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| Filadelfia |
| 27/01/1963 |
| h.14.30 |
| TORINO - PALERMO 3-0 (1-0) Torino: Vieri, Scesa, Poletti, Bearzot, Buzzacchera, Ferretti, Danova, Ferrini, Hitchens, Peirò, Trombini. All.: Ellena. Palermo: Bandoni, Giorgi, Calvani, Maggioni, Malavasi, Sereni, De Asti, Fernando, Volpi, Spagni, De Robertis. All.: Montez. Arbitro: Angelini di Firenze. Reti: Hitchens 16' rig., 57' rig., Danova 70'. Spettatori: 14.688 di cui 5.188 abbonati e 9.500 paganti. Note: Giornata di sole e non molto fredda, terreno gelato e interamente ricoperto di segatura, calci d'angolo 6-5 per il Palermo. Cronaca [Tratto da La Stampa del 28 gennaio 1963] Il Torino doveva vincere questa partita per necessità di classifica, e l'ha vinta con un secco punteggio. Tre a zero segna forse una condanna troppo severa per il Palermo, ma è indubbio che il successo dei granata è stato netto, preciso, convincente. Si dirà che i torinesi sono stati favoriti dai due rigori decretati contro i siciliani da Angelini, e forse sul primo si potrebbe discutere, ma i falli in area si puniscono con il penalty, lo dice il regolamento, e non ci pare quindi logico intessere una serie di se e di ma a favore della tesi sostenuta dai palermitani a fine partita. Il fallo su Trombini c'era, forse il giovanotto è caduto pesantemente anche a causa del terreno ghiacciato, ma l'intervento duplice di Giorgi e di Sereni è stato visto da tutti, anche da Angelini, che ha concesso la massima punizione. Pure il tocco di mano di Galvani nella ripresa è stato evidentissimo: o Angelini faceva finta di non aver seguito l'azione (e sbagliava grosso), oppure doveva comandare il secondo rigore contro Bandoni. In simili casi non c'è via di mezzo, e le recriminazioni postume hanno soltanto valore polemico. A togliere ogni dubbio è venuta poi la rete di Danova, il più strano giocatore del Torino ieri in campo, una rete bellissima nell'esecuzione, con avanzata di Scesa nel ruolo di ala destra, tocco a Danova, e gran tiro del piccolo a fil di palo. Questi gli episodi salienti e determinanti di una partita che ha lasciato un po' di amaro nei due opposti settori, tra i granata che speravano di più (se non nel punteggio almeno nel gioco), e naturalmente tra i siciliani, che ancorando le loro discussioni sui due rigori, tentano di giustificare almeno in parte il grave e pesante insuccesso. Vorremmo togliere subito ogni illusione ai tifosi rosanero su un argomento importante, sulla formazione della loro squadra e sul gioco che essa svolge attualmente. Abbiamo chiesto a Montez le ragioni dell'esclusione di Borjesson dall'attacco rosanero, e la risposta è stata precisa, quasi stizzosa: ''Perché non meritava di giocare''. Benissimo. Ma gli altri? E' forse possibile permettere a Fernando, a Volpi, a De Robertis di stare in campo novanta minuti esatti senza neppure tentare un solo tiro a rete? Il discorso sul Palermo non toglie nulla ai meriti del Torino, ed alla sua vittoria. D'accordo che non c'è da vantarsi troppo d'aver battuto proprio gli ultimi in graduatoria, ma ai granata (reduci dal disastro di Catania) occorreva un sorso di cordiale.., per riprendere con maggior lena il viaggio del campionato. Che possiamo dire della squadra di Ellena? Prima di tutto una considerazione generale: al Torino quest'anno si cambia troppo. Saranno variazioni imposte dalle circostanze, ma ogni domenica vediamo una squadra nuova, il che comporta difficoltà reali e palesi nel gioco d'assieme. Vorremmo consigliare ad Ellena di studiare bene la formazione tipo, e di conservarla il più possibile eguale. Sempre se non interverranno nuovi guai, perché questo è un periodo gramo per i granata: domenica scorsa si sono infortunati Lancioni e Gualtieri, ora Trombini, e tutti con malanni gravi. Trombini infatti entra in infermeria per uno strappo al bicipite femorale sinistro, un infortunio casuale, ma egualmente serio, tanto che il ragazzo dovrà rimanere inattivo per più di un mese. Disgrazie a parte, si cambia troppo. Ieri abbiamo rivisto Danova, Peirò, Ferretti e Trombini. Ferretti è parso all'altezza della situazione, preciso nei rilanci, generoso netta lotta. Trombini si è fatto male presto per giudicarlo; Danova è stato.. il Danova di sempre: guizzi di classe alternati a momenti capaci di irritare il pubblico anche amico. Su Peirò considerazioni particolari: gioca un calcio sopraffino, ma gioca quasi al ''ti vedo e non ti vedo'', puntate da campione alternate a pause ingiustificate. Non sembra sentire il calore della folla che pure lo incita, è freddo, ma ha classe. Piace e non piace. Forse il vero Peirò uscirà sui campi belli, quando potrà presentare il suo scatto bruciante e sarà aiutato con continuità maggiore dai compagni. Rimane senza dubbio un grande giocatore. Il Torino, raggiunta ormai la tranquillità in classifica, può pensare con calma al suo avvenire e non è detto che non debba essere un avvenire luminoso. Le premesse per un buon rendimento complessivo esistono; basta sfruttarle a dovere, senza grosse pretese, senza traguardi ambiziosi. Il Torino per sperare a clamorose affermazioni deve attendere i rientri dei numerosi assenti: Cella, Rosato e Lancioni. A nessuna squadra sarebbe permesso rinunciare impunemente a tanti giocatori. Giornata fredda anche se soleggiata; campo ricoperto da un leggero strato di trucioli, ma egualmente gelato e di conseguenza scivoloso. Al 16' l'azione del primo goal: manovra elegante Peirò-Trombini, sulla giovane ala sinistra torinese, piombano Giorgi e Sereni, e Trombini, sbilanciato tra i due, cade: penalty, che Hitchens trasforma con un tiro secco che batte sul palo a sinistra di Sereni. Poco dopo si fa male Trombini. Ripresa. Inizio con un gesto di stizza verso il pubblico di Ferrini, innervosito da alcuni fischi. Strano, Ferrini sino a quel momento era apparso uno dei migliori in campo. Al 12' lungo passaggio di Poletti, destinato a Danova, Galvani tocca nettamente con la mano destra la palla: Angelini decreta il secondo rigore, che sempre Hitchens trasforma in rete con un violento tiro frontale. Al 25' avanza Scesa, dà a Danova che realizza il terzo goal. Inutile l'affannarsi dei rosanero: Vieri è rimasto pressoché disoccupato. |
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