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| Filadelfia |
| 23/12/1962 |
| h.14.30 |
| TORINO - L.R.VICENZA 1-2 (1-0) Torino: Vieri, Scesa, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Ferretti, Danova, Ferrini, Hitchens, Peirò, Trombini. All.: Santos. L.R.Vicenza: Luison, Mazzia, Savoini, De Marchi, Zoppelletto, Stenti, Humberto, Menti IV, Vinicio, Puia, Vastola. All.: Scopigno. Arbitro: Marchese di Napoli. Reti: Aut.De Marchi 10' (T), Vinicio 61' (V), Puia 88' (V). Spetattori: 12.000 circa. Note: Incidenti a fine partita con cariche della polizia, sassate dei tifosi granata contro il muro dello stadio, una di queste pietre ha sfondato una vetrata del perimetro del comunale colpendo il medico del Vicenza. Giornata gelida con folate di vento polare, terreno prevalentemente ghiacciato e ricoperto di segatura in diversi punti. Il calciatore vicentino Miazza ha lasciato il terreno di gioco con 2 minuti d'anticipo in quanto infortunato. Calci d'angolo 5-5, nel Torino esordio per Trombini. Cronaca [Tratto da La Stampa del 24 dicembre 1962] Per il Torino poteva essere una vittoria chiara, anzi all'inizio credemmo in tanti di poter assistere addirittura ad una facile vittoria dei granata, invece successe l'irreparabile, ed il Lanerossi Vicenza si portò a casa il pieno punteggio. Si cominciò in buon orario sotto un cielo grigio e con un vento freddo da raggelare le mani. Il campo naturalmente ghiacciato, i giocatori obbligati a far acrobazie per mantenere l'equilibrio, squadre contrapposte a catenaccio, l'una e l'altra, a conferma che i granata avevano nuovamente mutato opinione abbandonando il concetto del gioco per il gioco. I biancorossi ci avevano abituati a simili spettacoli, ma ieri i lunghi difensori veneti parevano in difficoltà nel correre su quella lastra di terra dura, uomini abilissimi nel tacle risultavano stranamente incapaci di contrastare avversari che non hanno di certo la grinta dei combattenti (Peirò, Danova ed il bravo Trombini). Risultò quindi facile per i torinesi operare in zona-goal, mentre arduo pareva il compito di Mazzia. Savoini e Zoppelletto impegnato nel tamponare le falle che si aprivano nel loro larghissimo schieramento difensivo. Una plateale caduta di Hitchens in area dette l'impressione del rigore, ma Marchese non si lasciò convincere, e fischiò (chissà perché!) una punizione contro il Torino. Venne comunque puntuale e indiscutibile la rete granata: avanzò Hitchens sulla destra, e crossò lungo al centro con il lodevole tentativo di trovare un compagno libero; c'era effettivamente Danova in posizione, ma l'ala destra non giunse in tempo, tentò comunque lo scatto imbrogliando le carte dei difensori vicentini tra i quali uscì De Marchi che toccando di petto, ingannò Luison: autogol classico (10'). Sulle ali del vantaggio i granata insistettero a lungo; vedemmo Peirò muoversi con discreta armonia con il giovanissimo Trombini (esordiente in campionato) mentre Hitchens non trovava la posizione giusta, e Danova persistendo nel dribblings favoriva l'azione (sia pure affannosa) di copertura dei veneti. Giungemmo cosi al 21' minuto: Hitchens avanzò con il suo strano stile, cercò l'appoggio con Peirò, ma la sfera venne intercettata da Stenti, che ne deviò la traiettoria; Luison fu colto di sorpresa e Trombini ebbe tra i piedi la palla del 2 a 0. Il portiere trattenne in placcaggio rugbistico l'attaccante.. E Marchese concesse il calcio d'angolo. Strano questo arbitro napoletano! Il penalty era nettissimo, e la protesta del giocatori e del pubblico giustificata. Il foot-ball ha delle regole precise da cui non è possibile derogare, diversamente ogni arbitro può inventare un risultato. Soltanto verso la fine del tempo gli attaccanti biancorossi tentarono qualche azione di disturbo alla retroguardia torinese, ma trovarono Lancioni e Bearzot in perfetta condizione, incapparono in Scesa e Buzzacchera implacabili controllori, tanto che non poterono dare fastidi seri a Vieri. Il Torino andò così al riposo con una sola rete di vantaggio, dopo aver perdonato (consenziente Marchese) almeno un paio di altri goals. Quadro diverso nella ripresa. Danova confermò di essere in periodo nero, mangiandosi una rete bell'e fatta, poi iniziò la rimonta vicentina. Venne alla ribalta l'ala sinistra Vastola. Divenne più mobile il vecchio Vinicio, che verso il quarto d'ora siglò il suo goal con un tiro al volo forte e prepotente (1 a 1 al 16'). I granata anziché reagire, rallentarono il ritmo. Ferrini addirittura si nascondeva, Peirò non aveva più la sicurezza di prima, Hitchens combattei come al solito, ma, senza aiuto, poteva far poco. Nel caos scomparve anche Trombini, mentre vennero fuori i maratoneti veneti. Puja al 13' raccolse di testa un centro di Vinicio e batté Vieri per la seconda volta: 2 a 1 per i biancorossi. Nacque uno scontro Peirò-Luison, che Bearzot nella foga aggravò affibbiando un pugno al portiere, ma non successe nulla di particolare, e Marchese fischiò la fine. Una sconfitta che brucia perché venne a conclusione di una partita che s'era iniziata bene per i granata; con il passare dei minuti però la situazione mutò radicalmente a favore dei vicentini. Che succederà ora? I tifosi minacciano, i dirigenti discutono. Santos ed Ostreicher sono al centro di critiche severe ed un po' anche giuste. Di che male soffre la squadra granata? L'indagine non è difficile: c'è un notevole dispendio di energie nel creare un po' di gioco, perché al complesso manca una vera direttiva tecnica. Questo comporta un calo grave nel rendimento dei giocatori. Ferrini è stanco. Ferretti non ha la possibilità per imporre una manovra logica. Peirò alterna momenti superbi a periodi di strana abulia. Sguarnito il centrocampo, il peso dalla responsabilità cade troppo sovente sulle spalle del difensori ai quali si chiede troppo. Il male è serio, ma è estremamente difficile porvi un rimedio. Ma qualcosa bisognerà pur fare, perché.. L'ultima vittoria del Torino risale al lontano primo novembre (contro il Venezia). In un campionato difficile come quello italiano non è ammesso sbagliare per mesi e mesi. Ed ora ai granata si presenta un calendario terribile: a Genova contro la Sampdoria, a Napoli, poi a Torino con l'Inter. Dirigenti, tecnici e giocatori devono radunarsi in tranquillità e discutere dei loro guai. Non c'è più tempo da perdere. |
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