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Filadelfia
25/02/1962
h.15.00
TORINO - ATALANTA 1-1 (0-1)
Torino
: Panetti, Scesa, Buzzacchera, Bearzot, Rosato, Schiavio, Gualtieri, Ferrini, Locatelli, Cella, Crippa. All.: Santos.
Atalanta: Cometti, Rota, Roncoli, Nielsen, Gardoni, Colombo, Olivieri, Maschio, Da Costa, Favini, Magistrelli. All.: Valcareggi.
Arbitro: Roversi di Bologna.
Reti: Ferrini 42' (T), Colombo 57' (A).
Spettatori: 8.000 circa.
Note: Ammoniti Scesa e Favini.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 26 febbraio 1962]
Il Torino dei giovani - l'età media è sui 23 anni - ha pareggiato con l'Atalanta (1 a 1) ed il risultato può ritenersi giusto. I timori della vigilia, dovuti alle assenze di Baker, di Law e di Lancioni, all'esordio di Schiavo ed al reale valore degli avversari, si sono dimostrati fondati solo in parte, ed ai guai che travagliano ora la squadra torinese si è ovviato nell'unico modo possibile, affrontando cioè i rivali sul piano del ritmo, della decisione, della caparbia volontà. Tutto si potrà dire del Torino attuale, ma non che non sappia far fronte ai suoi impegni con il coraggio più aperto. Sarà lecito osservare che nel gioco dei granata c'è molta confusione, che non è neppure accettabile il concetto tattico di lasciare soltanto tre atleti in zona avanzata (pensate che nella ripresa anche Locatelli giocava indietro, con Cella uomo di sfondamento), ma nessuno può negare ai ragazzi di Santos quello spirito garibaldino che porta più alla improvvisazione che non al ragionamento, ma che serve spesso a raggiungere egualmente lo scopo. Cosi l'Atalanta, più classica, ma anche più compassata, ha tardato a prendere l'iniziativa correndo parecchi rischi di essere travolta. Dopo il goal di Ferrini allo scadere del primo tempo, è venuto il pareggio di Colombo (12' della ripresa), ma poi con il passare del tempo la fatica ha cominciato a fare le prime vittime sull'uno e sull'altro campo, e le ostilità si sono chiuse con un salomonico verdetto di parità. Un risultato che accontenta tutti sia pure con qualche sfumatura di critiche e di recriminazioni; ma se è vero che gli ospiti possono vantare a loro vantaggio un polo clamoroso colpito da Nielsen (Panetti era nettamente in ritardo e fuori posizione) i torinesi hanno il diritto di ricordare tutta la serie dei calci d'angolo a loro favore, una serie lunghissima: dodici a uno. Questi, comunque, sono elementi di contorno, che servono a far discutere i tifosi. La partita sta racchiusa in quell'1 a 1, nel gioco dinamico dei granata, e nella compassata tecnica dei neroazzurri. Poca gente sugli spalti quando l'arbitro Roversi ha chiamato in campo le due squadre; in tutto dodicimila spettatori. Faceva freddo, e conveniva alzare il bavero del cappotto. I bergamaschi erano al completo con Da Costa al posto di Nova. I torinesi presentavano Rosato centromediano come sostituto di Lancioni, accorso il giorno prima al capezzale della mamma gravemente inferma, e facevano esordire Gian Piero Schiavo (classe 1939}, un giovanotto veneto acquistato all'inizio della stagione dal Marzotto su consiglio di mister Senkey. Schiavo doveva controllare Da Costa permettendo così a Rosato di rimanere in area, libero da impegni. Questo dispositivo tattico era favorito anche dal fatto che Maschio sul campo opposto stava a ridosso dei mediani, ed a tratti anche a fianco dei terzini. Law era rimasto in tribuna; abbiamo visto il biondo scozzese sorridente e tranquillo, e gli abbiamo chiesto quando intende tornare al suo posto: ''L'anno prossimo'' ha risposto con una vena di umorismo tutto anglo-sassone. E' certo comunque che Law non giocherà neppure domenica a Padova e forse neanche fra quindici giorni a Catania; sabato ha avuto tra l'altro un leggero collasso, ed i medici consigliano alla prudenza. Law evidentemente non ha ancora superato lo choc del grave infortunio automobilistico e delle relative conseguenze. Senza lo scozzese, la manovra del Torino è apparsa un po' fragile. C'era Gualtieri che si confermava elemento prezioso in azione di attacco, aiutavano il gioco i due faticatori della compagnia Ferrini e Cella, si arrangiava con decisione anche il bravo Locatelli. Ma che si può dire di Crippa. Quanta confusione, quanti interventi strani! Bearzot non ha potuto dare al suo gioco la continuità necessaria, specialmente perché dall'altra parte c'era Schiavo, impegnato soltanto a controllare Da Costa. La difesa granata non ha avuto gran lavoro al principio, ma i ragazzi che la compongono non hanno paura certamente di confronti anche più impegnativi. Perdonateci se non sentiamo il coraggio di dare un giudizio su Panetti, forse in giornata negativa; non si potrà forse pretendere che debba fermare tutto, ma il tiro di Colombo che ha portato la Atalanta al pareggio è stato scoccato da oltre trenta metri, un tiro frontale anche se preciso, ed indovinato. Ma perché Panetti non ha neppure abbozzato un tentativo di parata. Sul palo colpito da Nielsen poi l'estremo difensore granata aveva nettamente sbagliato posizione. Dell'Atalanta abbiamo già detto; i neroazzurri hanno subito l'iniziativa dei rivali per buona parte dell'incontro, con Maschio sempre tecnico e classicheggiante, con Colombo generoso, ma con Nielsen in leggero regresso di forma. Da Costa non ha fatto nulla, e poco hanno combinato anche i suoi compagni dell'attacco; la riprova: è stato il mediano Colombo a realizzare il goal del pareggio ed è stato l'altro mediano Nielsen a colpire il palo della porta di Panetti. Limitiamo la cronaca agli episodi principali. La rete del Torino al 42' del primo tempo: fallo di Rota su Locatelli e conseguente punizione calciata da Crippa, palla a Ferrini scattato in tempo, e goal della mezz'ala che sorprendeva Cometti in uscita. Il pareggio dell'Atalanta è venuto su un'azione di contropiede, proprio nel momento di maggior pressione dei granata: da una mischia in area usciva Colombo, il mediano neroazzurro indovinava il corridoio giusto, mentre nessuno lo ostacolava; Colombo giunto ad una decina di metri dall'area di rigore ha fatto partire un tiro preciso e violento, Panetti è rimasto sorpreso e la palla lambiva il montante destro carambolando in rete; 1 a 1 (57'). Al termine tutti parevano soddisfatti, l'Atalanta aveva corso grossi rischi, il Torino aveva accusato, forse più dei rivali, la fatica e l'inesperienza di troppi suoi giocatori. Un pareggio che accontenta tutti.