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| Filadelfia |
| 17/03/1963 |
| h.15.00 |
| TORINO - ATALANTA 1-0 (1-0) Torino: Vieri, Scesa, Buzzacchera, Bearzot, Mialich, Ferretti, Danova, Ferrini, Hitchens, Peirò, Crippa. All.: Ellena. Atalanta: Pizzaballa, Pesenti, Roncoli, Nielsen, Gardoni, Colombo, Domenighini, Da Costa, Calvanese, Merenghetti, Gentili. All.: Tabanelli. Arbitro: Rigato di Mestre. Reti: Ferretti 23'. Spettatori: 20.203 di cui 15.015 paganti per un incasso superiore ai 15 milioni e 5.188 abbonati. Note: Giornata calda illuiminata da un sole sfolgoranta, terreon in ottime condizioni. Ammonito Calvanese per proteste, calci d'angolo 10-1 per il Torino. Cronaca [Tratto da La Stampa del 18 marzo 1963] Ferretti ha segnato il suo primo goal in maglia granata assicurando al Torino la vittoria sull'Atalanta. C'è voluto, dunque, un mediano per decidere questa strana partita, della quale non si sa se mettere in maggior rilievo le occasioni sciupate dagli attaccanti dell'una e dell'altra squadra oppure le parate dei due portieri. Vieri ed il giovane, ma non giovanissimo, Pizzaballa sono stati i protagonisti più ammirati dell'incontro. L'estremo difensore granata dovrebbe ricevere come premio di partita una maglia azzurra per Istanbul. Le intenzioni del C.U. Fabbri non sono ancora note, certo è, comunque che a Vieri è stato chiesto il passaporto per metterlo in regola in relazione alla trasferta della Nazionale in Turchia. Vieri attraversa un momento così felice di forma da dare l'impressione di parare tutto con facilità. (Quale aria fischietti mentre blocchi i tiri da pochi passi? gli ha chiesto con scherzosa, ma evidente ammirazione un intervistatore negli spogliatoi). Il n. 1 granata è sempre piazzato nel punto giusto al momento giusto: non ha bisogno di fare la scena per arrivare ai palloni più angolati. Talvolta è stato fortunato; altrimenti non si sarebbe forse salvato nelle tre o quattro occasioni in cui si è trovato a tu per tu con Calvanese, Da Costa o Domenghini, ma per la sua fortuna va ripetuto quanto detto per la apparente semplicità degli interventi. Il portiere si muove con scioltezza, è sicuro dei propri mezzi, non ha esitazioni: può arrischiare le uscite più impegnative e non perde la calma in circostanze che in altre condizioni di rendimento giudicherebbe impossibili. Fortunato, dunque, ma più per merito suo che per l'aiuto del caso. Pizzaballa, il ventitreenne terzo portiere dell'Atalanta chiamato ed affermatosi in squadra dopo la disavventura del titolare Cornetti, è stato all'altezza del suo rivale granata. Nel momento del goal subito è perfino riuscito a toccare con la punta delle dita un fortissimo pallone calciato al volo da Ferretti, ed in tutte le altre parate è apparso perfettamente a posto. Ha chiuso l'incontro con una deviazione di pugno, su staffilata improvvisa di Hitchens, un intervento da campione. La prova dei due portieri ha dato un tono particolare ad un incontro che rischiava di scomparire nella nebbia dell'indifferenza, data la scarsa importanza agli effetti della classifica. Prova ne sia che la gara, iniziatasi con fasi vivaci si è gradatamente spenta, man mano che i singoli interessati ad essa avevano - secondo il bilancio personale - dimostrato quanto era da mettere in risalto, oppure più semplicemente cedevano sotto il peso della stanchezza. E' il caso di citare, Peirò e Domenghini. Lo spagnolo rientrato in formazione dopo parecchie settimane ò partito come una furia, esibendosi in scarti, tocchi laterali, tiri da fuoriclasse. In dieci minuti ha conquistato una popolarità improvvisa: poi si è calmato. Il suo stile male si amalgama con quello dei compagni. Peirò lotta tra due o tre avversari puntando in profondità, poi passa il pallone e si sposta in zona libera per riceverlo. A questo punto incominciano i guai: Hitchens è troppo lineare per assecondarlo, Crippa e Danova sono piuttosto personali e Ferrini lavora più in difesa che in attacco. Peirò resta un asso che gioca da isolato. In compenso non pare sia il tipo di spola, o tantomeno la mezz'ala capace di ripiegare in difesa per contrastare duramente la sfera agli avversari: in definitiva egli è irresistibile nella metà campo altrui, un po' meno nella propria. Naturalmente nel rapido esame va sottolineata la considerazione che Peirò si trovava da tempo lontano dalle gare di campionato: non pub ambientarsi di