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Comunale
18/03/1962
h.15.30
TORINO - ROMA 1-1 (1-1)
Torino
: Vieri, Scesa, Versolatto, Rosato, Gerbaudo, Cella, Gualtieri, Locatelli, Law, Ferrini, Crippa. All.: Santos.
Roma: Cudicini, Fontana, Corsini, Guarnacci, Losi, Pestrin, Orlando, Jonsson, Manfredini, De Sisti, Menichelli. All.: Carniglia.
rbitro: Marchese di Napoli.
Reti: Manfredini 5' rig. (R), Locatelli 37' (T).
Spettatori: 25.000 circa, di cui oltre 20.000 paganti.
Note: Ammoniti Crippa, Locatelli e Manfedini. Il Torino scende in campo con la divisa bianca. Presente in tribuna il nuovo direttore tecnico del Torino, l'ungherese Ostreicher; cielo sereno, giornata di sole ma piuttosto fredda, terreno in buone condizioni, calci d'angolo 5-3 per il Torino. Nel secondo tempo, Law, ha fallito un calcio di rigore.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 19 marzo 1962]
Law ha calciato a lato il penalty del possibile successo granata; Scesa, a portiere battuto, ha deviato di testa il pallone dell'eventuale vittoria giallorossa. Torino e Roma sono alla, pari e si frenano reciprocamente anche nel rimpiangere le occasioni perdute. Chi invece può percorrere senza esitare la strada dei rimpianti è il pubblico, o almeno quella parte di esso accorsa allo Stadio nella speranza di assistere ad un attraente spettacolo di calcio. Al momento del via una sola sorpresa. Buzzacchera bloccato fin da venerdì scorso da un'indisposizione viscerale è sostituito da Versolato. I dirigenti granata erano riusciti a tenere nascosta la mancanza di questo titolare. E' nelle regole del gioco, ma non si comprenda bene il perché di un segreto che non aveva davvero importanza basilare ai fini della condotta di gara. Versolato, comunque, si appresta a controllare una delle ali ''quasi azzurre'' Orlando Menichelli, l'altra estrema romanista messasi in luce nell'allenamento della Nazionale a Milano, è affidato al bravissimo Scesa. Cella arretra quale uomo in più in difesa, mentre Gerbaudo, un ragazzo che sa farsi valere anche nelle circostanze più difficili, inizia la sua opera di controllore di Manfredini e la svolge con abilità. (Il centravanti romanista non riuscirà infatti a sfuggire al controllo del centromediano). Dall'altra parte Losi è difensore volante, avendo a fianco Guarnacci il quale si occupa di Law, o Locatelli, o Gualtieri a secondo del granata che di volta in volta si sposta al centro della prima linea. La manovra difensiva della Roma è sicura e agile. Nella giornata è forse la parte migliore del mezzo spettacolo calcistico. Gli scambi tra Fontana, Corsini ed i due laterali, le azioni di appoggio agli avanti e gli interventi sempre tempestivi di Losi si svolgono con una naturalezza che diverte. Non così, la Roma manovra all'attacco dove De Sisti e le due ali si rivelano ben presto in giornata poco favorevole, Manfredini è ben controllato, si è detto, da Gerbaudo e Jonsson lavora molto ma trova scarsa collaborazione e per suo conto non dimostra intuizioni fulminee. La partita si trascinerebbe forse per parecchio tempo lontana dalle emozioni del goal se a questo non provvedesse rapidamente l'arbitro. Quinto minuto. Ferrini intervuene con una regolare spallata, lottando a fianco a fianco, su Jonsson. Lo svedese rotola a terra e Marchese, tra la sorpresa degli stessi romanisti, corre a piazzarsi davanti al dischetto del rigore. Manfredini non rifiuta un così grazioso regalo: mentre Vieri si getta a sinistra, scaraventa la palla alla destra del portiere. Tocca ora al Torino impegnarsi in una gara ad handicap ed i granata in maglia bianca (non per ricordare il Real Madrid in onore di Ostreicher, ma soltanto per evitare di confondersi con il rosso a bordi gialli della Roma) iniziano l'inseguimento. Menichelli nel suo compito di ala-tornante ha accompagnato Scesa, fin in area romanista, durante una avanzata del terzino, e senza, troppi complimenti lo sbatte a terra. I torinesi reclamano un rigore compensativo, ma l'arbitro non si lascia commuovere (è troppo presto, un penalty del genere avverrà più tardi..). Poco dopo una bella uscita di Cudicini mette a terra Locatelli e tronca una seria minaccia: poi, al 24' Jonsson lanciato da Manfredini mentre si trovava in fuori gioco viene rimesso in posizione regolamentare da Cella il quale sfiora il pallone. Jonsson fila allora verso la rete, ma Rosato recupera e riesce a salvare. Nell'intervento il giovane granata riceve però un brutto colpo al tallone destro e non sarà più in piena efficienza per tutto il resto dell'incontro. Superato il rischio, il Torino attacca ancora. Al 36' sfiora il goal con Crippa (ma Fontana devia) e un attimo dopo segna. Law tocca a Locatelli e l'italo argentino con una pronta deviata mette in porta. Il pareggio è raggiunto e forse accontenta le due squadre. La ripresa infatti si svolge in sordina. Di interessante presenta soltanto le due occasioni sfuggite l'una alla Roma e l'altra al Torino. Al 7' minuto, secondo le generali e fin troppo facili previsioni, l'arbitro punisce con adeguata severità un innocente entrata di Guarnacci su Crippa. Non è rigore, come non lo era l'intervento di Ferrini nel primo tempo ma la legge non scritta dei compensi viene applicata molto spesso sui campi da football. Marchese, che forse ricordava il precedente penalty contro i granata, questa volta si affretta a concedere in loro favore il tiro dagli undici metri. Locatelli si rifiuta energicamente di battere la punizione (teme di sbagliare) ,e Law si incarica del tiro. Finta di sinistro che sbilancia Cudicini e tocco di destro: la palla rotola a lato del montante e lo scozzese, con una mimica tutta italiana, si abbandona a vistosi gesti di disperazione. Law aveva bisogno di ritrovare piena fiducia nei suoi mezzi e forse appunto per questo gli era stata affidata l'occasione del penalty. L'errore tuttavia non deve abbatterlo. Tutti i più famosi assi del calcio sono caduti in disavventure analoghe. Piuttosto, dall'incontro di ieri, Law può trarre motivo di incoraggiamento per la resistenza dimostrata. Lo scozzese che era stato assente a lungo dai campi di gioco prima di essere impegnato a Catania e ieri a Torino, non si trova a suo agio nel ruolo di centravanti (e difatti è spesso retrocesso a mezz'ala). Sarebbe ingenuo affermare che sia già ritornato il brillante attaccante dell'inizio del torneo. Ha ancora bisogno di completare il processo di riambientamento, di ritrovare la precisione e la rapidità dei passaggi e la disinvoltura nelle entrate sull'avversario. Ieri egli ha tuttavia compiuto un primo passo positivo, terminando l'incontro in crescendo di energie. Per questo non è il caso di sottolineare le manchevolezze della sua prova, ma piuttosto di augurargli di ritrovare le altre sue caratteristiche doti di costruttore dinamico e incontrollabile. E torniamo all'ultimo episodio decisivo della partita. Manca un quarto d'ora dal termine. Su tiro di Manfredini dalla bandierina, Vieri non riesce ad afferrare il pallone. Orlando di testa gira in porta. Per fortuna del granata, Scesa è retrocesso sulla linea bianca. Di testa egli pure respinge. Il giusto pareggio tra Torino e Roma è assicurato.