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Comunale
13/01/1963
h.14.30
TORINO - INTER 1-1 (1-1)
Torino
: Vieri, Scesa, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Poletti, Piaceri, Ferrini, Hitchens, Locatell, Crippa. All.: Ellena.
Inter: Buffon, Burgnich, Facchetti, Zaglio, Guarnieri, Picchi, Jair, Suarez, Di Giacomo, Maschio, Morbello. All.: Herrera.
Arbitro: Jonni di Macerata.
Reti: Di Giacomo 23' (I), Locatelli 42' rig. (T).
Spettatori: 50.000 circa per un incasso di circa 55 milioni.
Note: Ammoniti Scesa, Ferrini e Crippa. Espulso all'85' Ferrini per doppia ammonizione. Temperatura molto rigida con caduta di leggero nevischio in alcuni tratti del secondo tempo.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 14 gennaio 1963]
Il Torino ha realizzato quello che nella giornata, e nelle sue condizioni attuali, poteva essere il suo programma massimo: il risultato pari. E per poco non è andato oltre. Perché le due migliori occasioni dell'incontro per chiudere in vantaggio, sono state sue, ed una è stata una gran parata di Buffon e l'altra un intervento dei pali a stroncarla. Ma, così come sono andate le cose, l'esito della partita può essere considerato come onesto. E, cosa importante per i tempi in cui viviamo, di esso nessuno, nemmeno il più esagitato fra gli spettatori presenti, può dare la colpa all'arbitro. Ancora una volta il risultato sono stati i giuocatori, col modo con cui si sono portati in campo, a determinarlo, non il giudice dell'incontro. Il modo in cui si sono portati in campo i giuocatori. Diciamo subito, parlando innanzitutto degli ospiti, che la squadra dell'Internazionale non ha affatto entusiasmato. In altre precedenti occasioni essa ci aveva lasciato una migliore impressione. L'undici, comunque, in questa prova come in altre, è stato migliore in difesa che in attacco. E' catenacciara in pieno, questa difesa. Qualunque nome si tenti di conferire alla sua organizzazione difensiva, essa è ostruzionistica. Ostruzionistica in modo da renderla efficace e ben difficilmente penetrabile, ma sempre ostruzionistica. Ha il battitore libero, Picchi, e davanti a lui, quasi in permanenza, quattro o cinque uomini che fanno da sbarramento. Un uomo come Guarneri fa sentire in esso la sua presenza: ha autorità e possiede ascendente sul compagni, e la sua visione del giuoco è chiara. E Facchetti, il difensore di sinistra, è migliorato parecchio dalla stagione passata. Questa difesa ha condotto un buon primo tempo, giuocando però a modo suo, cioè senza complimenti né scrupoli. Alla ripresa, sotto la spinta degli avvenimenti, punta cioè dalla necessità di vincere, si è disunita alquanto, lasciando agli avversari uno spazio di manovra che a tratti riuscì anche pericoloso. Dell'attacco invece non si può proprio dire un gran bene. Jair, quando incontra qualcuno che riesca a tenerlo a freno, diventa nervoso e sviluppa quella che si può definire come la ''italica tendenza a fare la commedia''. Tendenza riprovevole, comunque. La azione migliore del mulatto, nel corso di tutta la partita, fu quella del minuti centrali del primo tempo che diede luogo alla rete di Di Giacomo. Nessuno degli altri uomini della prima linea neroazzurra è stato pienamente all'altezza della situazione. Certamente non Morbello. E Di Giacomo è più uomo da conclusione che non da combinazione. E nemmeno le due mezze ali, Suarez e Maschio, hanno saputo Imprimere al lavoro della prima linea quel tono tecnico che da essi si attendeva. Dopo la prova odierna noi non parleremmo ancora quindi di un Internazionale in declino, ma piuttosto di un undici neroazzurro non in piena efficienza. Il Torino, più che giuocare bene, ha, in questa occasione, giuocato molto. Come squadra è il Torino che può essere in questa sua travagliata stagione. Ci sarebbe piaciuto vederlo in questo incontro di importanza, con una seconda linea integrata da un Cella e da un Rosato in gran forma e con un Pelrò pur esso In piena efficienza all'attacco. Puntava al risultato di parità, e lo ha meritatamente raggiunto. Ha profuso nell'adempimento del compito che si era prefisso, tante energie da ridursi, nei minuti finali dell'incontro, quasi sulle ginocchia. Vieri nulla può per il punto che gli è stato segnato. Bearzot assunse, particolarmente nel primo tempo, posizione arretrata, rispondendo pan per focaccia à quanto faceva Picchi all'estremo opposto del campo. La sua esperienza ed il suo ascendente sono sempre di grande aiuto alla squadra. Il comportamento di Lancioni denota un miglioramento sulle sue prestazioni ultime. E Scesa e Buzzacchera hanno dato prova di una bella saldezza. La prima linea ha vissuto di slancio più che di intesa e di tecnica: a tratti, a lunghi tratti, questa prima linea ha avuto in Hitchens l'unico suo componente: alla stretta sorveglianza alla quale era tenuto l'inglese è sfuggito una volta sola, nel corso del primo tempo, ed allora avrebbe anche potuto segnare. Locatelli e Ferrini hanno lavorato a metà campo ad un po' dappertutto fino all'esaurimento. E' la squadra complessivamente che merita un elogio per le doti di combattività di cui ha dato prova. Essa ha dato una bella soddisfazione al suo pubblico: non voleva perdere di fronte alla capolista virtuale, e non ha perso. Il rigore, che la portò al pareggio era frutto di uno sgambetto cosi chiaro e palese, che non diede luogo ad incidenti né a recriminazioni. E Locatelli eseguì la punizione in modo magistrale, traendo nettamente in inganno un portiere del calibro di un Buffon. Il primo tempo fu il migliore dei due come coordinamento di giuoco e come intesa. Più nervosa, più rotta, più sminuzzata in episodi singoli, la ripresa. Il tempo era bello e sereno, ma faceva un freddo cane. Il terreno di giuoco, non appariva facile. Nessun incidente degno di rilievo. Più di cinquantamila persone erano presenti.