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Filadelfia
19/05/1963
h.16.00
TORINO - NAPOLI 1-1 (1-0)
Torino
: Vieri, Poletti, Teneggi, Mialich, Lancioni, Piaceri, Danova, Ferrini, Hitchens, Peirò, Crippa. All.: Ellena.
Napoli: Cuman, Molino, Mistone, Girardo, Gatti, Ronzon, Mariani, Rosa, Fanello, Corelli, Tacchi. All.: Pesaola e Monzeglio.
Arbitro: Lo Bello di Siracusa.
Reti: Bearzot 32' (T), Corelli 68' rig. (N).
Spettatori: 21.000 circa per un incasso di oltre 12 milioni.
Note: Sugli spalti tantissimi sostenitori del Napoli, imponente il servizio d'ordine che ha garantito la massima sicurezza a causa del timore di incidenti. Cielo coperto, terreno in discrete condizioni, calci d'angolo 4-3 per il Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 20 maggio 1963]
Si sono avute più scosse ed emozioni in questo incontro di, fine campionato che in tante altre partite, cosiddette importanti, di metà stagione. Anche e specialmente perché, per una delle due parti in causa, l'importanza c'è stata e solenne e vitale. Chi aveva compreso il significato dell'avvenimento erano stati i tutori dell'ordine, che avevano disposto un servizio di vigilanza addirittura impressionante: per la tema di disordini fra i sostenitori del vecchio Torino e la numerosa colonia di immigrati napoletani o comunque meridionali. Finì che non successe nulla, né di grave né di leggero, né sul campo né fuori del medesimo, fra il pubblico. Tutto quello che avvenne fu dovuto ad episodi ed incidenti di giuoco. Episodi ed incidenti di notevole rilievo però. Le due squadre si sono scaraventate l'urna contro l'altra, si può dire. Ambedue erano animate da un forte spirito e da grande decisione. A giustificare e spiegare il morale del Napoli non occorrono molte parole: basta il pericolo imminente di retrocessione che esso sta correndo. La volontà del Torino, a sua volta, era tutta fatta di onestà e di senso della responsabilità. Non bolliva nulla in pentola, per i granata: ma non volevano essere essi a decretare chi dovesse rimanere od andarsene dalla categoria maggiore del campionato. Il primo quarto d'ora di giuoco fu addirittura avvincente per l'ardore e la velocità dispiegati dai due contendenti. Il Napoli copriva le sue debolezze di natura tecnica col grande impegno e riusciva, nel primo quarto d'ora, a portare attacchi su attacchi. Il Torino metteva un po' di tempo a districarsi dalla morsa ed a mettere ordine nelle proprie cose. Quando ci riusciva, esprimeva le sue rapacità tecniche in modo da tagliare corto con ogni discussione. Peirò si produceva in tre o quattro spunti consecutivi di classe superiore, e Hitchens lottava per farsi luce come se si fosse trattato della finale di una Coppa. Calmo e sereno, Bearzot assumeva di prevalenza la sua solita posizione di terzino centrale arretrato, limitando i suoi interventi in avanti ai momenti in cui, a suo giudizio, la situazione, pareva suggerirlo. Ed appunto ad uno di questi suoi interventi si deve la rete grazie alla quale il Torino, poco prima della mezz'ora, doveva andare in vantaggio. V'erano stati alcuni calci d'angolo consecutivi a favore dei padroni di casa, il Torino premeva forte, senza dare l'impressione però di poter perforare la volenterosa difesa degli avversari. Sull'ultimo di questi calci d'angolo, nasceva una piccola gazzarra di picchi e ripicchi proprio a due passi dal limite della porta. Ad un tratto, da quel guazzabuglio saltava fuori la persona di capitan Bearzot, che nessuno pensava di trovare in quel posto ed in quel momento. Un tocco preciso e la palla andava a finire nella rete, col portiere Cuman - che fino ad allora, come doveva poi anche in seguito, si era portato egregiamente - nettamente battuto. Esultazione nel settore granata del pubblico, e senso di avvilimento fra i napoletani in campo e sugli spalti. Fino all'intervallo il risultato non doveva cambiare più, anche se i partenopei andavano molto vicini al pareggio al 35', quando Tacchi, dopo una bella discesa, colpiva il palo con un tiro angolato. Il pubblico comunque se la prendeva verbalmente coll'arbitro. E' vero che Lo Bello aveva negato in quel primo tempo un rigore agli azzurri, dopo di avere interpellato uno dei guardalinee, ma il perché di tanta ostilità non lo si comprendeva chiaramente, in quel momento. Alla ripresa, si avevano alcuni sprazzi di grande vivacità da parte del Torino. Seguiva un periodo di giuoco confuso ed amorfo, ravvivato ad un certo momento da decise offensive di Tacchi e di Bonzon. Quest'ultimo aveva lasciato, nel secondo tempo, il posto di difensore che aveva tenuto fino al riposo di metà tempo con onore, ed era passato fra gli avanti. A sua volta, il terzino granata Poletti era andato a finire in prima linea per un indolenzimento ad una gamba, ed il suo posto era stato preso da Piaceri, con conseguente arretramento di Crippa. Al 27' minuto, era la volta del Torino, di subire una serie di calci d'angolo. Su uno di essi, su di un agglomeramento formatosi davanti alla porta, si udiva improvvisamente il trillo dell'arbitro. Con la confusione che si era formata davanti a Vieri non se ne capiva il perché, ma, dopo alcuni minuti, Lo Bello accennava al dischetto dell'area di rigore. Bisognava trovarsi nel vivo della mischia per comprenderne la ragione. Ed effettivamente nessuno la comprese. Si seppe poi che era stato Lancioni ad essere punito, per aver abbracciato e trattenuto Fanello. Era poi Corelli a battere Vieri ed a pareggiare, fra gli altisonanti clamori del pubblico e qualche battibecco in tribuna. Il quarto d'ora finale fu tutto un gran guazzabuglio. Grande pressione del Torino, con secchi contrattacchi del Napoli. Danova veniva atterrato in piena area di rigore partenopea, e l'arbitro, sentito ancora un guardalinee, concedeva una punizione da fuori area, Più tardi uno scontro fra Danova e Cuman lasciava intontiti ambedue. Il Torino lottava con grande impegno, ma il Napoli riusciva a portare in salvo il punto di classifica che si era aggiudicato. Partita dura e combattutissima, a tratti molto interessante, a tratti decisamente caotica. Un Napoli superiore all'attesa e sospinto alla lotta da uno spirito da gladiatore, con un Cuman, un Bonzon ed un Mistone in ottima forma. Un robusto Torino, quello dell'occasione. Ottima la prestazione di Danova, di Hitchens, di Peirò, e di Vieri, per quanto quest'ultimo sia stato, nel primo tempo, battuto da un tiro basso di Tacchi che colpì un montante e gli rimbalzò fortunosamente fra le mani.