colpo. Appunto per questo i dirigenti granata faranno bene ad insistere su di lui, per avere un'idea esatta del suo rendimento nel Torino. Giustamente il presidente Pianelli a chi gli domandava se non fosse conveniente cedere a fine stagione l'ex attaccante dell'Atletico Madrid rispondeva: ''Se Peirò è un asso lo sarà anche per noi. Tanto vale tenercelo''. Domenghini in campo atalantino è venuto a fare da contrapposto ideale a Peirò non per affinità di gioco, ma per la responsabilità che gravava sulle sue spalle. Il giovane attaccante pare interessi ad alcune grandi società. Ieri, gli avranno certo detto che nella tribuna d'onore si trovavano Umberto Agnelli ed il consigliere della Juventus Amapane: forse altri osservatori erano nelle gradinate o nei popolari. A poco più di ventun anni certi esami importanti creano stati d'animo da licenza liceale, specialmente se l'interessato non si muove nel suo ruolo più adatto e questo pare sia proprio stato il caso di Domenghini. Il n.7 bergamasco non ha lo scatto dell'ala; la sua falcata è da interno. Sarà forse un giocatore ''alla Corso'': ieri non è ancora parso tale. Inoltre lo strano modo con cui i compagni della difesa - e Nielsen in primo luogo - lo hanno incoraggiato litigando più volte con lui, non lo ha certo favorito. Così dopo un promettente avvio e nonostante i volonterosi spostamenti ora alla destra ora alla sinistra dell'attacco la promessa nerazzurra ha finito per mettere in evidenza soprattutto la forza di Buzzacchera suo implacabile controllore. Le occasioni d'oro sciupate dall'Atalanta, ad ogni modo non sono state mancate da Domenghini, ma da Calvanese e Da Costa, i quali hanno avuto la sventura di trovarsi di fronte al Vieri brillantissimo di cui si è detto. Vieri appunto bloccava su Da Costa proprio in apertura di gioco, poi Peirò ripeteva due palleggi rapidi ed intelligenti calciando quindi a lato di poco. Ancora intervento di Vieri su Da Costa lanciato da Calvanese e risposta di Pizzaballa su Hitchens servito da Ferrini. I difensori liberi Bearzot, in area granata, e Gardoni nell'altra parte del campo lavoravano con autorità, mentre Ferrini e Mereghetti (numeri 10) si ostacolavano a vicenda. Il Torino aveva spostato Mialich - un Mialieh che va ritrovando l'anticipo, il colpo di testa e l'autorità dei suoi tempi migliori - su Calvanese, mentre l'Atalanta affidava Hitchens al sempre valido Colombo, oppure a Roncoli quando il n. 6 si muoveva per appoggiare le offensive. L'azione del goal granata, al 16', partiva da una punizione per fallo di Roncoli su Crippa. Batteva Ferrini toccando verso Hitchens, sul rimpallo lo stesso Hitchens un difensore nerazzurro deviavano a destra, dove Ferretti, al volo, metteva a segno. Un salvataggio di Vieri su Calvanese ed il primo tempo finisce. Ripresa. Domenghini tradisce il suo stato d'animo tutto speranze ed emozioni, facendosi il segno della croce al momento del calcio di inizio. Vieri conferma la sua forma bloccando una pallonata di Da Costa, e Mereghetti cavalleresco applaude il portiere avversario. Bravo. Una volta anche la stretta di mano tra attaccante e portiere delle opposte squadre erano frequenti. Ricordiamo in un derby di tanti anni fa Libonatti e Combi complimentarsi a vicenda con sincera stima. Anche allora la rivalità torinese era accesa, ma esisteva lo spirito cavalleresco. Adesso si dice che gli atteggiamenti alla De Amicis fanno ridere. Sarà: ma nello sport li rimpiangiamo, specie se si tratta dell'espressione di sentimenti veri e non di sentimentalismi, di educazione dell'animo e non di recitazione tanto per strappare gli applausi a quei quattro ingenui che ancora esistono sulle gradinate. Torniamo alle cronache di ora, ed a Torino-Atalanta. Mereghetti calcia a lato un bel pallone offertogli da Calvanese, poi questi si fa precedere da Vieri. Un tiro improvviso di Nielsen è bloccato dal solito Vieri, Hitchens, al 37', non vede Crippa solo al centro dell'area, indugia e quando centra Roncoli gli devia il pallone con le mani senza che l'arbitro fischi il penalty. In pochi secondi il Torino ha perso per due volte l'occasione di raddoppiare. Ancora una bella discesa di Peirò che preferisce passare quando invece dovrebbe tirare, poi la fine. Pizzaballa e Vieri escono uno accanto all'altro tra gli applausi. Li meritano entrambi, il vinto e il vincitore. |
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