ed entusiasti, guidata da un allenatore sicuro di sé, da dirigenti che lavoravano in piena armonia e sospinta da tifosi di eccezione, gli unici che abbiano bandiere, nome e simboli di fedelissimi. Era una squadra accolta su tutti i campi dal sorriso di simpatia riservato ai giovani. Ora non è più così. La demoralizzante sconfitta di ieri dice che quel Torino è mutato (almeno per ora). I granata sono usciti dagli spogliatoi a testa bassa ed il gruppetto di sostenitori abituati in genere ad attendere i calciatori per dire loro l'ultimo bravo o magari per offrire il regalo di un incoraggiamento se la gara non era terminata come nei desideri, il gruppetto dei fedelissimi era trasformato in un tribunale sportivo. Rimproveravano il brutto gioco, non scusavano lo sbaglio di Santos nel lasciare Gerbaudo terzino quando tutti si erano accorti che il difensore zoppicava, invocavano l'ex presidente Morando, criticavano la mancanza di severità dopo la sconfitta di sette giorni prima nel derby. Occhi duri di tifosi delusi scrutavano dentro le macchine che a passo d'uomo fendevano la piccola folla: cercavano i dirigenti per esprimere subito il disappunto. Il football trascina i suoi spettatori all'entusiasmo o all'abbattimento eccessivi. Mentre il Torino non è più sulla cresta dell'onda si dimenticano, per accusarlo, le traversie subite dalla compagine. Dell'assenza di Baker e Law si è troppo parlato in settimana perché sia il caso di ricordarla se non per riconoscere che non si possono muovere appunti alla direzione se ha preferito punire Law con l'esclusione dalla squadra anziché ricorrere a diversivi opportunistici (''aspettiamo per giudicare bene'') in modo da avere in campo il calciatore discolo già contro l'Udinese. Oltre ai due inglesi, mancavano Crippa, poco in forma e Buzzacchera, ancora indisposto. Ferrini inoltre era sceso in gara con una caviglia dolorante. Si aggiungano il disorientamento di Rosato, che continua a cambiare numero di maglia (ora 3 ora 6) e la stanchezza di Bearzot, un giocatore ammirevole per la volontà, ma in non felici condizioni di rendimento. Tutto questo ha gravato sulla squadra togliendole lo smalto. A lottare con piglio energico non sono rimasti che Scesa, Cella - un po' affaticato anche lui - e Locatelli, il giovane oriundo, impegnato in una battaglia personale contro la sorte non certo favorevole. Locatelli, chiuso in partenza da Baker e Law, deve entrare in formazione quando uno del due è indisponibile; fa delle apparizioni saltuarie e nel momenti meno favorevoli. Ieri appariva pressocché solo in una prima linea sconclusionata ed ha avuto per di più la disavventura di trovare sul suo cammino un Romano che gli ha parato perfino un tiro scoccato da pochi passi e il terzino Valenti sostituitosi al portiere a respingere di piede un pallone destinato ad entrare in rete. Ora che Baker, purtroppo per lui, risulterà fermo per parecchio tempo sarà interessante vedere Locatelli prendere affiatamento con il gioco da prima squadra, acquistare fiducia nelle sue possibilità e soprattutto valersi del passaggi di Law (il quale rientrerà domenica prossima). Se vale, Locatelli avrà modo di dimostrarlo. Oltre a tutto, non sempre il Torino ed i suoi giocatori incontreranno una compagine cui la rassegnazione e le mosse tattiche dell'allenatore offrano su un piatto d'oro l'occasione buona per il successo a sorpresa. E' evidente che se gli udinesi avessero ancora avuto speranze di salvarsi avrebbero giocato con molto nervosismo, non si sarebbero schierati senza il terzino volante e probabilmente avrebbero tentato minori spunti in attacco. Inoltre Foni ha manovrato bene spostando spesso il centroavanti Rozzoni sulla sinistra con Selmosson che lo appoggiava nelle offensive insieme con Canella, mentre il lungo Bonafin era ala arretrata e suggeritore a metà campo. Specialmente nel secondo tempo questo dispositivo ha dato i suoi frutti. Purtroppo ha contribuito al successo friulano un errore di valutazione di Santos. Proprio al primo minuto della ripresa Gerbaudo, che aveva iniziato come terzino sinistro, ma era poi stato mandato a destra, si infortunava ad una caviglia. Zoppicante, rimaneva al suo posto, ma appariva evidente la sua menomazione. Dato che i granata attaccavano e che il diretto avversario di Gerbaudo (Bonafin) restava costantemente arretrato, l'allenatore Santos non ha ritenuto utile mettere Gerbaudo all'ala per richiamare indietro un atleta in piena efficienza. Aveva già Ferrini a mezzo rendimento e temeva di compromettere le possibilità della prima linea. Così per inseguire una vittoria possibile il Torino si è lasciato sfuggire il sicuro pareggio poiché il secondo goal udinese è stato favorito dalla menomazione di Gerbaudo. Fin dalle battute di avvio la giornata è apparsa sfavorevole al giocatori di casa. Al 12', Lancioni mancava l'intervento, forse per un falso rimbalzo, e Selmosson sbucava tutto solo davanti a Vieri. Il portiere, in un'uscita alla disperata, compiva ]a prodezza di deviare con la punta delle dita, ma Selmosson ritornava in possesso del pallone e lo mandava in rete, piegando con la violenza del tiro la mano di Vieri. I granata si dedicavano alla ricerca del pareggio, e Romano respingeva tre tiri di Locatelli. Quando l'oriundo riusciva finalmente & scavalcare' il n. 1, il terzino Valenti salvava. Qualcuno ha visto, in questa occasione, la sfera ormai oltre la linea bianca. Si tratta di centimetri e dalla tribuna non è stato possibile avere una idea precisa. Valenti, come è logico, assicura che non era goal, Locatelli è di parere contrario. Il fatto è che 'uno a zero in favore dei friulani non mutava, né cambiava un minuto dopo, allorché Albrlgi colpiva un palo. Al 1' della ripresa si infortunava Gerbaudo e al 5' Gualtieri concludeva una bella azione Ferrini-Locateli mettendo a segno con l'esterno del piede. Un clamoroso errore di Romano, al 31', offriva allo stesso Gualtieri la possibilità di raddoppiare. Il portiere, infatti, rinviava proprio addosso all'ala e questi avrebbe potuto mandare comodamente in rete tanto più che per respingere Romano si era spostato fino nell'angolo della propria area. Il granata invece, indugiava fin che i friulani rimediavano alla distrazione del portiere. Molto più freddo è tempestivo, Rozzoni, al 36', sfruttava un tocco di Selmosson. Dalla posizione di estrema sinistra, il centravanti scavalcava Gerbaudo arrivava a tre passi da Vieri e lo batteva. Per la prima volta nella stagione il Torino è stato così sconfitto in via Filadelfia (il derby con la Juventus si è giocato allo Stadio) e il colpo gli è stato dato, proprio dalla squadra senza speranze. |
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